MIKADO
IPOTESI CIMEMA S.I.R.E (Milano)
presenta
un film di
Piero Sanna
Questo film è stato finanziato
con il fondo di garanzia del
DIPARTIMENTO DELLO SPETTACOLO
In collaborazione con
RAI CINEMA
La Destinazione
un film
di
Piero Sanna
con
Roberto MAGNANI
Elisabetta BALIA
Raffaele BALLORE
Sebastiano BROTZU
Lia CAREDDU
Christiane GREGU
Laura GUNGUI
Cosimino GUNGUI
Antonio MAXIA
Salvatore MELE
Mara MELE
Toto MELE
Antonio MORO
Giampiero SINI
Stefano SODDU
Gisella VACCA
SOGGETTO
Piero Sanna
SCENEGGIATURA
Piero Sanna
Ezio Alberione
Franco Fraternale
PRODUTTORE ESECUTIVO
Marcello Siena
ORGANIZZAZIONE GENERALE
Raffaele Ballore
Ferdinando
Vicentini Orgnani
DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA
Emilio Della Chiesa
MUSICHE
Mauro Palmas
MONTAGGIO
Piero Sanna
CASTING
Raffaele Ballore
Maria Pia Pagliarecci
Piero Sanna
REGIA
Piero SANNA
AIUTO REGIA
Raffaele Ballore
Daniela Borsese
Maria Pia Pagliarecci
ASSISTENTE ALLA REGIA
Gian Piero Sini
SCENOGRAFIA
Antonia Mirella Rubeo
AIUTO SCENOGRAFO
Raffaele Ballore
ASSISTENTE SCENOGRAFIA
Gian Piero Sini
COSTUMI E LOCATIONS
Raffaele Ballore
COSTUMISTA
Barbara Tramaloni
ASSISTENTI COSTUMISTA
Cinzia Gungui
Ilaria Ticca
FONICO PRESA DIRETTA
Tonino Gelao
MICROFONISTA
Antonio Zanzu
MONTAGGIO DEL SUONO
Tiziano Crotti
PARRUCCHIERA
Ignazia Cuccurazzu
TRUCCO
Saturnina Sanna
I UNITA'
DIRETTORE DI PRODUZIONE
Mauro Sangiorgi
SEGRETARIA DI EDIZIONE
Roberta Siani
CAPO ELETTRICISTA
Fiorangelo Blocco
ELETTRICISTA
Claudio Nardi
CAPO MACCHINISTA
Maurizio Salvatori
ASSISTENTE OPERATORE
Luciano Teolis
AIUTO OPERATORE
Giulio Marcello
II UNITA'
CAPO ELETTRICISTA
Paolo Centoni
ELETTRICISTA
Angelo Russo
CAPO MACCHINISTA
Michele Turchetto
ASSISTENTE OPERATORE
Vincenzo Vedovato
AIUTO OPERATORE
Gianni Secchi
Stefano Vallin
ISPETTORE DI PRODUZIONE
Giampiero Sini
Simone Onorati
ASSISTENTE DI PRODUZIONE
Alessandra Demurtas
Pierangelo Sanna
AIUTO MONTATORE
Luciano Larotonda
Gabriele Rossetti
Maria Pia Zandegiacomo
ASSISTENTE AL MONTAGGIO
Anna Romanzi
FOTOGRAFO DI SCENA E BACK-STAGE
Raffaele Ballore
Premi
|
Tra i molti giovani
in cerca di occupazione che si arruolano nei carabinieri, c'è
Emilio, un ragazzo di diciannove anni proveniente da Rimini.
A Roma, dopo la visita medica e il giuramento, inizia il corso di
addestramento durante il quale Emilio viene istruito, con rigore militare,
per affrontare il "mestiere" del carabiniere. Il periodo
di formazione, imperniato sul senso di responsabilità e della
disciplina, dura un anno, nel corso del quale Emilio diventa amico
di Costantino, un giovane originario della Sardegna, molto più
maturo e riflessivo di quanto i suoi anni lascerebbero supporre.
Per un caso o per uno scherzo del destino, al termine del corso, Emilio
viene "destinato" proprio in Sardegna, in un paese della
Barbagia. Un po' per l'amicizia di Costantino, un po' per l'idea turistica
che ha della terra sarda, il ragazzo crede quasi di partire per una
vacanza.
In realtà già il viaggio per arrivare al luogo della
"destinazione", con i continui cambi dei mezzi di trasporto
e le lunghe attese, lo introducono in un mondo ben diverso da quello
che aveva immaginato.
Una volta arrivato nella caserma del paese di Coloras, Emilio viene
assegnato alla squadriglia che ha compiti di ricognizione a scopo
preventivo, soprattutto nei confronti del reato di abigeato, assai
diffuso in quelle zone.
Ben presto Emilio si rende conto che l'interno della Sardegna è
un paesaggio umano e naturale tremendo ed affascinante, un mondo a
parte ancorato a valori e riti arcaici, a consuetudini e vizi atavici
e caratterizzato da un'asprezza, talora una crudeltà, molto
forti, come ha modo di constatare in seguito all'omicidio di un uomo,
ucciso da due delinquenti durante un tentativo di furto di bestiame.
Il delitto è avvenuto sotto gli occhi del figlioletto Efisio
che non è stato visto dai due omicida ma che ha potuto notare
particolari ed accessori dell'abbigliamento di uno degli assassini.
Il bambino riconosce in un giovane di nome Francesco Cortes, presente
al funerale, l'assassino del padre, ma non confida nulla a nessuno,
finché la madre riesce a carpirgli il suo terribile segreto.
Anche i sospetti dei carabinieri si appuntano sull'uomo che il bambino
ha riconosciuto.
I carabinieri cercano il Cortes ma si rende irreperibile nel paese,
finché si rifugia definitivamente sui monti, in una grotta,
vivendo di espedienti e di rapine. Nello stesso tempo, il maresciallo
Ledda, comandante della Stazione C/C di Coloras e i suoi superiori
cercano di convincere la madre di Efisio a confidare quello che sa
alla magistratura, facendo leva sulla sua sete di giustizia.
Emilio, dal canto suo, essendo anche lui orfano di padre, stabilisce
un particolare rapporto di protezione affettuosa e discreta nei confronti
del bambino testimone del delitto.
In quello stesso periodo Emilio conosce Giacomina, una ragazza del
paese, con la quale, dopo non poche difficoltà dovute alla
diffidenza locale verso i forestieri (tanto più se carabinieri),
instaura una relazione. Sono costretti a vedersi di nascosto, lontano
dagli occhi indiscreti ma, nonostante tutti i problemi che incontrano,
questo è, per tutti e due, un momento molto felice.
Anche sul piano professionale, Emilio è soddisfatto perché
ha una parte decisiva nella cattura del bandito.
