////////////////////////////
L’ASSOCIAZIONE
CULTURALE SOS DE SANTU MATTEU DI BONO PROMUOVE IL CANTO CORALE
IN LIMBA ANCHE ALL’ESTERO
////////////////////////////
L’associazione
culturale “Sos de Santu Matteu” di Bono si avvia
a raggiungere il traguardo del diciassettesimo anno di attività
e si conferma come una delle tante belle realtà sarde, nate dalla
diffusa passione per il canto corale in limba logudorese.
Particolare e caratterizzante è l’attenzione del sodalizio
-diretto dal maestro Franco Carta- verso la pratica del noto repertorio
di canzoni tradizionali e il patrimonio popolare-religioso dei gosos.
Il coro, composto da circa trenta elementi, ha promosso anche all’estero
(Galles, Lettonia, Spagna, Danimarca, Lituania e in Estonia, nella città
di Tartù, per la 48^ edizione dell’Europeade) il canto folkloristico
sardo ed è stato spesso invitato a cantare la liturgia in lingua
sarda in significative cerimonie religiose: si ricordano quelle memorabili
dell’ottobre 2003 in Città del Vaticano, presso la sala Nervi-Paolo
VI e nella Basilica di San Pietro, in occasione del bicentenario della
costituzione della diocesi di Ozieri, alla presenza del Santo Padre Giovanni
Paolo II e del Cardinale sardo Pompedda.
All’associazione bonese si devono svariate iniziative di carattere
culturale-solidale e la registrazione, nel 2005, del CD titolato “Tottu-Cantos
in Bonora”, con la partecipazione del Tenore G.M. Angioy e
degli indimenticati Zizzu Micheli Gusinu e Mondo Vercellino all’organetto
diatonico. Nel 15° anno di fondazione hanno anche curato la pubblicazione
del libro “RAIU VIVU SOBERANU” -con introduzione
di Ubaldo Mulas e il patrocinio del Comune di Bono e della Provincia di
Sassari- che raccoglie i gosos dedicati ai santi di Bono e di Lortzia
ed è arricchito graficamente con le immagini delle numerose chiese
del centro goceanino. Approfonditi studi e raccolte di gosos -che sono
canti devozionali o paraliturgici in onore dei Santi o della Madonna-
risultano contenuti nelle opere di Giovanni Maria Delogu Ibba (sec. XVII-XVIII),
di Giovanni Spano, di Giovanni Sechi e Giovanni Dore, mentre le versioni
riportate nella pubblicazione sono quelle cantate tradizionalmente a Bono
e trascritte fedelmente dal sacerdote Giovanni Manca o attinte dagli appunti
del vecchio cantore locale Michele Mameli.
(29-12-2012)
|