Il 15 e 16 settembre 2007, l’Avis, Associazione Volontari Italiani del Sangue, con una serie di manifestazioni, ha celebrato i venti anni dalla sua costituzione. A seguire, si riportano gli interventi pubblicati in un apposito opuscolo, curato dall’associazione.

Ventanni insieme
di Fina Mameli *


Troppo tempo occorrerebbe per tracciare, anche se a grandi linee, la storia dell’AVIS a Bolotana da quel lontano 1987, e per ricordare questo evento abbiamo pensato di stampare questo opuscolo, che pensiamo rappresenti per i donatori motivo di grande orgoglio.
E per me un grande onore essere presiedente dell’AVIS di Bolotana. In questa veste è mio compito condurre i festeggiamenti della ricorrenza del ventennale di costituzione della nostra associazione. In questo momento ritengo di dover ringraziare il presidente che mi ha preceduto, ed attualmente presidente onorario il signor Luigi Ladu. Un doveroso e sentito ringraziamento a tutti i componenti del direttivo, grazie ai quali riesco ad andare avanti nell’incarico affidatomi, e a tutti i soci che hanno contribuito con un fortissimo senso di altruismo a tenere in piedi una grande realtà come l’AVIS.
La nostra sede oltre ad essere impegnata nel nostro comune, opera anche nei paesi di Ottana, Orotelli e Silanus, per un totale di 123 iscritti di cui 16 della comunità Silanese e 3 del comune di Ottana, grazie ai quali è stato possibile conferire al centro trasfusionale dell’ospedale San Francesco di Nuoro annualmente circa 200 sacche di sangue intero.
Sono consapevole che si dovrebbe fare di più, per soddisfare il fabbisogno dei Talasemici, e non solo, presenti nella nostra isola.
Per questo motivo mi rivolgo in modo particolare a tutti i giovani affinché si avvicinino all’AVIS. Donare il sangue, una piccola parte di noi, oltre ad aiutate chi soffre, in tanti casi salva la propria vita.
A conclusione di questo breve pensiero mi resta da esprimere un desiderio personale, sperare che un giorno nei centri trasfusionali della Sardegna, e del mondo intero si possa raggiungere l’autosufficienza.
E dal profondo del cuore vi dico, provate almeno una volta nella vostra vita a compiere questo gesto ineguagliabile.
Viva l’AVIS.

* Presidente Avis Bolotana

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Ringraziamento
di Francesco Manconi*


Presidente, è un grande onore, in questa importante circostanza poterLe esprimere a nome mio, della Giunta e del Consiglio Comunale, sentimenti di sincera e profonda gratitudine per la ventennale opera sociale portata avanti dalla sua benemerita Associazione.
Il ringraziamento e la mia personale stima va estesa a tutti i dirigenti, ai soci, ai donatori volontari che nel tempo, si sono prodigati con grande spirito di abnegazione e generosità a far assurgere l’associazione che Lei presiede a realtà prestigiosa ed imprescindibile.