La madre di Efisio, nonostante le minacce trasversali e l'isolamento
in cui si viene a trovare, è determinata a rompere il muro
secolare dell'omertà pur di far condannare l'assassino del
marito.
Le cose, purtroppo, si mettono male dopo il processo. Cortes e il
suo complice vengono assolti perché il bambino non viene ritenuto
un teste affidabile. Emilio vede il suo lavoro vanificato e cade in
una stato d'animo di profondo avvilimento, tanto più che anche
con Giacomina la situazione è diventata insostenibile. I due,
infatti, frequentandosi senza pensare troppo alle conseguenze, si
sono trovati intimiditi da balordi. Ed è a questo punto che
la famiglia di Giacomina scoraggia il loro rapporto. Come se non bastasse,
Efisio e la sua famiglia vengono isolati dal paese intero, dal momento
che si sono "esposti" contro un paesano.
Cortes, sentendosi intoccabile, non esita a minacciare direttamente
il bambino e la famiglia, lasciando intuire propositi di vendetta.
Per timore che gli possa capitare qualcosa, la madre prostrata da
tutta la vicenda, quasi costringe Efisio a vivere segregato tra le
mura domestiche.
Il giorno del Venerdì Santo la madre di Efisio assiste con
crescente inquietudine alla cerimonia della deposizione di Gesù
(S'Iscavamentu). Le toccanti parole del parroco che commenta il Cristo
morto in croce risuonano terribili e premonitrici per lei.
A seguito del tragico epilogo Emilio lascia il paese per una nuova
"destinazione". Ma questo, per il giovane, non corrisponde
a una rinuncia per la ricerca della giustizia. Forse Emilio ha fallito,
ma ha capito che il suo essere carabiniere è una missione più
che un mestiere.
INTERVISTE
intervista al regista
PIERO SANNA
Piero Sanna cosa vuole
raccontare in questo suo film?
Tenterò di chiarire le intenzioni e le esigenze sottese a questo
progetto cinematografico che è stato La Destinazione
.
il film nasce dalla mia esperienza personale del mondo militare dell'Arma
dei Carabinieri e dalla conoscenza approfondita della cultura e della
realtà barbaricina. Ma non si tratta di un film "sui Carabinieri"
o "sulla Sardegna", bensì attraverso la storia di
un percorso di formazione, quello del giovane protagonista, un carabiniere
destinato in uno sperduto paese della Barbagia, mi interessa tratteggiare
una realtà di disagio, soprattutto per quanto riguarda l'affermazione
della giustizia.
Questo il tema principale al quale se ne innestano molti altri: la
ricerca di identità; la condizione giovanile caratterizzata
dalle difficoltà di inserimento lavorativo e dalla mancanza
di impegno; la necessità di una educazione rigorosa (nel caso
specifico esemplificata dalla disciplina militare ma più in
generale si allude a una disciplina interiore, al bisogno di "formarsi");
il fenomeno del banditismo in Sardegna; la difficoltà, se non
l'impossibilità, di liberarsi da vizi atavici (l'omertà,
la diffidenza
), la violenza e la crudeltà degli uomini
scritte nella terra, nella natura.
Altri temi ancora si possono trovare e lo spettatore può trovarne
contribuendo da parte sua a quella costruzione di senso che ogni opera
dovrebbe consentire.
Vuol dire che le tematiche toccate dal racconto hanno un carattere
di universalità?
Certamente, sono radicate nel profondo della natura umana; questo
mi ha fatto pensare a collocare la storia in una dimensione archetipica:
il viaggio che Emilio (il protagonista) intraprende dal continente
alla Sardegna è un viaggio all'indietro nel tempo, alle radici
della storia dell'uomo. Chiaramente ciò non è da intendersi
in senso cronologico-evoluzionistico, ma simbolicamente: ritrovando
cioè nelle situazioni, negli atteggiamenti della gente, nei
paesaggi qualcosa che ci appartiene originariamente e antropologicamente.
E la Barbagia è un luogo magico ed inquietante, che attrae
e spaventa, sicuramente è il posto più vicino "fuori
dal mondo".
Per questo dal momento in cui Emilio pone piede in terra sarda il
tempo si sospende. Ho voluto eliminare dalle scene qualsiasi riferimento
troppo moderno o contemporaneo sottolineando, nel contempo, aspetti
più arcaici ed antichi (nei paesaggi, nei costumi, nei volti
.)
presenti nella cultura barbaricina proprio per creare una dimensione
atemporale finalizzata all'accentuazione del carattere di universalità
della vicenda. In questa dimensione è collocato Coloras il
paese dove si svolge la storia, paese che in realtà non esiste,
è immaginario: è un luogo dell'anima, il luogo dove
Emilio (ma non solo lui) realizza la presa di coscienza di sé.
Per "costruire" cinematograficamente Coloras bisogna attingere
da altri paesi: Orgosolo, Mamoiada, Benetutti, Nule, Gavoi, Ovodda
e Lollove.
Quasi tutti i personaggi sono stati interpretati da attori non professionisti,
gente del posto, come ha reagito? Che ruolo ha avuto l'Arma dei Carabinieri?
c'è ne vuole parlare?
E' stato importante coinvolgere la gente del posto non solo come comparse
e interpreti dei ruoli principali, non solo come attori ma anche come
collaboratori, perché il loro contributo per approfondire aspetti
della storia e dei personaggi è stato determinante e irrinunciabile.
Questo però ha comportato un lungo lavoro per conquistare la
fiducia delle persone che tanto sono ospitali quanto diffidenti se
non addirittura ostili.
L'ambiente quindi è di fondamentale importanza, la natura è
uno dei protagonisti, il film non è fatto di parole, i dialoghi
sono ridotti e le battute quasi di circostanza, ma è fatto
dalle immagini, dalle atmosfere, dalla musica e dai silenzi, dalle
storie incise nei paesaggi e nei volti. Di qui la necessità
di girare durante tutte e quattro le stagioni, cercando di modificare
il meno possibile la luce naturale, perché il passare del tempo,
visibile attraverso le variazioni stagionali, testimoni la crescita
di Emilio: il naturale passaggio dall'adolescenza all'età adulta.
Inoltre la pioggia, il vento, i colori sono funzionali alla drammaticità
o alla poesia delle situazioni: la relazione tra i tre elementi natura-ambiente-uomo
deve risultare strettissima.
