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MONSIGNOR SEBASTIANO
MASALA (1915-1994), COLLABORATORE DEL CARDINALE OTTAVIANI, DA PLOAGHE
AI VERTICI DEL SANT'UFFIZIO E DELLA SACRA ROTA
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Don Sebastiano Masala, nato a Ploaghe (SS) nel 1915, dopo essere stato
viceparroco a Chiaramonti dalla fine degli anni Trenta fino a metà
circa dei Quaranta, si trasferì a Roma, dove conseguì la
laurea presso la Pontificia Università Gregoriana. Ha scritto Carlo
Patatu in un bel capitolo del suo libro Scuola, chiesa e fantasmi. L’educazione
di un laico chiaramontese (Sassari, Edizioni Gallizzi, 2007; cfr. pp.
87-95): «Sotto l'ala protettrice del cardinale Alfredo Ottaviani,
allora potentissimo prefetto del Sant'Uffizio, Bucianeddu Masala fece
carriera fino a conseguire la carica prestigiosa di giudice della Sacra
Rota, acquisendo il titolo di monsignore e conquistando il privilegio
di calzare scarpe con le fibbie d'argento».
Negli anni 1965-1968, mentre il cardinale Ottaviani era Pro-Präfekt,
mons. Masala fu Beigeordneter Justizpromotor, promotore di giustizia,
della Congregazione per la Dottrina della Fede, la più recente
denominazione del Sant’Uffizio.
[La Congregazione della sacra romana e universale Inquisizione o Sant'Uffizio
fu una struttura della Chiesa cattolica creata nel 1542 da papa Paolo
III con la bolla Licet ab initio. Il primo presidente della Congregazione
fu Giovanni Pietro Carafa, futuro papa Paolo IV. Corrisponde alla vecchia
Inquisizione ed è ora invece chiamata Congregazione per la Dottrina
della Fede. Il Sant'Uffizio consisteva di un collegio permanente di cardinali
e altri prelati che dipendeva direttamente da Papa. Il suo compito esplicito
era mantenere e difendere l’integrità della fede, esaminare
e proscrivere gli errori e le false dottrine A questo scopo fu anche creato
l’Indice dei libri proibiti].
Ecco qui di seguito gli incarichi ricoperti dal cardinal Alfredo Ottaviani
e da mons. Masala nell’ambito della Congregazione per la Dottrina
della Fede:
1935 - 1952 Assessor, Mons. Alfredo Ottaviani
1959 - 1965 Sekretär, Alfredo Kardinal Ottaviani
1953 - 1959 Pro-Sekretär, Alfredo Kardinal Ottaviani
1965 - 1968 Pro-Präfekt, Alfredo Kardinal Ottaviani
1965 - 1968 Beigeordneter Justizpromotor, Mons. Sebastiano Masala.
Sebastianus Masala, Notarius: questa è la firma che compare in
calce al breve ma storicamente significativo “Monitum” in
latino con il quale la Suprema Congregazione del Sant'Uffizio, presieduta
dal card. Ottaviani, in data 30 giugno 1962 ribadisce una precedente condanna
del 1957 delle idee “evoluzionistiche” di P. Pierre Teilhard
de Chardin (il documento è riprodotto in Giancarlo Vigorelli, Il
gesuita proibito. Vita e opere di P. Pierre Teilhard de Chardin, Milano,
Il Saggiatore, 1963; cfr. p. 353).
Ecco in traduzione italiana ufficiale il “Monito”:
«Vengono pubblicate alcune opere, stampate anche dopo la morte dell'autore,
Padre Pietro Theilhard de Chardin, che riscuotono un non piccolo favore.
Tralasciando il giudizio su quegli argomenti pertinenti alle scienze positive,
in materia filosofica e teologica è abbastanza evidente che le
suddette opere contengano ambiguità tali, e anzi gravi errori da
offendere la dottrina cattolica.
