Egregio signor Luigi Ladu,
le scrive un giovane studente universitario di Bolotana, molto colpito dalla polemica riguardante l' accusa di delinquenza della quale sono imputati i giovani.
Avrei voluto scriverle immediatamente dopo aver letto il suo articolo di un mese fa circa, ma dopo essere entrato nel suo sito ho notato che buona parte di ciò che era apparso su "L' Unione sarda" era stato modificato al momento della pubblicazione. Ciò mi ha fatto piacere, comunque, a dimostrazione del fatto che lei stesso per primo si sia reso conto di aver commesso un grossolano errore, errore che è stato notato da giovani e non più giovani dopo aver letto il suo articolo.
Ora, con questo nuovo articolo, da lei pubblicato sulla base della di G.A. classe 1984 (di cui non conosco l' esistenza) sembra quasi che il problema della delinquenza esista veramente e si sia cristallizzato, dato che i giovani cautamente ne prendono le distanze. Ciò che mi chiedo è in cosa consista realmente questa delinquenza di cui lei parla, anche perchè nel suo articolo non specificava cosa fosse realmente accaduto. Si dice in giro che questi atti delinquenziali a danno dei pullman altro non siano che aver spruzzato il contenuto di alcuni estintori all' interno degli stessi.
Non vorrei essere accusato di fare apologia di reato, ma credo che questi due gesti possano essere riconducibili più al mondo dell' infanzia che non a quello della delinquenza, del resto non credo abbiano causato danni permanenti ai nostri meravigliosi mezzi pubblici nuovi di zecca, le cui portiere, come è noto, rimangono aperte per tutta la notte. In altri lidi, neanche tanto distanti, probabilmente sarebbero già stati presi e portati via...
Ciò che vorrei farle capire è che non esiste nessun "problema della violenza" dal quale prendere le distanze, perchè questo è stato sempre fatto e non esiste nel circondario una gioventù più pacifica e civile della nostra, a dispetto degli altissimi indici di disoccupazione, come osservava giustamente G.A.
Un' altro problema che lei ha reso noto nel suo articolo è quello del girovagare diurno e notturno da un bar all' altro, senza chiedersi quali fossero le cause di questo fenomeno. Forse non si hanno altri luoghi di ritrovo, nei quali recarsi senza essere obbligati e bere e spendere, per colmare l' esigenza di socializzare? Decisamente sì, e i Bastioni S. Pietro, chiusi da quasi due anni, ne sono l' esempio lampante, oltre che la mancanza di un centro di ritrovo per giovani, peraltro esistente in altri comuni.
La dittatura dei bar è dovuta essenzialmente a questo e non a un innalzamento del tasso di etilismo tra i giovani (tasso, tra l' altro, piuttosto elevato anche tra le generazioni precedenti).
Detto questo la saluto, facendole i complimenti per il sito, un ottimo luogo per lo scambio di idee che vogliono essere costruttive e non inutilmente polemiche.

D.C.

16-04-2004


Ero convinto e lo sono ancora, di aver sempre cercato di proporre l'interesse culturale e sociale del paese. E se, conoscendomi bene, qualcuno avesse riflettuto maggiormente, ragionando se Luigi Ladu di colpo fosse diventato matto, e se su quanto scritto nel giornale contenesse obiettività o pura fantasia, forse sarebbe stato più produttivo. Il sottoscritto, è convinto che quando si esaminano i problemi si possono anche risolvere, non sono scappato dalle responsabilità di cittadino bolotanese, alcuni scalmanati non possono turbare il quieto vivere della straganza maggioranza della popolazione, mi sono assunto la responsabilità di evidenziare il problema, al contrario di chi di dovere, che pur conoscendo la questione si è diffilato dall'adottare i provvedimenti necessari.
Ritengo che, invece di strumentalizzare il pezzo scritto, forse sarebbe stato opportuno, cercare di capire veramente come mai, colui che da sempre, ha evitato articoli negativi, ha esordito con questo tipo di prodotto. Avrei preferito che, subito, qualcuno mi chiedesse delucidazioni in merito, ma niente, penso che parlandone si sarebbe arrivati ad una giusta e corretta chiarificazione.
Oggi mi perviene la Sua e-mail, devo dirle che la cosa mi fa veramente piacere, anche se forse avrei gradito più volentieri una più diretta presa di posizione, verso quei pochi che infangano il paese, ma evidentemente, pare Lei non sia a conoscenza di un certo malessere che effettivamente regna, tra alcuni soggetti.
Dispiace che invece, si addita chi, per dovere di cronaca e nell'interesse della collettività cerca di evidenziare una triste situazione che non giova alla buona immagine della comunità. Debbo dirle che io sono il primo, a riconoscere l'onestà che ha sempre distinto il bolotanese, ponendo il paese tra i più tranquilli della Sardegna, ma questo non deve farci chiudere gli occhi, anzi deve essere motivo per cercare di recuperare coloro che con azioni vandaliche cercano di offuscarne l'immagine.
Le posso assicurare che, le notizie dei fatti di malessere avvenuti recentemente, mi sono giunte da fonti più che certe, quanto il sottoscritto ha evidenziato, sono soltanto episodi marginali, Le confermo che non c'è nulla di mia fantasia, ma esclusivamente notizie fornite da sorgenti dirette e ufficiali, sono stato informato su diversi episodi ben più gravi e che ho sempre evitato di scrivere, poiché non giovano a nessuno. In questa occasione, chi veramente doveva parlare, assumendosi la giusta responsabilità, magari in una pubblica assemblea o con un documento scritto e controfirmato, ha cercato la via più semplice, quella di nascondersi per la paura di affrontare le critiche negative che ne poteva avere, cosa che Luigi Ladu, con la sua consueta onestà, ha voluto portare all'attenzione, questo, per cercare esclusivamente di porre rimedio nell'interesse di Bolotana, cittadina che ormai da decenni ha imparato ad amare profondamente.
Sicuramente, se ci guardiamo intorno, vediamo di peggio, questo però non deve essere una giustificazione per avallare situazioni poco piacevoli. Sono stato forse il primo a rimarcare la carenza di lavoro nel territorio e le sue conseguenze, malgrado Bolotana, abbia destinato parte dei suoi migliori terreni agricoli all'industrializzazione. Ho sempre evidenziato, la carenza di strutture ricreative e culturali, pertanto posso capire, quanti cercano svago e occasioni di dialogo nei bar, esercizi che è giusto ci siano.
Ritengo, che tutti, invece di criticarci a vicenda o strumentalizzare in negativo la problematica, abbiamo il dovere, di affrontare la questione e insieme vedere di concepire proposità, costruendo, ognuno nel suo piccolo, occasioni di sviluppo e di crescita sociale e culturale.
Concludo, ringraziandola per l'occasione di confronto datami, e per aver colto completamente le finalità del mio sito web.
Cordialmente.

Luigi Ladu

 

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