Per quanto riguarda l'altra componente essenziale del film, e cioè
il coinvolgimento dell'Arma dei Carabinieri, mi preme fare alcune
precisazioni. Non c'è alcun intento celebrativo o trionfalistico
dell'Arma, neppure nelle scene della formazione girate nella caserma-scuola
di Roma e dell'addestramento militare, però sono consapevole
e fiero del fatto che l'Arma dei Carabinieri sia un punto di riferimento
istituzionale. Si tratta comunque ancora di un pretesto per sottolineare
le problematiche che incontrano i giovani sia nella ricerca di un
lavoro che nell'affrontare la vita sociale. Non posso, inoltre, negare
che l'opera voglia costituire un appello rivolto in particolare ai
giovani perché comprendano la necessità di farsi carico
del bisogno di giustizia e di verità, tutto ciò senza
cadere nella facile retorica e senza sia esplicitamente dichiarato.
Ma non vorrei si pensasse che il film abbia un'impronta documentaristica;
piuttosto la mia ricerca di veridicità negli ambienti, nelle
ricostruzioni o nelle riprese di situazioni reali è un'eredità
della mia formazione presso la scuola cinematografica di Ermanno Olmi
e la scelta di lavorare soprattutto con attori non professionisti
si situa in questa ricerca di autenticità, di verità,
pur se mediata, ed ha come referente il grande cinema neorealista.
intervista a RAFFAELE
BALLORE
Raffaele Ballore, mamoiadino,
nel film La Destinazione possiamo definirlo il n° 2, è
il più stretto collaboratore del regista Piero Sanna di cui
è amico di vecchia data. Impiegato all'Enel di Nuoro, grande
appassionato di cinema, realizza per la sua Pro-Loco e per gli amici
documentari e vari lavori in video. Anche per lui è un'opera
prima in pellicola 35 mm.
- Raffaele Ballore sei
soddisfatto?
Certamente. Sono grato a Piero Sanna per l'opportunità che
mi ha dato, la mia felicità è pari alle enormi soddisfazioni,
l'elenco è lungo, va dalle gratificazioni personali a tutta
una serie di coinvolgimenti di persone che hanno fatto bella figura,
la mia gente
che ho voluto coinvolgere e volentieri ci ha dato
la massima collaborazione.
Forte anche della responsabilità del casting in Sardegna riconosco
di aver forzato un po' la mano, ho fatto le orecchie da mercante quando
Piero mi rimproverava la maggiore scelta degli interpreti e comparse,
miei paesani appunto, ma credo che mi abbia perdonato proprio perché
li ha provati "su strada".
Grazie veramente a lui ho potuto finalmente vedere il mondo del vero
cinema e praticarlo, anche se mi ha dato fortissime delusioni sotto
certi aspetti.
- Oltre ad una fattiva
collaborazione al film dal punto di vista tecnico, nei titoli ti vedi
un po' dappertutto, hai anche interpretato una parte importante
.
-
Si
e grazie a Piero anche per questo. La scelta di interpretare
la figura del maresciallo Ledda è stata molto ponderata da
Piero conoscendo la mia natura goliardica, ma alla fine è stato
lui stesso ad incoraggiarmi e così sono riuscito a trasformare
il mio carattere e adattarlo all'interpretazione del maresciallo.
Finora per coinvolgere e divertire il mio paese con gli amici della
Pro-Loco mi dilettavo in rappresentazioni leggere, comiche. Uno dei
grandi meriti di Piero Sanna è stato quello di essere riuscito
a far "recitare", o meglio, a far interpretare ruoli a gente
comune, gente vera. In questo film gli attori professionisti sono
rarissimi e con mio immenso orgoglio e soddisfazione, un buon 90%
sono, appunto, miei compaesani.
Proprio perché in quanto gente vera, genuina, si può
dire che hanno interpretato se stessi, capendo le esigenze narrative
del film e quelle del regista, nonostante la soggezione che incute
una macchina da presa con tutte quelle persone intorno. Da questo
punto di vista, credo che Piero sia rimasto soddisfatto. Lui dedica
molto tempo al lato umano. Per Piero prima c'è l'individuo,
l'essere umano, poi l'attore e tutto il resto. Ha un profondo concetto
dell'amicizia, uno smisurato rispetto, attenzione e generosità
verso le persone che fanno qualcosa sentendone il significato, verso
la gente che si dedica agli altri senza contropartita. E' un regista
anacronistico, se vogliamo, di altri tempi. Oggi tutti fanno un discorso
venale: costi-benefici, ascolto, botteghino ecc
Lui ha sempre
detto che non gli interessa "fare del cinema" ma fare dei
film veri, film profondi che, pur nella finzione cinematografica,
dicano qualcosa, che facciano riflettere insomma
- Cosa ti aspetti da questo film e quali sono le cose che ti hanno
colpito maggiormente?
- Rimanendo con i piedi per terra credo che La Destinazione, se viene
capito, se viene letto con la giusta chiave, abbia buone possibilità
di entrare nel cuore della gente, che abbia insomma un discreto successo.
Non voglio ripensare a tutti i sacrifici e preoccupazioni, quasi cinque
anni di lavoro, anni senza ferie con la mia famiglia, (a proposito
voglio ringraziare e dedico personalmente il film alla mia gente e
ai miei cari, in modo particolare a mia moglie che ha condiviso con
me ogni cosa. E' lei che mi ha sostenuto ed incoraggiato nei momenti
difficili, e ne abbiamo avuto, caspita se ne abbiamo avuto!).
Dicevo
.. attraverso questo film poeticamente Piero Sanna difende
e valorizza la Sardegna, anche se qualcuno lo potrebbe interpretare
diversamente visti i toni forti di provocazione; non è un film
di parte politica ma sottilmente attacca chi ha le responsabilità
sociali, economiche e politiche. Soprattutto da delle frustate a noi
stessi, al carattere di noi sardi, atavico, granitico che spesso nuoce
nei rapporti sociali.
Non potrebbe essere altrimenti in un uomo che ama svisceratamente
la sua terra e che non ha mai rotto il cordone ombelicale con essa.
Questo film è un pretesto per parlarne cinematograficamente.
Il cinema è un mezzo espressivo come un altro e lui se ne è
servito per la sua "destinazione", la destinazione di un
messaggio, una destinazione interiore, non geografica ama ripetere
lui. Quasi ogni scena ha un significato parallelo, più profondo
che possiamo estendere, ed è validissimo, in tante altre realtà
del mondo; molti sono gli accostamenti che lui fa con le Sacre Scritture.
Devo dire che la narrazione, una bella parte del film, è stata
molto sacrificata. Per esigenze di distribuzione o che so io sono
state tagliate una miriade di scene. Pazienza, sopportiamo anche questo.
Una cosa è certa, un oscar questo film lo merita pienamente:
l'oscar "del miracolo". Guardate il film, analizzatelo,
e poi informatevi come e con quanti soldi è stato realizzato.
