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Sportello in 46 paesi
Comuni protagonisti nella diffusione della lingua sarda
Tredici
sentinelle a difesa della lingua sarda, simbolo di un patrimonio da difendere
e da salvare. Andranno ad operare negli sportelli presenti in 46 paesi
e oltre ad essere supporto alle amministrazioni, saranno attivi nella
diffusione e trasmissione, sia scritta che orale, di cultura e lingua
sarda. Il progetto “Guvernare cun sa limba” è stato
presentato ieri mattina nella sede della Provincia, da anni sostenitore
dell'uso del sardo anche all'interno delle pubbliche amministrazioni.
L'iniziativa è stata perciò illustrata in sardo. Il progetto
coinvolge tredici operatori linguistici, tutti giovani, laureati, con
competenze informatiche, che in questi anni hanno maturato esperienze
nel settore. Niente di folkloristico o antimoderno, ma una sfida all'insegna
dell'identità capace invece di arricchire giovani e meno giovani.
«Siamo consapevoli del fatto che attraverso la nostra azione e il
nostro impegno possiamo fare davvero molto», ha detto Maria Antonietta
Piga, responsabile dell'Ufficio della lingua sarda della Provincia, «questo
progetto crea una rete importante che può diventare un importante
supporto alle attività delle amministrazioni, ma anche intervenire
con le famiglie, spesso vero anello debole del sistema e dove, per una
serie di ragioni, il sardo non si parla più». Eppure un recente
studio della Regione ha confermato che il novanta per cento dei sardi
è d'accordo sull'insegnamento de sa limba nelle scuole. «E'
il segno evidente che la stragrande maggioranza delle persone credono
in un approccio e in un'educazione bilingue», hanno rimarcato due
degli operatori linguistici impegnati nel progetto, Joice Mattu e Nicola
Cantalupo, «sarebbe opportuno che ci fosse una volontà politica
diffusa». In molti auspicano che si possa davvero parlare di un
nuova primavera del sardo. All'incontro, oltre ai protagonisti, c'erano
alcuni amministratori del territorio. «Sposiamo con entusiasmo l'iniziativa»,
ha detto l'assessore alla cultura di Nuoro, Leonardo Moro, «perché
crediamo che identità e modernità non siano affatto in contrasto
ma sinergici». Per il consigliere provinciale indipendentista Bobore
Bussa l'azione per la diffusione e la conoscenza del sardo deve essere
capillare e decisa. «Ce lo chiede la gente», ha detto, «non
vedo perché si debba ancora perdere tempo. Le professionalità
ci sono, occorrerebbe farle lavorare non a singhiozzo ma a tempo pieno
per recuperare quel gap che oggi ci vede perdenti e a rischio di smarrire
lingua e storia».
(Luca Ugu - L'Unione Sarda 29-03-2011)
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