In
morte di Mario Portas
Qualche
settimana fa è morto Mario Portas. Mario era un poeta, ma non solo,
anche un apprezzato pittore, ma non solo, anche un distinto signore, affabile,
disponibile e sinceramente appassionato per le cose in cui credeva. A
lui, nonostante i quasi trent'anni di differenza, mi legava la reciproca
stima, la comune passione per le questioni letterarie e la varietà
di lingua sarda impiegata, in quanto castellanesi entrambi, benché
lui vivesse a Tergu, piccolo ma dinamico comune costituito nel 1980, in
parte, come territorio e persone, proprio dal mio paese Castelsardo.
Ma Mario i suoi versi li componeva soprattutto in logudorese, per la maggiore
in rima, senza però trascurare il verso libero con il quale ha
ottenuto diverse soddisfazioni con primi premi ai concorsi e innumerevoli
piazzamenti. Essere premiati ai concorsi letterari non la ritengo di per
sé la misura univoca per stabilire la dimensione di un poeta, tuttavia
se si partecipa più volte confrontandosi con centinaia di opere
e quasi sempre rientrare nella cerchia di quei trenta o quaranta che differenti
giurie giudicatrici solitamente selezionano qualche indicazione dovrebbe
darla.
Mario per lo più faceva parte di questa élite, spesso nelle
posizioni significative, sempre con opere dignitose e mai banali. Per
questo mi è dispiaciuto vederlo andar via così, senza nessun
poeta ai suoi funerali, senza alcun accenno di ricordo da parte della
comunità dei poeti, né della comunità in cui viveva
e neanche dalle istituzioni che più di altri hanno il dovere di
onorare i poeti. Perché quando muore un poeta non è solo
un uomo che muore, muore con lui un po' del sapere dei luoghi e una parte
sconosciuta di noi, quel giorno, inconsapevolmente, siamo tutti più
orfani...
-------------O come canta la grande Alda
Merini:
Quando muore un poeta / al mondo c'è meno luce, / per vedere
le cose.
Quando muore un poeta / gli uccelli hanno una traettoria in meno / tra
quelle possibili, /e non se ne accorgono.
Quando muore un poeta / il male sorride felice / di aver perso un avversario.
/
Quando muore un poeta / la mia vita è più piccola / la mia
speranza più lieve.
Giuseppe Tirotto (19-12-2011)
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