In America una cifra del genere l'avrebbero impiegata solo per le
pulizie delle locazioni di una piccola realizzazione. Ciò si
è potuto, ripeto, grazie alla gente meravigliosa che ci ha
dato una mano nonché all'essenziale supporto dell'Arma dei
Carabinieri.
SALVATORE MELE (Efisio)
traduzione dalla lingua Sarda
Salvatore, tu sei studente,
cosa fai nel tempo libero?
- Vado in campagna, aiuto mio zio e mio padre con il bestiame.
Hai interpretato Efisio nel film La Destinazione di P. Sanna, le tue
impressioni, raccontami un po'.
- Inizialmente quando mi hanno provinato ho preso tutto come un gioco
ma ne ero un po' affascinato, certe cose io le vedevo al cinema e
alla TV. Poi quando sono stato scelto, ho letto la sceneggiatura,
mi è parso un bel libro, l'ho letta tutta d'un fiato, mi ha
commosso.
Mi son detto qui la cosa è seria e mi sono spaventato per la
responsabilità e la parte che dovevo interpretare. Piero mi
ha aiutato molto. Mi son detto qui devo fare bella figura: per me
stesso, per il mio paese e per la fiducia che avevate riposto in me.
Ho cercato di immedesimarmi nella triste situazione di Efisio
.
Non so se ci sono riuscito, non spetta a me giudicare. Spero solo
che i sacrifici fatti siano serviti a qualcosa.
ANTONIO DEIANA (Padre
di Baldassarre) traduzione dalla lingua Sarda
Cosa fai nella vita?
- Ho fatto un po' di tutto, ora un po' l'agricoltore e un po' l'ortolano,
preferisco la campagna.
Come ti sei trovato nei panni del padre di Baldassare un giovane che
ha agito da fuorilegge?.
Ah! Non parlarmi del film
. credevo fosse una cosa più
facile.
Ora capisco quanto lavoro ci vuole. Sembra facile quando lo si vede
proiettato ma a farlo
. Mamma mia!
Io vi auguro che le cose vadano bene, ve lo meritate, è tanti
anni che ci state lavorando e penso che c'è lo meritiamo tutti
a Mamoiada, perché il paese ha dato volentieri un valido aiuto.
Per la parte che ho fatto io? Beh! Mi son fatto una chiacchierata
con Piero, sembravamo due vecchi amici, ho capito la figura di questo
padre e mi sono comportato come farei veramente nella realtà,
in quella situazione.
Anche se non esce in giro con lui un genitore deve "sapere"
deve accorgersi di cosa fa un figlio. L'onestà, il rispetto
degli altri e delle regole della società sono le principali
cose da impartire nell'educazione di un figlio e se questo sbaglia,
nonostante la buona educazione
non deve essere spalleggiato,
tantomeno dai genitori.
Quindi non hai avuto problemi sul set?
E no!
li ho avuti eccome, mi sentivo ribollire dentro,
era un misto di rifiuto, di emozione, di pudore anche se li ho mascherati
bene, almeno credo
sai tutta quella gente attorno e la macchina
da presa che sai ti sta' riprendendo. Mai fatto prima. Però
mi son detto, questo è un film vero, un film che vuole dire
qualcosa, spero sia utile per noi.... beh! Basta ora
dai beviamoci
su
. e auguri.
MINO GUNGUI (carabiniere
De Martis) traduzione dalla lingua Sarda
Mino Gungui, Che lavoro
fai?
- Solitamente lavoro nel campo dell'edilizia. Mi butto in quello che
trovo anche in campagna: bestiame, vigne, insomma un po' di tutto.
Tu hai interpretato il carabiniere De Martis. Le tue impressioni,
raccontami un po'.
Avrei giurato che mai sarei riuscito a interpretare nessuna parte
in un film. Non ho la stoffa per un mestiere simile. Il carabiniere
poi
bah!. Non ho mai avuto grande simpatia per loro.
Perché?
Non lo so nemmeno io
così
ma ad essere sincero
con questo film ho capito diverse cose, sia dal loro punto di vista
che per quello che riguarda il carattere di noi sardi, bellissimo
da un lato ma dall'altro non piace neppure a me. Siamo molto chiusi,
credo sia una cosa che ci trasciniamo da tempi remoti. Forse perché
in molti si sono approfittati di noi, della parte migliore e una certa
diffidenza, il non aprirsi più di tanto
. è una
conseguenza.
- Rifaresti la parte di un carabiniere?
Perché no?
mi sarebbe piaciuto farlo anche come mestiere,
ma mi accorgo che questo non è un mestiere come tutti gli altri
.
E' come fare il prete, devi sentire la vocazione
è una
missione vera e propria se vuoi farlo con coscienza e responsabilità.
Oltre alla preparazione "tecnica" diciamo, occorre una predisposizione
e preparazione
spirituale diciamo, cosa che io non sento.
MARIANTONIA MUGGITTU (Donna
Anziana) traduzione dalla lingua Sarda
Zia Mariantonia Muggittu,
quanti anni ha?
Novanta
. Sono vecchia
Le è piaciuto partecipare al film?
Certamente
. Quando non ci sarò più i miei figli
avranno un ricordo in più, nel vedere il film diranno a tutti:
vedete
quella è nostra madre
.
Chi l'ha convinta?
Ho sentito in paese che molta gente partecipava alle riprese così
mi sono unita a loro
La sua partecipazione non è stata una semplice comparsata,
avete parlato. Vi siete emozionata?
Ho parlato a delle ragazze, non mi sono emozionata per niente.
Sa di cosa parla il film?
Non so di preciso
. qualche paesana mi ha detto che non era il
caso che una persona anziana come me facesse certe cose
alcune
sono state contente, altre invece no, sai la "critica" c'è
sempre.
Se le proponessero di fare una parte molto più ampia in un
film accetterebbe?
Se mi ritrovo così sana e in forze perché no
Sai
ho novant'anni, alla mia età si vive giorno per giorno, si
pensa all'oggi e non al domani.
Ci sono altri motivi per cui ha partecipato volentieri alle riprese?
L'ho fatto per il mio paese, per Raffaele che si interessa sempre
per il bene del paese, perché non avrei dovuto collaborare
visto che volevano la mia figura? E poi te l'ho detto un domani i
miei figli e nipoti avranno anche un ricordo filmato.
Isuoi figli sono stati contenti della Sua partecipazione? Lei ha provato
pudore, vergogna?
Nessun pudore o altro, i miei figli sono venuti a vedermi (sul set)
Speriamo che tutto vada bene, per voi che avete lavorato e per quelli
che ci saranno e vedranno il film un domani
io ormai la mia
vita l'ho trascorsa
.
ANTONIO MORO (Pietro Tanda)
traduzione dalla lingua Sarda
Abbiamo trovato Antonio
Moro in campagna, stava accudendo le sue pecore e alla visione della
telecamera
..