* Sindaco di Bolotana

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La Scommessa
di Luigi Ladu*


La donazione del sangue, sin dalla mia infanzia, mi è sempre apparsa come un umile gesto, che una persona in buona salute, ha il dovere di elargire a favore di soggetti meno fortunati, che non per loro volontà, ma per un triste destino, necessitano di una sacca del prezioso liquido. Questo, mi ha consentito di rivolgermi saltuariamente, presso un centro prelievi e stendere il braccio, prima in modo timido, poi sempre più convinto, diventando donatore periodico. Il fatto, ha maturato in me, la convinzione di avvicinarmi verso l’Avis, la nobile associazione, costituita nel lontano 1927 con profonde basi dall’indimenticabile Vittorio Formentano, sodalizio, sempre in prima linea nel portare in evidenza il problema sulla carenza di sangue e quindi vicina al mio modo di pensare e di essere.
Iscritto alla comunale di Nuoro, in seguito, entrato a far parte dell’Esecutivo provinciale, con un incarico stimolante che si addiceva proprio alla mia personalità “Addetto Attività e Propaganda” con il compito di seguire i gruppi aziendali e la costituzione di nuove sezioni.
Orgoglioso e rispettoso del mio incarico, sponsorizzato da tanti amici Avisini, cercai di allargare il numero delle sezioni nel nuorese.
Il fiorire di nuove e dinamiche realtà, gratificava maggiormente il mio impegno in seno al gruppo, che in qualche modo consideravo parte integrante della mia famiglia.
Con la diffidenza di tanti operatori del settore “Bolotana ha sempre fallito, nelle poche volte che si è potuta organizzare una raccolta di sangue” e la fiducia di pochi, tra questi Giovanni Manca, allora alla presidenza provinciale dell’associazione, si organizzò la prima visita Avis con autoemoteca in paese. Il risultato fu eclatante per la partecipazione e il numero delle sacche raccolte.
Questo, fu un vero stimolo, per iniziare una ricerca di adesioni e quindi costituire anche a Bolotana la sezione Avis, e porre così fine, a quel fastidioso senso di sottomissione, a cui era sottoposto suo malgrado, il fruitore, quando casualmente, incontrava per la strada un donatore occasionale.
Con alle spalle l’Avis, tutti potevamo essere donatori e nello stesso momento beneficiari, e pertanto, senza nessun obbligo di riconoscenza verso altri, poiché era l’associazione in primis che interveniva e non il singolo.
Certo, non essendo nativo di Bolotana, non avendo ancora una conoscenza piena delle varie espressioni locali, mi sembrava tutto più difficile, poiché, anche in questo caso, non erano in molti a scommettere sulla riuscita del progetto. “Sai Luigi, Bolotana è sensibile a questo problema, ma è restia all’idea di legarsi a qualsiasi tipo di organizzazione con precise regole, pertanto, scordati l’idea di costituire la sezione”, questo a grandi linee è quanto mi sentivo continuamente dire. Col consenso di pochi, inizia egualmente la sfida. In quel momento, l’aiuto più importante mi fu dato da una persona che, donatore di sangue, non sarebbe mai potuta divenire, poiché ritenuta non idonea per motivi di salute: Mariangela Ninniri, è il suo nome.
Nella piazza principale del paese, Mariangela, aveva una sua attività commerciale, e quello fu un punto di riferimento per tutta l’organizzazione, dove io, potevo lasciare schede per l’iscrizione, modulistica varia e fissare eventuali incontri con i probabili associati.
Raggiunto il numero necessario degli iscritti, in data 11 ottobre ’87, inviammo una domanda all’organismo provinciale con l’invito di deliberare la costituzione della nuova sede periferica, il tutto si decise in pochissimo tempo con la delibera che avvenne il 31 dello stesso mese, così fissammo la data costitutiva per il 14 novembre. In quella circostanza, nella partecipata assemblea, si moltiplicarono in modo straordinario gli aderenti all’associazione.
Costituita la sezione Avis, si utilizzò come sede la mia abitazione, questo sottoponendo la mia casa a un continuo via e vai di donatori e amici, certo, molto più semplice per il sottoscritto ma, per evitare che la cosa potesse sembrare una struttura strettamente personale, occorreva al più presto trovare dei locali alternativi, per poterci ospitare, nello stesso momento, occorreva adottare una politica di proselitismo, richiamando in continuazione, all’attenzione della comunità al problema istituzionale che ci eravamo preposti.
Dopo una serie di svariate e illusorie promesse, ecco che, l’allora presidente della Usl n. 6 Romano Benevole, ci mise a disposizione un locale ormai in disuso, e per di più, si fece carico dei lavori per la sistemazione logistica finalizzata alla nostra attività, ancora oggi, quella è la nostra casa.
Gratificati per le sempre più produttive risposte da parte dei donatori, si pensò che, occorreva investire sui giovani, e così puntammo molto sui ragazzi sia nell’ambito scolastico che sportivo. Per quanto riguarda la scuola si iniziò un discorso favorevole, avendo la disponibilità concreta e la sensibilizzazione del gruppo docente. Si programmarono conferenze e concorsi vari, che sicuramente, ancora oggi si hanno i positivi riscontri.
Nell’ambito dello sport, organizzammo il “Trofeo Avis” una corsa su strada, che portò a Bolotana i big dell’atletica nazionale e internazionale.
Con lo spirito di erogare un servizio per i ragazzi e distoglierli dai pericoli che in giovane età si corrono in realtà carenti di idonee attività ludiche, proponemmo la vita salutare dello sport, questo, con una disciplina non ancora presente, consapevoli che, sarebbe stato anche un sicuro investimento poiché, potrebbero essere i probabili donatori del domani, così, costituimmo un gruppo sportivo, regolarmente affiliato alla Federazione Italiana di Atletica leggera col numero NU 101, questo è ancora oggi nel vivo della sua attività col nome di Polisportiva Olimpia. Sempre nell’ambito ricreativo, si diede vita alla squadra di calcio Avis, che puntualmente, partecipava ai vari tornei, che si proponevano nel paese.
Le sacche di sangue riversate al Centro Trasfusionale diventavano sempre più numerose, e così, spinti dall’animo di chi vuole offrire qualcosa in più, programmammo con la collaborazione dell’Organismo provinciale delle raccolte di sangue, anche nei paesi limitrofi, sensibilizzando inoltre, quelle realtà e ponendole nelle condizioni affinchè si moltiplicassero le sezioni Avis.
Questi sono alcuni input utilizzati, segnali che, hanno dato dei risultati straordinari, e che nonostante il tempo trascorso, sono sicuramente ancora attuali e spendibili nel proseguo del percorso.
A distanza di tanti anni, possiamo dire con certezza, che la scommessa è stata vinta, questo, in barba a quanti non credevano nel progetto. La riuscita dell’evento, ci fa capire che, se le motivazioni sono valide, con una costante guida che va avanti con umiltà e la dovuta determinazione nell’intraprendere le risoluzioni adottate, la sensibilità dei bolotanesi è forte, continua e per di più stimolante. Per questo, consentitemi un grandissimo grazie, a quanti, hanno condiviso o comunque abbracciato questo bellissimo e straordinario percorso.
Dati conseguiti sull’attività svolta, ed eventuali iniziative, presenti e future, saranno gli attuali dirigenti a fornirvele, il sottoscritto si è limitato a ricordare il momento di partenza di questa meravigliosa creatura, che oltre a contribuire notevolmente a risolvere il problema sangue, ha certamente reso a tutti noi, qualcosa in più, sia nell’ambito culturale che umano, restituendoci, più di quanto noi stessi abbiamo dato.

