Mamoiada
di Maria Rosa Crisponi

Non ho smesso mai di amarti,
mia terra natia.
Ti vivo ancora nei sogni
delle mie sempre più brevi notti,
e in attesa che Morfeo apra la sua porta
sfoglio il libro dei tuoi ricordi.

Come posso dimenticarti, Mamoiada,
che mi hai vista nascere
accanto ad un camino acceso
di un gelido inverno
e avvolgere da teneri panni d'amore?

I frutti raccolti nei tuoi verdi campi,
i fiori curati nei tuoi giardini,
le stelle dei tuoi cieli azzurri,
la candida neve dei tuoi freddi inverni,
il Natale dolce, festoso, struggente,
la carità della tua gente,
sono note indelebili della mia memoria,
che mi cullano ogni notte verso il sonno.

Un giorno non lontano ti rivedrò, Mamoiada!
ho voglia di rivedere quei prati
dove tante ghirlande di fiori
hanno intrecciato le mie mani
per adornare il nudo mio collo di giovane fanciulla.
Chissà se troverò, le more rosse o mature
da cogliere, come allora, da antichi rovi!

Non incontrerò più tanti visi a me cari,
perchè hanno raggiunto il tempo dei frutti celesti,
e allora, più che mai, capirò
che anche una parte di me
è andata via con loro.

Ma ritroverò la mia bella gente
che mi aspetta.
Forse quel giorno ci sarà gran festa,
forse quel giorno celebrano il Santo
che nelle strade e piazze fa ardere quei ceppi
attorno ai quali si uniscon tanti cuori,
i caldi cuori di tutta la tua bella gente,
Mamoiada!

(Cagliari, 20 Dicembre 1995 ore 14.30)

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