.Senti
cosa c'è
. Non avrete intenzione di
girare un altro film?
. Lasciatemi in pace
il mio film
sono loro, le bestie e non devo abbandonarle
. Cosa c'è,
cosa vuoi? Guarda che per quel film ci avete fatto diventare matti
Perché non lo rifaresti un altro?
No
lasciami in pace
io campo dal mio lavoro, le pecore
sono il mio lavoro e non vogliono trascurate
per i film ci sono
gli attori di professione, rivolgetevi a loro.
Dimmi in po' che ruolo hai fatto nel film di P. Sanna?
(ridendo)
ruolo?
. Ho fatto la parte dell'ucciso
Parliamo seriamente, ti ruberò poco tempo
ti è
piaciuto lavorare per un film vero?
E come no?!, E' stata una bella esperienza
proprio perché
è un buon film
. ora non se ne vedono di questo tipo.
Questo parla di noi, della Sardegna, però a gente come me ruba
troppo tempo al proprio lavoro. E' stato girato maggiormente lontano
dal nostro paese. Bisognava partire presto e si rientrava molto tardi,
mi toccava accudire le bestie di notte purtroppo
l'ho fatto
per amicizia, non per soldi, un favore agli amici
. Tutto sommato
è stato bello.
Ho visto che hai interpretato il ruolo con vera passione
Si d'altronde è la mia vita diciamo ma il cinema è
diverso, io ho fatto il possibile
.Se Piero è contento
non lo so, io ho cercato di mettercela tutta.
Cosa mi puoi dire di Piero?
E' una bravissima persona, un uomo educato, a modo. Ho visto che lui
ci tiene tanto a questo film, le cose le sente veramente. Non ho la
sua cultura del cinema ma vedevo la sua passione, il suo impegno nel
raccontare certe cose della nostra Sardegna. Con il suo modo di fare,
la sua serietà è riuscito a convincermi e mi sono convinto.
Se sono riuscito a fare qualcosa di bello è perché era
sicuro che avrei fatto ciò che lui desiderava.
Da quello che ho capito, lui vuole sottolineare com'è la nostra
terra, la realtà, lo stato di abbandono
. perché
sai noi siamo veramente
un popolo di servi.
Mah!
speriamo che il film vada bene, mi farebbe molto piacere,
per noi, per la Sardegna, per lui e per Raffaele e tutte le persone
che hanno collaborato. Il paese di Mamoiada ha collaborato, li ha
aiutati
guarda che si sono recati in tanti, vecchi e giovani,
so che diverse persone hanno recitato molto bene pur non essendo professionisti.
Quindi rifaresti una esperienza del genere?
Lascia passare del tempo, non lo so
vediamo
mah!
se è per un film di questo tipo potrei anche partecipare a
patto che venga girato nel nostro paese, nelle nostre campagne
.che
non mi crei disagio nel lavoro insomma.
SEBASTIANA CADINU (vecchia)
traduzione dalla lingua Sarda
Zia Tattana, cosa mi dice,
mi parli del film
Ma te ne vuoi andare?
Rifarebbe una esperienza del genere?
Per carità
guarda
mi ha convinto mio figlio e mio
genero, mi hanno commosso dicendomi che servivano donne anziane, che
stavate lavorando da molto tempo e che anch'io, nel mio piccolo, dovevo
fare la mia parte, insomma che bisognava aiutarvi
.
Sapete di cosa parla il film?
No
non lo so, son cose vostre a me non piace tanto la TV
ma speriamo che vada bene, così quando mi vedo dirò:
vedi un po' quella scema di Sebastiana!
.
Quanti anni ha?
Sono del '18
ne ho 18
ragazzina non ti pare?
Sono
carente solamente in quanto a denti e udito
Nella scena del lutto ho notato che Lei, come altre, stava piangendo
sul serio, avete commosso tutti
Certamente
. Quando piango, piango di cuore, erano lacrime vere
.
Il giorno della scena mi sono ricordata di
. un funerale
una persona cara scomparsa da poco che conoscevo
Lo rifarebbe?
No, no
mi avete convinta una volta, basta così
Perché
Perché sono una povera vecchia
Cosa c'entra?
Non l'hanno trattata bene?
Per carità!
. mi hanno coccolato e trattato molto bene,
però
lascia perdere sono una donna vecchia, non è
lavoro per me
.
PINA MORO (Edicolante)
traduzione dalla lingua Sarda
Ti è piaciuto lavorare
nel film?
Ti dico la verità mi è piaciuto molto
l'ho fatto
anche per vedere da vicino come si lavora in un film: le attrezzature,
il personale ecc
mai visto prima, vedevo questo mondo nella
televisione, ero curiosa di vedere, toccare per mano
Hai avuto suggestione della macchina da presa?
No, assolutamente, ero tranquilla e serena
Lo rifaresti? Ci sono altri motivi oltre al piacere di farlo e di
vedere quel mondo?
Si, lo rifarei volentieri.
Nel film ho fatto la parte dell'edicolante del paese, poi è
entrato un giovane carabiniere a chiedermi qualcosa
. A me piace
la figura del carabiniere, ho sempre visto in loro una protezione
della gente. Ma ho nostalgia del ricordo, del carabiniere di prima
quello che era più a contatto con il popolo e con le varie
situazioni. Ora però non è più come prima, sono
come dire
. per conto loro. Sembra come tanti uffici pubblici,
ci sono solo a quegli orari e basta, poi chiudono. Prima i carabinieri,
il maresciallo uscivano di più, anche di notte. C'era più
controllo. La gente si sentiva più tranquilla, protetta. I
ragazzacci erano sorvegliati e all'occasione tolti dalla circolazione.
Il maresciallo parlava di più con la gente
. Ora non è
più così
sembra un lavoro normale
danno
l'impressione che attendano il 27 come tanti altri che non amano e
non s'impegnano nel lavoro. La figura del carabiniere mi piaceva quella
di tanti anni fa.
Se te lo chiedessero parteciperesti ad altri films?
Oh si!
ma mi pare di non essere all'altezza dai
a me è
sempre piaciuto
da ragazzina mi chiamavano spesso per le rappresentazioni
teatrali in parrocchia, organizzate dalle suore
. Ora non si
fanno più nemmeno quelle boh! Forse sono troppo impegnate anche
loro.
TOTO MELE (Costantino)
Che parte hai fatto nel
film di P. Sanna?
Costantino
è un giovane pastore che parte per il Continente,
vuole fare il carabiniere. Nella scuola militare conosce un altro
ragazzo della sua età, anche lui in cerca di un avvenire migliore.
Fra i due nasce un'amicizia che si conserverà nel tempo.
Parlami di questa avventura cinematografica
Una bella esperienza, è stata una cosa nuova
l'ho fatto
più per favore che per vocazione diciamo
Pensi di aver lavorato bene?