 

* Socio fondatore e Presidente Onorario Avis di Bolotana

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“A piccoli passi scriviamo la storia......”
di Rina Latu*


Ricorre quest’anno l’80° anniversario dell’AVIS, nata a Milano nel lontano 1927.
L’Avis Comunale di Bolotana si racconta attraverso i suoi primi 20 anni.
La sede di un piccolo paese della Provincia di Nuoro fa parte integrante della storia del Volontariato del Sangue, tessera importante di un mosaico in continua crescita e cambiamento per dare corpo al grande quadro della solidarietà, intessuto da persone sensibili, discrete, silenziose che hanno deciso di “farsi carico dell’altro”.
Sono fiera di poter affermare che i Soci di questa piccola grande Sede, stanno contribuendo, col loro dono e con le loro iniziative, alla costruzione di quell’Uomo Solidale di cui oggi più che mai si avverte la necessità. Questo opuscolo, al quale volentieri do il mio contributo, fa parte di quelle iniziative per pensare insieme ad un mondo nuovo possibile, e propone a tutti una seria riflessione.
Da queste pagine si evince ancora una volta, se pure in maniera molto semplice, la cultura della solidarietà, la condivisione del servizio e l’attenzione verso gli altri.
Agli amici di Bolotana va il mio grazie a nome di chi non ha voce e, a coloro che vorranno soffermarsi su questi messaggi, rivolgo un invito sentito:
“Non rinunciate al valore e al piacere del dono, qualunque sia la forma; venite a far parte della nostra grande famiglia dove ciascuno potrà trovare spazio per stare meglio con sé stesso e col suo Prossimo”.

