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PITZINNOS MINORES DI LUIGI LADU
L’EDUCAZIONE AL LAVORO NELLA SARDEGNA DEGLI ANNI CINQUANTA
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Su traballu
est suore
'e dignidade.
Est aficu
'e mezoru
parusadu
cada die:
prammizu
'e libertade
chi achietat
su cras!
Questi
racconti di Luigi Ladu, Pitzinnos Minores (Reminiscenze d’infanzia),
hanno il pregio speciale delle opere narrative che riescono a dare un
“rispecchiamento” significativo di un determinato periodo
storico e di uno specifico spazio geografico. Credo peraltro che la rappresentazione
che Ladu ci dà del contesto storico e antropologico della Sardegna
interna degli anni Cinquanta possa emozionare anche coloro che non hanno
vissuto, come a me è capitato, le stesse esperienze letterariamente
trasfuse dalla mano felice dell'autore in questi scritti memoriali, collage
di nove significativi episodi infantili individuali e collettivi.
Ognuno di questi scritti di memoria biografica si propone con compiutezza
narrativa; ogni singola vicenda descritta riesce ad attivare e riaccordare
la frequenza dei ricordi; queste doti espressive ci permettono di compenetrare
il “mistero” fascinoso dei meccanismi che strutturano dal
punto di vista affettivo e culturale il processo di crescita in quella
determinante e decisiva età che permea l’individuo come persona
e che lo predispone al vivere sociale.
Luigi Ladu ci presenta le sue esperienze di pitzinnu minore, custodite
in lunga decantazione e coltivate nel sedimento dell’animo, attraverso
un percorso narrativo linguistico dal sapore neorealista. Il narratore-protagonista,
mediante l’impiego degli appropriati termini in limba, evidenzia
ed esalta le specificità ambientali e naturali, l’essenziale
sfera dei codici della comunicazione nel microcosmo agro-pastorale e la
solidale presenza del circuito familiare e comunitario.
Tema dominante dei diversi episodi è la raffigurazione della vita
dei bambini precocemente avviati al lavoro, “caricati” quindi
molto presto di una responsabilità individuale e sociale. Le molte
famiglie che incoraggiano al lavoro infantile i loro figli sicuramente
hanno innegabili necessità di sostentamento ma non rinunciano,
come se volessero precostituirsi un alibi, a presentare come un naturale
percorso del processo educativo una immissione innaturalmente anticipata
dei “minori” nell'attività lavorativa.
I saperi che, come organico sistema, compongono la normale scienza pedagogica,
per Luiseddu e i suoi numerosi fratellini significano fattori problematici
di relazione e di svantaggio sociale; la formazione e la crescita sono
sempre, e solo, una sofferta conquista individuale sul campo pratico e
una sfida alla ricerca delle possibilità di riscatto e di miglioramento
sociale che attingono unicamente dall’esempio indomabile e forgiante
offerto dalla traiettoria esistenziale dei genitori.
Le esperienze di vita di Luiseddu - siano esse attività scolastiche,
lavorative in su cunzau o ludiche in sa carrela - risultano determinanti
e con effetti di importanza immediata nell'abituare a concepire deduttivamente
l’educazione al lavoro come valore di natura etica ed economica
su cui poter realizzare un futuro di dignità.
Pitzinnos Minores è lo spaccato di una Sardegna ormai lontana nel
tempo, dove il fenomeno del lavoro infantile era la risposta conseguente
ad una diffusa povertà sociale e individuale; una Sardegna segnata
dal fenomeno dell’emigrazione (nel trentennio successivo alla seconda
guerra mondiale si è verificato un esodo che ha interessato quasi
il 25 per cento del suo popolo), caratterizzata da un diffuso malessere,
con squilibri nel tradizionale comparto agro-pastorale originati da un
nascente sviluppo industriale, che in breve tempo peraltro ha manifestato
drammatiche contraddizioni.
Nei tempi attuali, di suggestiva “globalizzazione” di valori
e identità, la figura di Luiseddu appare come impressa in una datata
vecchia foto in bianconero, mentre le conflittualità economiche
e sociali permangono e richiedono un reale rinnovamento e una convinta
volontà di protagonismo da parte dell’intera società
sarda.
(Pitzinnos
Minores, Luigi Ladu, Gruppo Editoriale L’Espresso, Roma, 2011. -euro
16,00-)
(10-02-2011)
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