Mah! Non saprei, bisogna vedere il film, da quel che dicono credo
di essere andato bene. E' un bel film, mi sono trovato a mio agio
grazie a Piero. E' riuscito a coinvolgermi in una cosa a cui lui teneva
tanto, non è un semplice film questo, è una storia toccante,
coinvolgente.
Cosa ti aspetti?
Spero che il film venga capito, Piero ha cercato di raccontare tante
verità all'interno, tante piccole storie importanti che fanno
parte della nostra vita e condizione in Sardegna.
CARMELO GUNGUI (carabiniere
"invisibile") traduzione dalla lingua Sarda
Che mestiere fai?
Il muratore
Parlami del film, anche tu hai partecipato
Bello
e bella l'esperienza. Si credo proprio che sia un bel
film
Quindi rifaresti un'esperienza del genere?
Certamente.
Qual è stata la molla che ti ha spinto a partecipare?
Non lo so nemmeno io, mi son trovato coinvolto quasi senza accorgermene,
probabilmente perché ho visto gli altri, poi dopo le prime
scene che ho girato la cosa mi ha coinvolto in pieno.
Che parte hai fatto?
Ero un "invisibile" cioè un carabiniere in incognito
diciamo, travestito da pastore.
Sapevi che esistevano figure del genere?
No, l'ho saputo durante la lavorazione del film.
Sono persone utili?
Certamente, credo lo siano.
Ti sarebbe piaciuto di più interpretare il bandito?
Non saprei
. Probabilmente avrei preferito la parte del bandito
Perché?
Forse perché si trascorre molto tempo in campagna
Ma "l'invisibile" lo vediamo solo in campagna
Infatti, la parte mi è piaciuta molto.
Hai avuto difficoltà come attore diciamo?
Per niente, mi aspettavo di peggio
. Mi son trovato bene, è
stato facile.
Questo carabiniere travestito è una figura utile, positiva
secondo te?
Sicuramente è una figura utile, positiva
non saprei.
A primo impatto mi sembrava una "spia" poi mi sono reso
conto che è una figura molto utile, serve per raggiungere uno
scopo, uno scopo di giustizia. Inizialmente ero diffidente per questa
parte, da noi non è ben vista "la spia" ma poi ho
capito, si trattava di un carabiniere. Solo mettendomi nei panni del
carabiniere, di chi è preposto a far rispettare la legge, di
chi cerca la giustizia
.ho capito quel meccanismo di investigazione.
Però l'importante che non si danneggi mai chi non c'entra,
che non si tocchi minimamente un innocente.
Difficoltà con il regista?
No, assolutamente, lui ci chiedeva di essere naturali, spontanei
.
Tutto è filato liscio.
GONARIO LADU (carabiniere
"invisibile") traduzione dalla lingua Sarda
Che lavoro fai?
In questo momento poca roba
. Faccio quello che trovo, un po'
di tutto
in paese o in campagna
Che parte hai fatto nel film di P. Sanna?
All'inizio non capivo bene quel ruolo, cosa significava il mio personaggio,
poi pian piano ho capito che era una parte non molto
simpatica
dal mio punto di vista
. Insomma ho capito che era un carabiniere-pastore,
un carabiniere travestito da pastore, come si usava un tempo. Questi
andavano in giro per le campagne in cerca di bestiame rubato o per
semplice prevenzione, un controllo del territorio insomma, spesso
anche per la ricerca di persone.
Ti è piaciuta la storia?
Da un certo punto di vista si, e credo sia un bel film, parla dei
problemi della Sardegna.
Lo rifaresti?
Per un film del genere credo di si. Il regista è una persona
seria, si è impegnato molto, per un film così parteciperei
volentieri.
Hai avuto difficoltà in quel ruolo?
Bah! Assolutamente no, sembrava che lo facessi di mestiere
stare
in campagna mi piace.
Come ti hanno reclutato?
C'è da ridere
è capitato così, parlavo
con Raffaele e Piero del più e del meno, una bicchierata fra
amici, mentre loro mi osservavano già per fare quella parte;
inizialmente non credevo fosse una cosa così seria,
poi
man mano
mi son trovato dentro
. non ho dovuto fare tante
prove. Speriamo che il film venga bene e soprattutto che piaccia alla
gente.
Quindi rifaresti la parte del carabiniere travestito?
No, proprio quella parte no, non sapevo che parte era, mi son trovato
in mezzo alle scene senza afferrare bene il ruolo. Per carità
non ho niente in contrario
se quelle figure ci sono vuol dire
che servono a qualcosa, ma non rifarei quel ruolo. Se capita
per
altri ruoli sono disponibile.
L'ambiente, il lavoro del cinema te lo immaginavi così?
Credevo fosse più semplice girare un film
devi aspettare
, prova, riprova, aspetta la luce giusta
. Uhh!
C'è
molto lavoro, soprattutto devi avere tanta pazienza perché
se perdi quella
..
Il paese di Mamoiada, secondo te come ha reagito?
Ho visto che ha collaborato. Sono rimasto impressionato, meravigliato
per la pazienza di tutte quelle persone anziane. Durante il funerale
piangevano sul serio, veramente coinvolti
Se la gente è
venuta vuol dire che ha ritenuto la cosa molto seria, un film di profondi
significati, diversamente non sarebbero partiti per recarsi lontano
dal nostro paese. Vuol dire che erano pienamente convinti e contenti
di farlo.
ELISABETTA BALIA (Giacomina)
Elisabetta tu sei Giacomina
nel film La Destinazione, com'è questo personaggio?
E' una giovane ragazza che incarna i valori, la tradizione sarda,
la tipica ragazza sarda, quella della realtà dell'entroterra
perché già nelle città più grandi le ragazze
sono un po' diverse. Lei è più introversa, diffidente,
molto profonda e radicata nelle sua realtà anche se, come lo
si vede nel film, riesce ad "evadere", in un certo modo,
per amore. Lei si innamora, appunto, l'amore è il motivo portante
della sua avventura ma lei rimane comunque all'interno della sua società,
che non riesce ad abbandonare definitivamente. E' testarda come la
maggior parte di noi sardi, è molto caparbia, va anche contro
la famiglia, contro il pensiero generale del paese innamorandosi di
un carabiniere. Da noi spesso i carabinieri non sono visti di buon
occhio per motivi direi storici, molto antichi che abbiamo nella nostra
memoria di sardi.
Tu hai dei punti in comune con Giacomina?