Per la qual cosa gli Eccellentissimi e Reverendissimi Padri della Suprema
Sacra Congregazione del Sant'Offizio esortano tutti gli Ordinari nonché
i Superiori degli Istituti religiosi, i Rettori dei Seminari e i Presidi
delle Università, a tutelare efficacemente gli animi, particolarmente
quelli dei giovani, dai pericoli delle opere di Padre Theilhard de Chardin
e dei suoi seguaci».
Dato in Roma, nel Palazzo del Sant' Offizio, il 30 giugno 1962.
Sebastiano Masala, Notaio»
Il ruolo importante svolto da mons. Masala come collaboratore del cardinale
Ottaviani è messo in luce in due pubblicazioni di case editrici
nazionali.
1. Ecco la nota che Emilio Cavaterra inserisce nelle pagine iniziali del
suo volume Il prefetto del Sant'Uffizio. Le opere e i giorni del cardinale
Ottaviani (Milano, Mursia, 1990, pp. 176; vi sono riprodotte due foto,
in cui mons. Masala compare accanto al cardinale Ottaviani): «Si
ringraziano per l'aiuto prestato S.E. monsignor Luigi De Magistris, Reggente
della Penitenzieria Apostolica, e monsignor Sebastiano Masala, Uditore
emerito della Rota romana».
In una nota del suo Diario relativo agli ultimi giorni dell'anno 1966,
il cardinale Ottaviani scrive: «In casa vengono a parlarmi De Magistris,
Simcic e Masala. Implorano cambiamento. Alcuni (anche della Segreteria)
mi ritengono ostacolatore della Riforma della Curia». Rileva Cavaterra:
«Un mutamento, quello sollecitato dai tre monsignori, per impedire
che elementi interni alla Congregazione del Sant'Offizio facciano il doppio
gioco ai danni dello stesso Ottaviani, che da parte sua non traccia alcun
commento».
Spiega ancora Cavaterra: «Ecco alcuni appunti vergati da Ottaviani
nel suo Diario di gennaio 1967, chiaramente riferiti alla dura querelle
sull'eterodosso catechismo olandese: “Dopo la Consulta avverto il
Generale O. P. de censura exercenda. I dieci punti della catechesi. Legatio
mittenda. S. O. bononiensi. Masala dal cardinale Cicognani per accordi
sul catechismo; colloquio con Willebrands circa necessità d' intesa”».
2. Nel volume di Andrea Tornielli, Fatima. Il segreto svelato (Milano,
Gribaudi, 2000), a pagina 56 troviamo scritto: «All'improvviso,
nell'agosto del 1959, quella terza parte del segreto di Fatima gelosamente
custodita fino allora nella busta con i sigilli di ceralacca dell'ormai
defunto vescovo di Leiria, viene dunque conosciuta da un numero imprecisato
di persone. Tra di loro, oltre al Papa e al suo segretario Loris Capovilla,
ci sono il cardinale Ottaviani, padre Paolo Philippe, padre Angelo Raimondo
Verardo, monsignor Pietro Parente e monsignor Sebastiano Masala del Sant'Uffizio,
il cardinale Domenico Tardini e monsignor Antonio Samorè della
Segreteria di Stato, il cardinale Gregorio Pietro Agagianian (“concorrente”
di Giovanni XXIII durante il conclave dell'anno precedente)». Aggiunge
in nota Tornielli: «Sebastiano Masala, “promotore di giustizia”
al Sant’Uffizio, collaboratore del cardinale Ottaviani, parlerà
molti anni dopo con un amico della riunione durante la quale venne letto
il segreto. La persona in questione, un autorevole prelato vaticano, mi
ha chiesto di mantenere l'anonimato: “Masala mi disse che nel segreto
c’era scritta una cosa che sta sotto gli occhi di tutti”».
3. Ploaghe per mons. Masala. A Ploaghe mons. Masala è ricordato
per quanto ha fatto per la realizzazione del complesso “Opera San
Giovanni Battista” (struttura finalizzata all'assistenza spirituale
e materiale dei vecchi, degli ammalati, dei minori privi di sostentamento
e dei minorati psichici). I ploaghesi hanno voluto dedicargli la piazza
dove sorge la Chiesa di Cristo Re, da lui fatta edificare.
(31-01-2011)
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