 

* Presidente Avis Provinciale Nuoro

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Il sangue - la donazione
di Pier Paolo Bitti *


Il sangue umano è un fluido viscoso composto da una parte liquida (plasma) e da cellule (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine).
L'impossibilità di ottenerlo artificialmente e il suo larghissimo impiego terapeutico rendono il sangue sempre insufficiente.
Questa perenne emergenza può essere superata solo con la consapevolezza e la solidarietà di tutti i cittadini.
La maggior parte di noi può donare il sangue e la maggior parte di noi, almeno una volta nella vita, potrebbe averne bisogno.

Donare il sangue può davvero salvare una vita o addirittura più vite: pazienti thalassemici, malati di leucemia, pazienti in gravi condizioni dopo un incidente, pazienti che subiscono un'operazione chirurgica; pazienti affetti da malattie per cui può diventare necessario, a giudizio del medico, trasfondere globuli rossi concentrati o emoderivati (p.e. plasma o piastrine).

Donare sangue periodicamente garantisce inoltre ai donatori un controllo costante dello stato di salute, attraverso visite sanitarie e accurati esami di laboratorio

Il fabbisogno nazionale di sangue intero, secondo le indicazioni dell'Istituto Superiore di Sanità, è calcolato in 2.300.000 unità, mentre quello del plasma è di 850.000 litri.
Per raggiungere queste cifre i donatori dovrebbero essere almeno 1.300.000.
Siamo ancora molto lontani da questa cifra e perciò dall'autosufficienza.

Soprattutto nel periodo estivo si avverte un calo di donazioni, mentre il bisogno di sangue aumenta, anche per il maggior flusso di turisti e per il fabbisogno di servizi come, ad esempio, l'alta chirurgia e i trapianti.

Per essere ammessi alla donazione si effettua un visita medica da parte di medici esperti in Medicina Trasfusionale e, su ogni donazione, si eseguono particolari esami ematologici, ematochimici e virologici, nonché l’accurata determinazione del gruppo sanguigno maggiore (sistema A-B-O) e sistemi minori (Rh, Kell, ecc.).

Per donare sangue bisogna avere i seguenti requisiti:
età compresa tra i 18 e i 65 anni
buone condizioni fisiche generali
peso non inferiore ai 50 chilogrammi
Donare il sangue è un atto di sensibilità e responsabilità nei confronti degli altri e di sé stessi e non comporta alcun rischio per il donatore.
Purtroppo alcune gravi malattie infettive, come epatite virale, AIDS, sifilide, e altre ancora. possono essere trasmesse dal donatore al ricevente (in alcuni casi, è bene autoescludersi dalla donazione: comportamenti a rischio di trasmissione di malattie infettive virali controindicano la donazione).
Per questo è importante compilare in maniera assolutamente veritiera e accurata il questionario pre-selezione e il colloquio con il medico trasfusionista è un momento fondamentale per valutare eventuali controindicazioni alla donazione.

Il prelievo dura intorno ai 10 minuti e consiste nella raccolta di circa 450 grammi di sangue.

La donazione di sangue si può effettuare a intervalli non inferiori ai 90 giorni: gli uomini possono donare quattro volte l'anno, le donne in età fertile due volte l'anno.
I donatori di sangue e di emocomponenti con rapporto di lavoro dipendente hanno diritto ad astenersi dal lavoro per l'intera giornata in cui effettuano la donazione, conservando la normale retribuzione per l'intera giornata lavorativa (ai sensi dell'art. 8 della legge 23 Aprile 1981, n. 155).