Beh! Si, sicuramente. In realtà abbiamo una vita diversa: Giacomina
a 18 anni non è mai uscita dalla Sardegna è molto legata
ai vincoli familiari, mentre io studio fuori all'Università
e quindi sono più indipendente. Però dal profondo dell'animo
siamo molto simili. Anch'io come Giacomina per l'amore sarei andata
contro la società e la mia famiglia, per scelta individuale
sentimentale anche se, come lei, sono molto legata alla mia terra,
agli odori della mia terra, alle sue feste, alle sue tradizioni, alla
mia famiglia e a quello che si aspettano da me. Quindi in un certo
senso siamo simili seppur cresciute in due mondi differenti.
E' stato facile lavorare per il cinema?
Per certi aspetti si. Io faccio teatro, il cinema ha dei meccanismi
completamente differenti: i tempi, la velocità, il fatto che
tutto deve essere fatto con minimo dispendio di tempo; quindi per
questo è stato un po' difficile ma allo stesso tempo ho avuto
una buona guida. Piero si è sempre preoccupato di farci capire
veramente la profondità di questi suoi personaggi, queste sue
creature e quindi di spiegarci, di sviscerare gli stati d'animo dei
personaggi. In un certo senso Piero mi ha regalato il personaggio
di Giacomina in un vassoio d'argento, mi è stato molto, molto
d'aiuto. In ogni momento lui è sempre stato disponibile a rispondere
ad ogni mia domanda, ad ogni mio quesito sul modo di pensare di Giacomina,
su come muovere anche una mano
. Era sempre disponibile, da questo
punto di vista è stato semplice, facile lavorare diciamo. Giacomina
è entrata dentro di me, faceva parte di me. Ovvio che i ritmi
del cinema sono diversi dal teatro quindi è stato faticoso
da quest'altro punto di vista. Un'esperienza bellissima che mi ha
arricchito molto, non solo dal punto di vista professionale ma soprattutto
da quello umano. Il toccare i sentimenti di questa ragazza ha aggiunto
al mio bagaglio di attrice e personale molte cose che altrimenti non
avrei conosciuto. Poi sono stata a contatto di collaboratori molto
validi che mi hanno insegnato tanto: mi hanno insegnato la pazienza,
l'essere versatile, l'essere eclettica, l'essere forte ad affrontare
la stanchezza e la stessa difficoltà ad entrare in un personaggio.
Per me è stato molto costruttivo. Una cosa che rifarei sicuramente
anche perché credevo e credo nel progetto, la sceneggiatura,
i personaggi, nel messaggio che il film vuole dare anche se magari
può sembrare un po' forte (come messaggio) cioè che
voglia mettere in cattiva luce la Sardegna ma in realtà è
più che altro per non dimenticare quelle che sono le restrizioni
sociali che ancora noi sardi subiamo. Credo che il film, per quanto
a volte sia forte, sia una provocazione, non tanto per far piacere
a chi si aspetta il solito cliché del sardo ma più che
altro per far aprire gli occhi a noi stessi, che è arrivato
il momento di aprirci verso l'esterno ma allo stesso tempo mantenere
il nostro essere isolani, una cosa bellissima, nel momento in cui
noi preserviamo le nostre tradizioni, il nostro modo di vivere, la
nostra identità. Meno bello quando dobbiamo spostarci, per
esempio, siamo decisamente svantaggiati, spendiamo tantissimo e comunque
siamo molto chiusi in quanto a comunicazione con il resto del mondo.
Credo che quella di Piero sia proprio una provocazione per cercare
di capire quelle che sono ancora, ripeto, le restrizioni sociali alle
quali noi sardi dobbiamo ribellarci per diventare cittadini del mondo
trattenendo però le nostre tradizioni, il nostro genuino modo
di vivere.
BASTIANO BROTZU (Francesco
Cortes intervista non filmata)
Tu sei Geometra
.
Hai un carattere dolce e sensibile, come mai hai voluto fare il bandito?
Beh!
. questo lo devo chiedere a Piero e a Raffaele
.io
non ho voluto fare il bandito, sono stato scelto per farlo
Avresti voluto fare il carabiniere o il pastore?
No
trattandosi di un film
mi andava bene fare il bandito,
o meglio il giovane che per una serie di circostanze si trova, suo
malgrado, in una situazione come quella del Cortes, non è una
scelta di vita la sua come non è la mia. Quindi come a carnevale
che l'uomo si veste da donna, il povero da ricco e viceversa ho interpretato
Cortes per la finzione cinematografica, un ruolo che non è
il mio
. Oddio! che grande parola
. interpretare, quella
si usa con i grandi attori,
mi pare di essere stato molto impacciato,
specialmente agli inizi, poi con l'aiuto di Piero, prima ancora con
Raffaele
mi sono trovato a mio agio.
Cosa ti ha fatto capire questo film?
Leggendo la sceneggiatura, discutendone con Piero ho capito diverse
cose della mia Sardegna, non le avevo mai analizzate così profondamente,
forse perché sono stato sempre occupato nel senso che prima
c'era la scuola, poi
. per fortuna ho sempre lavorato sin da
quando ho concluso gli studi. Mi ritengo fortunato
. Ma la realtà
è molto diversa per tanti giovani.
In questo film ho capito quanto è facile cadere "in tentazione"
diciamo, cioè quanto è facile diventare involontariamente
un fuorilegge. Non solo per i malesseri, le contraddizioni della nostra
società, la disoccupazione cronica ecc..
è che
queste cose, unite al nostro carattere
ne fanno una miscela
micidiale
. Non che voglia giustificare i tristi fatti per carità.
Ripeteresti una esperienza
del genere?
E' stata una bella avventura, senz'altro costruttiva per me
.
Ma non credo sia il mio mestiere, non so' non saprei
. Come in
tutti i campi anche in questo devi professionalizzarti
devi
studiare
. Ma per un film come questo, un film dove ti fa riflettere
.
ma si
collaborerei volentieri
..
STEFANO SODDU (Baldassarre
Pilisu Intervista non filmata)
Stefano tu hai fatto il
pastore e da poco ti sei trasferito in continente per trovare un altro
lavoro, in questo film cosa hai fatto?
Ho interpretato il ruolo di un giovane che poi diventa un
"bandito"
diciamo. In un personaggio del genere un ragazzo si può riconoscere
in molti punti, rispecchia la vita di tanti giovani come me, come
vedi io sono un emigrato per necessità, per lavoro. Nella nostra
realtà, parlo della zona interna sarda, suo malgrado il giovane
si può trovare coinvolto in fatti che non vorrebbe che succedano.
Un ragazzo, un giovane
è un soggetto che può essere plagiato, è facilmente
influenzabile e questo accade sia nelle nostre piccole comunità
che in quelle grandi. Il ragazzo perde la sua "verginità"
troppo spesso perché è vulnerabile per via dell'età,
è onesto, si fida troppo delle persone più grandi che
approfittano della sua buona fede, magari è disoccupato ed
ha bisogno di un qualsiasi sostegno finanziario e morale. In una realtà
come la nostra, con poche possibilità di lavoro, un giovane
è a rischio
Rifaresti la parte del bandito?
