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Provincia di Pavia e Santa Giuletta
per san Colombano
prima del XIV meeting internazionale, 2-3 luglio 2011
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L’abate
Colombano (Irlanda c. 525-530) è uno dei più illustri esponenti
del mondo monastico che si impegnò per l'evangelizzazione e il
rinnovamento culturale dell'Europa. Dall'Irlanda si recò (c. 590)
in Francia, Svizzera e Italia Settentrionale, creando e organizzando comunità
ecclesiastiche e fondando vari monasteri: quello francese di Luxeuil,
da lui governato nel rispetto costante di una rigorosa Regola, da lui
stesso elaborata; quello di Bobbio (Piacenza), famoso per la disciplina
e gli studi, dove morì il 23 novembre 615.
Nell'Oltrepò pavese e nel Tortonese sei parrocchie sono dedicate
al santo, ma Santa Giuletta è l'unico paese della provincia di
Pavia che lo ha come patrono. A proposito dell'oratorio di San Colombano
in Santa Giuletta, il canonico Campi nella sua “Storia ecclesiastica
delle città e diocesi di Piacenza” nella parte I, all'anno
di Cristo 604, scrive: “Non guari andò che a San Colombano
decretati gli furono coi soliti riti d'allora i pubblici divini onori
e l'erezione insieme di varie chiese” tra le quali annovera quella
di Santa Giuletta. Inoltre: nel luglio 929 l’abate Gerlanno portò
da Bobbio alla chiesa di San Michele in Pavia le spoglie di san Colombano
per rivolgersi al re Ugo di Provenza: la curticella S.Columbani nominata
tra le tappe del percorso viene identificata con l’oratorio, oggi
purtroppo scomparso, di Santa Giuletta (a Canevino, in occasione della
stessa traslazione, un ragazzo, muto dalla nascita, cominciò a
parlare al passaggio delle reliquie di san Colombano).
Su san Colombano indicato come il più degno co-patrono d'Europa
(a fianco di san Benedetto) il 27 novembre 1999 l'Assessorato alla Cultura
della Provincia di Pavia organizzò un convegno su "San Colombano
e l'Europa. Religione, Cultura, Natura", che vide come relatori Angiolino
Bulla, Arturo Calzona, Renata Crotti, Alessandro Ghisalberti, Valeria
Polonio Felloni, Paolo Tomea, Luciano Valle, Giuseppa Z. Zanichelli. (Del
convegno, per iniziativa della Provincia, nel 2001 furono poi pubblicati
gli atti – presso Ibis, pp. 172 – a cura di chi scrive e del
prof. Luciano Valle).
Un anno dopo, il 25 novembre 2000, in occasione della festa patronale
di San Colombano, a Santa Giuletta, nell’auditorium della scuola
media, si tenne un seminario di riflessione dal titolo “San Colombano:
attualità di una lezione spirituale e culturale”, sempre
organizzato dall’Assessorato alla Cultura della Provincia, a complemento
di una tre giorni pavese (22-24 novembre) dal titolo complessivo “Lungo
i percorsi della discendenza di Abramo (Ebraismo, Cristianesimo, Islamismo).
Storia e filosofia dei millenarismi nel passaggio al Terzo millennio".
(Purtroppo di questa importante tre giorni, per mancanza di fondi, non
sono mai stati pubblicati gli atti).
A Santa Giuletta, oltre al sottoscritto, che coordinò i lavori,
intervennero: l’allora Assessore provinciale alla Cultura, Delio
Todeschini; il sindaco di Santa Giuletta, Carlo Bolognesi; il parroco
don Luciano Chiesa; gli specialisti Luciano Valle, filosofo ambientalista;
Renata Crotti, dell’Università degli Studi di Pavia; Mauro
Steffenini, del Movimento "Columban's Day" di San Colombano
al Lambro; Mario Maffi, enologo. A cura di chi scrive gli interventi (anche
del pubblico) furono riportati nel periodico comunale di Santa Giuletta
“Partecipare” (n. 36, novembre 2001) ma, per evidenti motivi
di spazio, non fu possibile pubblicare sul giornale i testi delle interessantissime
relazioni dei quattro specialisti.
Santa Giuletta, sabato 2 e domenica 3 luglio, ha ospitato il XIV Meeting
delle comunità colombaniane. Il Meeting si svolge annualmente in
una città, sia in Italia che in Europa, legata al monaco ed abate
irlandese: in essa viene portato il busto argenteo contenente la reliquia
del teschio del santo proveniente da Bobbio e si celebrano varie cerimonie
solenni (sempre in Oltrepò pavese, quindi sempre nella diocesi
di Tortona, a Canevino – che, come abbiamo detto, vanta tracce e
memorie storiche relative a san Colombano – il Meeting si era tenuto
nel luglio 2003).
Durante la manifestazione di domenica gli insegnamenti di san Colombano
sono stati vigorosamente sintetizzati nell’omelia di mons. Donald
McKeown, vescovo ausiliare della diocesi di Down and Connor in Bangor
(Irlanda), che ha presieduto la celebrazione eucaristica con la concelebrazione
di sei vescovi (Tortona, Piacenza-Bobbio, Pavia, Vigevano, Lodi, Milano):
una perorazione in raffinato (per i contenuti) e simpatico (per la pronuncia)
italiano, che ha infervorato il cuore delle centinaia di fedeli presenti
(a scaldare i corpi ci ha pensato il sole cocente).
Qualche passaggio del discorso. È difficile oggi seguire la regola
imposta da san Colombano ai suoi monaci (obbedienza, silenzio, digiuno,
disprezzo dei beni terreni, ripudio della vanità, castità,
preghiera, discrezione, mortificazione di superbia e orgoglio, buon esempio;
esaltazione della debolezza e dell'umiltà; obbligo di esercitarsi
ogni giorno anche nel campo culturale e di leggere e copiare i libri:
sappiamo che i monaci dovevano istituire scriptoria e biblioteche nei
monasteri). Il suo insegnamento generale può e deve essere da tutti
apprezzato perché Colombano è stato tra i fondatori della
concezione moderna della persona e dell’uomo, ha affermato che non
c’è dignità senza libertà, come riportato nell’ingresso
della cripta della cattedrale di Bobbio: si tollis libertatem, tollis
dignitatem. È inoltre da ricordare che Papa Benedetto XVI lo ha
definito “santo europeo”: infatti, San Colombano stesso scrive
in una lettera che gli europei devono essere un unico popolo, un "corpo
solo" che viene unito da radici cristiane in cui le barriere etniche
e culturali vanno superate. Commento: quale messaggio è più
attuale di questo?
(08-07-2011)
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