Donare il sangue non comporta alcun rischio per il donatore. Se hai intenzione di farlo ricorda sempre che la salute del ricevente è nelle tue mani: solo tu, infatti, puoi fornire le garanzie necessarie sul tuo stato di salute. Per questo è importante compilare in maniera assolutamente veritiera e accurata il questionario pre-selezione. Trascurare anche qualche piccolo dettaglio all'apparenza insignificante potrebbe creare danni e non benefici al ricevente. Il colloquio con il medico trasfusionista è quindi un momento fondamentale per valutare eventuali controindicazioni alla donazione.
Esiste, infatti, il rischio che malattie infettive possano essere trasmesse attraverso il sangue e i suoi derivati.
Alcune patologie causate da microrganismi (virus, batteri, protozoi) possono essere trasmesse da un individuo all'altro attraverso il sangue: la trasfusione di globuli rossi, plasma o piastrine e l'utilizzo di farmaci plasmaderivati (albumina, fattori della coagulazione, immunoglobuline) rappresentano procedure a "rischio infezione".
E' bene pertanto che la presenza di eventuali sintomi o segni indicativi di uno stato infettivo o l'avvenuto contatto con soggetti infetti siano sempre sottoposti all'attenzione del medico

La presenza di uno stato infettivo (i cui segni possono essere anche un banale raffreddore o il mal di gola) in fase acuta possono dar luogo a una transitoria viremia, cioè alla presenza di virus nel circolo sanguigno.
La convivenza con soggetti affetti da alcune malattie infettive (ad esempio morbillo, altre malattie esantematiche dell'infanzia) comporta la temporanea non idoneità alla donazione anche in assenza di sintomi, in quanto il periodo di incubazione di queste patologie può essere di qualche settimana.
La trasfusione di sangue portatore di virus, soprattutto in alcune categorie di pazienti (soggetti immunodepressi, ematologici o oncologici), potrebbe essere estremamente dannosa

Il rischio infettivo più temuto dai pazienti trasfusi è quello da HIV (virus responsabile dell'AIDS), da HBV (virus responsabile dell'epatite B) e da HCV (virus responsabile dell'epatite C).
Oggi i test di laboratorio per la diagnosi di queste malattie sono estremamente sensibili e specifici e consentono di rilevare la presenza del virus nel sangue poco tempo dopo l'infezione: le nuove tecniche di biologia molecolare possono addirittura ricercare la presenza di frammenti dell'agente infettante nel sangue. Esiste tuttavia un piccolo lasso di tempo in cui il virus presente nell'organismo non è rilevabile dai test di laboratorio: è il cosiddetto "periodo di finestra diagnostica".
E' proprio per ovviare a questo limite dei test che durante il colloquio tra il medico e il potenziale donatore deve essere attribuita particolare attenzione ad alcuni comportamenti considerati a maggior rischio (assunzione di sostanze stupefacenti, rapporti sessuali a rischio, rapporti sessuali o convivenza con soggetti positivi per epatite B, epatite C o AIDS ma anche l'esecuzione di tatuaggi o piercing)

Diventare donatore di sangue è anche un'ottima occasione per tenere sotto controllo sé stessi e per scoprire, ai primissimi sintomi, patologie "silenti". Ad ogni donazione, infatti, vengono effettuati i seguenti esami:
• esame emocromocitometrico completo
• controllo transaminasi
• sierodiagnosi per la lue
• HIV Ab 1-2
• HBs Ag
• HCV Ab
• HCV RNA-NAT
Per il donatore periodico altri esami di laboratorio e strumentali sono eseguiti a scadenza annuale. Esistono poi condizioni patologiche o comportamentali non compatibili temporaneamente o definitivamente con la donazione in quanto dannose per il donatore, per esempio:
• cardiopatie
• ulcera gastrica o duodenale
• anemia
Sono causa di sospensione temporanea quelle condizioni per le quali, trascorso il periodo di non idoneità, si può riprendere l'attività di donazione, ad esempio:
• sindrome influenzale
• faringite (mal di gola)
• gastroenteriti
• alcuni tipi di terapia (antibiotici)
• interventi chirurgici
• viaggi in zone tropicali
• gravidanza

La vita non ha prezzo,
donare il sangue non costa nulla

 

* Direttore del Servizio di Immunoematologia e Trasfusionale della ASL 3 Nuoro

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