Editoria |
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//////////////////////////// Cicaras di amori ////////////////////////////
Che Raffaele Piras
si stia avviando a diventare uno dei poeti sardi più prolifici
del nostro tempo è fuori discussione: non solo quantità
ma anche qualità, attestata dai numerosi premi ricevuti e riconoscimenti
tributatigli. Ad
un lettore poco attento può sembrare che la sua poesia sia permeata
da consistente contenuto pessimistico nei confronti della vita. Ma così
non è. È ben evidente il costante richiamo a momenti felici
di vita vissuta e l'invito ai giovani (e ai meno giovani) a rispettare
la vita in tutti i suoi "aspetti" e a non buttarla via con esperienze
devastanti ovvero attentando alla vita di chi ancora non ha avuto l'opportunità
di realizzarla appieno. Questo richiamo è sintomo di fiducia nella
vita e di esortazione all'ottimismo per chi, nel rispetto delle regole,
deve ancora realizzare un suo percorso, (... curri a sa vida e gosa, piciocheddu,
prima chi si tramùdit su mengianu ...) ancorché egli non
abbia potuto goderne pienamente le gioie e le soddisfazioni a causa dei
ben noti problemi di salute cui prematuramente e stoicamente è
andato incontro. Tutto è reso serenamente sopportabile con l'aiuto
di una fede convinta, misurata, mai bigotta e rinunciataria: (... ses
Tui o Deus miu, vida divina ... est in s'imprassu Tuu sa berafini...).
Il costante riferimento a condizioni che partono da un contesto privato,
prossimo al poeta, per estendersi a scenari più ampi e a implicazioni
collettive, richiama concetti che la lingua sarda - secondo alcuni - non
sarebbe in grado di enunciare con pienezza di significato, in quanto non
avrebbe termini lessicali atti a descrivere o ad esprimere i sentimenti,
i momenti dell'anima, essendo il sardo una lingua "pratica"
nata per riferirsi ad azioni concrete, risultato della civiltà
agro-pastorale d'origine, quindi inadeguata a rappresentare tutto ciò
che materiale non è. Raffaele Piras dimostra che questo assunto
non risponde alla realtà, anzi i momenti più alti della
sua poesia coincidono con la descrizione di sentimenti e stati d'animo
di una delicatezza ineguagliabile che induce alla commozione. Costante
è il richiamo alle difficili condizioni di vita dei popoli del
terzo mondo dove, in particolare donne e bambini soffrono per fame, malattie
e conflitti, tra l'indifferenza generale. Spontaneo e non artefatto è
il confronto tra tempo passato e presente: una nostalgia acuta pervade
il poeta che vorrebbe riproporre "su connotu" non tanto per
sé quanto per coloro che, affacciandosi oggi alla vita, nonhanno
avuto la fortuna di conoscere tempi quando amicizia, spontaneità,
onestà, solidarietà erano concetti che nobilitavano l'esistenza
umana: (... ha un senso seguire solchi di antiche impronte ...). infine,
ma non per questo meno intensa, è l'ammirazione per la Natura,
incontaminata e rassicurante, che ha sempre portato lui e gli amici a
viverla con rispetto consapevole e intenso coinvolgimento, aspetto della
vita al quale molti giovani non sembrano oggi molto interessati. Certo,
i modelli di vita sono cambiati (non sempre in meglio) e dobbiamo prenderne
atto. Ma lasciate che questi cambiamenti ci attraversino la pelle senza
farci sentire fuori dal tempo, vecchi e inattuali. (Gesuino Murru) |