Lingua
sarda: Milia, bilinguismo risorsa per la Sardegna
"Abbiamo
messo in campo tante azioni contro uno Stato tiranno che nell'ultimo anno
ha cercato di ridimensionare in ogni modo la lingua sarda – ha detto
l'assessore Milia – ma come classe dirigente sarda, come Giunta,
come Consiglio Regionale non possiamo chiedere a Roma, una tutela della
lingua che neppure noi diamo".
CAGLIARI,
3 DICEMBRE 2012- "Il bilinguismo è una risorsa contro la crisi
e può essere la base per un nuovo progetto di rilancio economico,
sociale e culturale per la Sardegna. La lingua sarda e le varietà
alloglotte devono unire le nostre genti e non dividerle".
Lo ha detto l'assessore della Pubblica Istruzione, Sergio Milia, chiudendo
ad Aggius i lavori della settima Conferenza della lingua sarda. Dichiarazioni
che non si sono fermate al problema linguistico, ma lo hanno collegato
a scenari politici di prospettiva economica e ambientale.
"La Gallura - ha sottolineato Milia - è l'esempio di un territorio
che ha puntato su un'economia sostenibile fatta di cultura, ambiente e
turismo. Altri territori hanno fatto scelte diverse. La stessa lingua
è stata sacrificata in nome di un falso progresso, mentre autorevoli
istituzioni accademiche di tutto il mondo ci dimostrano che il bilinguismo,
anche di lingua minoritaria, favorisce lo sviluppo. E' ora di un nuovo
progetto politico per la Sardegna basato sulla sua cultura, sulla sua
lingua, sull'ambiente, sul turismo, sul benessere. Un nuovo modello sociale
sardo".
Due giorni di dibattito serrato, esperienze e testimonianze che hanno
tenuto impegnati centinaia di operatori, attivisti, militanti, attori,
musicisti, poeti e scrittori. Il filo conduttore delle quattro sessioni
dei lavori è stato quello di garantire la sopravvivenza della lingua
sarda storica, insieme alle altre minoranze linguistiche presenti in Sardegna:
il catalano di Alghero, il ligure di Carloforte e Calasetta, il turritano
e il gallurese, che ha avuto un trattamento e attenzioni speciali vista
la sede prescelta quest'anno in piena Gallura.
Sia nella sessione dedicata al teatro, sabato mattina, sia in quella dedicata
al tradizionale mondo dei premi letterari di poesia, il sabato pomeriggio,
si è messo l'accento sulla necessità di un rilancio e di
uno svecchiamento dei canoni di approccio a questi temi. In particolare
è emerso il grave problema della disinformazione e della poca attenzione
dei media verso la politica linguistica e anche la diffusione continua
di luoghi comuni, stereotipi e pregiudizi che certo non aiutano la riscoperta
della lingua regionale.
Nella giornata di chiusura, interamente dedicata alla politica linguistica
e al movimento degli uffici linguistici, si è lavorato assiduamente
alla messa a punto di proposte operative da presentare alla Giunta e al
Consiglio Regionale per un sostegno più puntuale delle azioni culturali
più rilevanti.
In due giorni sono intervenuti circa 150 relatori con una modalità
di dibattito agile e breve definito "orizzontale". Ma il vero
clou della manifestazione è stato proprio l'intervento dell'assessore
regionale Milia che ha più riprese ha manifestato la sua disponibilità
a raccogliere le istanze.
"Abbiamo messo in campo tante azioni contro uno Stato tiranno che
nell'ultimo anno ha cercato di ridimensionare in ogni modo la lingua sarda
– ha detto l'assessore Milia – ma come classe dirigente sarda,
come Giunta, come Consiglio Regionale non possiamo chiedere a Roma, una
tutela della lingua che neppure noi diamo. Pertanto credo che, da un lato
il Movimento Linguistico debba fare proposte concrete, dall'altro il Consiglio
Regionale debba essere attento alle istanze, anche di sostegno finanziario
alle politiche linguistiche, di questo importante settore culturale dell'isola".
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