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Sardegnatavola in
Mamujada
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Interessante e simpatico
incontro a Mamoiada sabato pomeriggio nella sala consiliare per parlare
della rivista Sardegnatavola, diretta da Giorgio Ariu che tante volte
ha coinvolto i Mamuthones e Issogadores nel suo periodico, ma anche portandoli
a sfilare con le loro antiche e misteriose danze ritmate per le principali
vie di Milano.
Dinanzi ad un attento e interessato pubblico l'assessore comunale alla
cultura di Mamoiada Agostino Melis ha presentato l'incontro parlando dell'importanza
della rivista Sardegnatavola, dell'attualità delle tematiche enogastronomiche,
delle pagine che questa rivista ha dedicato alla vivace e attiva realtà
enologica e museale del paese, degli sforzi che il Comune fa per incoraggiare
i produttori di vino e l'imprenditoria in genere, nonostante le ristrettezze
imposte dal patto di stabilità che ora condiziona anche i bilanci
dei piccoli comuni.
Agostino Melis ha parlato pure della esigenza di educare i giovani e le
nuove generazioni al consumo dei prodotti locali, ponendosi come traguardo
prodotti a km zero, cominciando dalla mensa scolastica che di questi prodotti
si deve servire in modo che il gusto dei bambini possa abituarsi ai nostri
sapori e al consumo di prodotti genuini.
E' poi intervenuto il direttore della rivista Sardegnatavola Giorgio Ariu
che ha parlato dell'impegno per diffondere le migliori produzioni della
Sardegna nel mondo attraverso specifici e mirati servizi giornalistici
o con la promozione di eventi nelle più importanti città
italiane e europee per presentare le eccellenze enogastronomiche sarde,
per far gustare i nostri prodotti e dimostrarne la loro genuinità
e bontà.
Ma Giorgio Ariu, dalle cui parole traspariva in modo irruento il suo infinito
amore per la Sardegna e per i luoghi che visitava, non presentava solo
la sua rivista Sardegnatavola, ma tutta l'isola con i suoi paesaggi, le
sue bellezze, la sua natura incontaminata, le zone interne e quelle marine,
la cultura e l'identità di questa meravigliosa isola i cui frutti
agroalimentari non possono non essere di ottima qualità e fragranza.
Giorgio Ariu sottolineava con amarezza quanto i sardi importavano dal
punto di vista agro-alimentare, mentre avrebbero potuto sfruttare meglio
le potenzialità dell'isola coltivando in modo più intensivo
e intelligente la loro terra e fruendo di prodotti più genuini
e salutisti.
E' seguito poi l'intervento di Tonino Bussu che ha posto l'accento dell'importanza
della cultura sarda e del recupero del nostro modo di esprimerci in quanto
ciò è premessa per un recupero della nostra identità
di popolo e anche di un'identità economica che oggi la Sardegna
ha in gran parte perso data la sua grande dipendenza alimentare dai paesi
esterni, dalle ditte che provengono da fuori, mentre la produzione sarda,
che è spesso di eccellenza, viene trascurata e incontra grandi
difficoltà anche ad essere esistata nei mercati fuori dai confini
dell'isola.
Pertanto un ritorno alla nostra cultura del fare, alla nostra tradizione
agricola e pastorale, adeguati alle moderne leggi di mercato, può
essere la via d'uscita da questa grave crisi che oggi attanaglia la nostra
isola , l'Italia e il mondo intero.
La riscoperta della nostra lingua, del nostro modo di esprimerci, significa
anche riappropriarci delle nostre grandi potenzialità economiche,
significa amare la nostra terra e le sue produzioni che domani potranno
essere l'ancora di salvezza su cui basare un nuovo sviluppo.
E Mamoiada lo fa già con la valorizzazione dei prodotti locali,
dei suoi prodotti agricoli, quali i vigneti e le colture orticole, i suoi
prodotti pastorali, il suo artigianato anche artistico e le sue antiche
tradizioni carnevalesche che trovano nelle maschere dei Mamuthones e degli
Issogadores il simbolo della originalità e dell'amore verso le
tradizioni che diventano il miglior biglietto da visita, la miglior cartolina
per presentare il paese al turista, al visitatore, all'ospite.
Con la rivista Sardegnatavola Mamoiada viene anche raccontata in lingua
sarda perchè le maschere, i vini, i dolci, i pani, i formaggi e
tutte le produzioni locali possano rivivere con la lingua de padri, con
la lingua degli antenati che ne hanno raccontato e conservato nei secoli
tutte le vicende che oggi possiamo vedere quasi dal vivo nei due musei:
quello delle Maschere e l'altro del Lavoro.
Nel suo intervento dunque Tonino Bussu ha incoraggiato i presenti ad avere
maggior fiducia nelle loro potenzialità produttive, recuperando
i valori che erano e sono alla base delle comunità dell'interno
per diminuire la dipendenza dall'esterno anche attraverso un recupero
che parte dalla nostra cultura e dalla nostra massima espressione della
sardità: la lingua sarda.
E' intervenuto infine il direttore dei Musei di Mamoiada Mario Paffi che
ha parlato sia del museo delle Maschere che di quello del Lavoro rimarcando
l'importanza che questi moderni luoghi della cultura, della tradizione
e del lavoro hanno nell'economia del paese e del territorio sia perchè
sono aperti tutto l'anno, sia perchè i visitatori sono veramente
tanti e in continua crescita, sia perchè sono un centro di irradiazione
culturale per la diffusione della nostra identità, delle nostre
tradizioni
Non sono quindi musei classici, statici, ma sono dei centri dinamici che
interagiscono con la realtà circostante, con l'imprenditoria della
comunità, attraverso continue iniziative che spesso sfociano in
attività laboratoriali che coinvolgono le cantine sociali, le associazioni,
le scuole, gli artigiani.
Si è creata dunque una collaborazione reciproca tra realtà
museale e imprenditoria che ha permesso a Mamoiada di crescere culturalmente,
di confrontarsi con realtà esterne, di capire meglio il valore
delle loro tradizioni e produzioni, di ritagliarsi un ruolo specifico
in un dialettico confronto tra locale e globale.
Grazie ai musei, ha continuato Mario Paffi, sono stati elaborati progetti
e iniziative che hanno coinvolto altre realtà similiari sia a livello
europeo che extra-europeo dove il confronto tra culture, tra realtà
economico-sociali, tra piccole comunità fortemente caratterizzate,
ha permesso la scoperta di tradizioni anche affini e una grande crescita
culturale che incoraggia certamente a continuare sulla strada finora intrapresa.
(27-03-2013)
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