Se me lo chiede una persona come Piero farei anche il carabiniere,
che non mi sono mai piaciuti, farei anche il cavallo o che so io
.
Sono riconoscente a Piero, sia per l'opportunità che mi ha
dato ma soprattutto come amico e persona sensibile. Mi ha dato una
mano nei momenti che ne ho avuto bisogno. Sono stato felice di aver
collaborato al suo bel film, l'incontro con lui mi ha arricchito,
mi ha fatto capire molte cose e tramite questo film ho capito anche
la figura del carabiniere come la intende lui. Fossero così
tutti quelli che amministrano la giustizia sarebbe un mondo migliore.
E' una bella persona, pulita, onesta, leale, un vero amico, gli auguro
ogni bene.
DOROTY CANCELLU (sorella
di F. Cortes) traduzione dalla lingua Sarda
Parlami un po' del film
.
che parte hai fatto?
Non è che abbia interpretato un grande ruolo
. sono la
sorella di Francesco Cortes, il giovane che commette un omicidio e
poi viene ricercato, catturato, processato ma poi viene assolto.
Sono una sorella molto più piccola di lui ma capisco cosa sta
succedendo intorno
Ti è piaciuto l'ambiente del cinema?
Non è che mi interessi fare l'attrice
.inizialmente non
volevo assolutamente partecipare
. Avevo paura, vergogna, non
so?
Cosa o chi ti ha convinto?
Ho visto che tutti o quasi erano persone come me, cioè che
non avevano mai recitato, per lo meno la maggior parte
.la cosa
mi ha un po' non dico consolato ma
per lo meno incoraggiato
.
Poi l'ho fatto per Piero
è un mio parente
sapevo
che era un film fatto in Sardegna e che parlava di tante problematiche
ci ho provato
. Ma quanta paura
Quanti anni avevi quando hai partecipato al film?
Non avevo ancora compiuto i 14 anni, ora ne ho 15.
CHRISTIANE GREGU (sorellina di Efisio video)
Ti sei divertita nel girare
il film?
In questo film non c'era tanto da divertirsi, è un film triste,
serio
a dire il vero nella scena del funerale per poco non mi
veniva da ridere quando il mio vero padre mi ha fatto le condoglianze
.
Da grande farai l'attrice?
Da grande è meglio studiare
non so
.
Per quale motivo hai voluto partecipare al film?
L'ho voluto fare perché c'erano tutti i miei parenti, gli amici
del mio paese, cioè Mamoiada, c'era anche mio padre
per
cui ho voluto esserci anch'io
Quanti anni hai?
Ora quasi dieci, ma quando ho iniziato a fare il film ne avevo 6,
6 e mezzo.
AMATA PODDA (Cugina di
Giacomina) traduzione dalla lingua Sarda
Amata Podda di Orgosolo,
che fai nella vita?
Momentaneamente sono disoccupata, mi accontento di fare quello che
trovo.
Nel film di Sanna cosa hai fatto?
Sono una cugina di Giacomina, la cugina grande, le davo consigli e
cercavo di frenare i suoi impulsi.
Soddisfatta?
Molto, è stata una bella esperienza, una cosa nuova per me,
ho accettato volentieri e sarei ben lieta di rifarlo
sai prima
ero curiosa di vedere, poi
poi ti piace. Conoscevo Piero, sono
rimasta felice della sua proposta.
In questo film cosa vuole dire Piero Sanna, cosa vuole raccontare
secondo te?
Spero solo che la gente lo capisca, vuol dire molte cose, va molto
in profondità nei significati e sono cose che non riguardano
solo noi sardi.
GIAMPIERO SINI (carabiniere
Arru) traduzione dalla lingua Sarda
Giampiero Sini di Benetutti,
compaesano di Piero Sanna, tu sei il carabiniere Arru nel film, raccontami
Intanto è stata una esperienza nuova, fare un film non è
una cosa che ti capita tutti i giorni. Il fatto di aver interpretato
la parte di un carabiniere è stata una vera prova per me perché
non mi piacciono i carabinieri ne quello che fanno. Però leggendo
la sceneggiatura ed interpretando poi il ruolo mi sono reso conto
che è un lavoro, cioè sono anch'essi dei lavoratori
ma con una sostanziale differenza che loro rischiano anche la vita
per mantenere l'ordine e la pace nei nostri paesi. Specialmente da
giovinetto non li vedevo di buon occhio, li vedevo e li vedevamo quasi
come una "controparte" anziché vederli come custodi
della nostra tranquillità. Vedevamo quasi dei nemici e quindi
inizialmente questa parte non volevo farla. Poi mi son reso conto
che in effetti anche loro sono vittime di un sistema male impostato,
un sistema che spesso fa soffrire la gente e anche loro, proprio perché
loro vivono fra la gente.
Comunque, vista la tua disinvoltura, il ruolo è stato facile?
Beh! Inizialmente non molto facile perché, come ti ho detto,
non mi piacevano tanto, ma poi ho cercato di dare il massimo soprattutto
per Piero, il regista, se lo merita. Quando mi son trovato in difficoltà
ed ho avuto bisogno del suo aiuto me lo ha dato volentieri. Per fare
delle parti del genere non ci vuole mica una laurea o chi sa quale
preparazione, sono convinto che abbiamo dato una buona prova di quello
che siamo capaci di fare. Abbiamo cercato di fare del nostro meglio
per il film, grazie e per Piero, a tutti quelli che hanno collaborato,
a Raffaele Ballore il suo paese
credo che abbiamo fatto bella
figura.
ELISA MEREU (Madre di Giacomina) traduzione dalla lingua Sarda
Elisa Mereu, complimeti
per la bella casa, so che è stata ideata, realizzata ed arredata
da te personalmente. La vena artistica c'è l'hai nel sangue
dunque, senz'altro per te sarà stato facile interpretare la
madre di Giacomina nel film?
Beh!
insomma fare un film non è facile. E' stato Piero
che ha saputo caricarmi ben bene, ha saputo insegnarmi una parte così
seria
io in paese mi dilettavo con il teatro amatoriale, molto
leggero. Spero abbia fatto una buona cosa, Piero pare contento, te
l'ho detto mi ha caricato
pensa che non ero nemmeno emozionata
.
Quindi parteciperesti ad altri film?
Si, sono stata entusiasta di questo e a film del genere parteciperei
alla grande.
Che tipo di film è questo di Sanna?
E' un film molto profondo, che ti dice veramente qualcosa, non è
di quei soliti film di cassetta
qui c'è da riflettere
veramente
una bella esperienza
.
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