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Insegnò nel 1955
anche a Cagliari il glottologo Luigi Heilmann,
nato 100 anni fa in Oltrepò Pavese
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Cento
anni fa, esattamente il 21 agosto 1911, nacque a Portalbera (paese di
1500 abitanti in provincia di Pavia, nell'Oltrepò) Luigi Heilmann,
che tutte le più importanti enciclopedie ricordano come grande
linguista e esperto cultore degli studi orientalisti.
Heilmann studiò a Pavia sotto la guida di Luigi Suali (Bologna
1881- Pavia 1957; profondo conoscitore della filologia indiana, docente
di sanscrito per decenni presso l'Università pavese), e di Gino
Bottiglioni (Carrara 1887-1963; specialista di vari campi della glottologia,
docente per un decennio presso l’ateneo pavese e, nel 1927, presso
quello di Cagliari, autore di importanti opere sulla lingua e sulla cultura
della Sardegna elaborate a seguito di un prolungato soggiorno di studio
nell'isola, negli anni 1915-1918).
Heilmann, laureato in Lettere a Pavia nel 1934, fu dapprima assistente
volontario nell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
(1934-37); abilitato all'insegnamento, fu prof. di italiano, storia e
latino nelle scuole superiori di Varese, di Pavia e di Roma (1937-43).
Divenuto professore universitario nel 1955, ordinario dal novembre 1959,
occupò la cattedra di Glottologia, per un anno (1955), nella Facoltà
di Lettere e Filoso?a dell’Università di Cagliari, successivamente,
?no al collocamento fuori ruolo (novembre 1981), nella Facoltà
di Lettere e Filoso?a dell'Università di Bologna (in quella città
è morto il 9 ottobre 1988).
È scritto nel necrologio che compare nell’annuario 1988 dell’ateneo
bolognese: “Profondo conoscitore di molte lingue, antiche, moderne
e orientali, anche di ceppo diverso, Luigi Heilmann ha il merito storico
di aver rinnovato con acutezza e coraggio la linguistica italiana, introducendo
in Italia lo strutturalismo, un orientamento metodologico che avrebbe
informato di sé il campo delle scienze umane, espandendosi via
via dall'originaria matrice linguistica; un suo libro fondamentale è
‘La parlata di Moena [Trento] nei suoi rapporti con Fiemme e con
Fassa: saggio fonetico e fonematico’ (1955), la prima grande opera
dello strutturalismo italiano che, così di un balzo, si portava
a livello europeo”.
Cinque anni prima, nel 1950, Heilmann aveva però pubblicato uno
studio che i pavesi e in particolare gli oltrepadani dovrebbero avere
molto caro dal titolo “La parlata di Portalbera e la terminologia
vinicola nell’Oltrepò pavese”, oltre 100 pagine illustrate
che risultano reperibili in provincia di Pavia solo presso la Biblioteca
“Petrarca” della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università,
e in due altre sole biblioteche (Università di Bologna e di Torino).
Una piccola ricerca bibliografica on line testimonia che si tratta di
un testo apprezzato da studiosi italiani (“saggio dialettologico
esemplare” lo ha definito Angelo Stella in uno scritto del 1976),
francesi, tedeschi e spagnoli. Sia Stella sia più recentemente
Cierre su “La Provincia Pavese” (17 ottobre 2010) hanno ricordato
che Heilmann con Piero Meriggi attuò una revisione sistematica
del “Dizionario pavese italiano” di Ettore Galli (1965). Insomma,
nel centenario della nascita Heilmann meriterebbe a buon diritto la riedizione
del suo studio sulla parlata del paese natale!
(07-04-2011)
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