L'Opinione
di Giabriele Ortu

 

Ho letto quanto scritto nel nuovo spazio del sito, “L’Opinione”,
posso anch’io dire la mia?

Noi ...“grandi”, diciamo, non siamo contenti di come va il mondo, oggi. E chi potrebbe essere contento? È indubbio che la società attraversi una crisi profonda e tutti osserviamo, a volte con orrore, quanto intorno a noi succede.
Sono stati citati i casi della signora rapita, uccisa e fatta a pezzi dal falegname italiano e il caso dei ragazzi di Perugia, e si potrebbe stilare un macabro lungo elenco, oppure ascoltare ciò che i telegiornali tutti i giorni ci propinano per capire che le cose non vanno nel verso giusto. Si potrà obbiettare che nel mondo queste cose ci sono sempre state ed in parte è anche vero. Molti dicono: queste cose avvenivano, ma nessuno ne veniva a conoscenza in quanto non vi erano i mezzi di comunicazione di cui oggi noi disponiamo ed in parte anche questo è vero. Pochi, però, si pongono il problema del perché queste cose avvengano e con così tanta frequenza. Non è semplice dare una risposta a questo problema in quanto esso è complesso e, secondo me, viene da lontano.
Intanto noi “grandi” dobbiamo farci un bell’esame di coscienza. Cosa abbiamo dato ai nostri figli? Cosa ha dato la scuola?, la Chiesa, la politica? I mezzi di comunicazione di massa?
È facile dare la colpa ai ragazzi. Perché quel bravo ragazzo, da tutti stimato, ora si droga?! Forse noi siamo stati più fortunati perché la droga non c’era. L’unica droga era lo studio a memoria dei paradigmi dei verbi latini, le poesie, la tabella pitagorica, le favole di Fedro e via discorrendo.
Poi sono arrivati i sapientoni: studiare a memoria non serve, il latino non serve, per la tabellina ci sono le calcolatrici etc. etc. E poi i ragazzi non vanno puniti, non vanno ripresi, vanno promossi anche se ...proprio non hanno portato a termine gli studi con il giusto profitto (ai miei tempi si diceva anche se è un somaro).
Io credo che la colpa di tutto questo sfascio sia prima di tutto di noi “grandi” che non abbiamo saputo educare (e ducere, condurre) i nostri figli, e di quelle strutture che ho citato prima.
Quale esempio abbiamo dato loro? Quale esempio stiamo dando tutti i giorni? Forse che alla televisione si parla di bravi ragazzi, di ragazzi che si distinguono per il loro comportamento esemplare? O dei ragazzi bravi e studiosi promossi col massimo dei voti? E no, si parla di bulli, di fasulli, di you tube, di telefonini e di messaggini.
Un rimedio a questo sfascio si può trovare? Certo che sì. Bisognerebbe incominciare dalla famiglia, credo, ma contemporaneamente ci vorrebbe il sostegno delle strutture scolastiche alle quali la politica dovrebbe dare “linee guida” certe e pretendere il rispetto da parte di tutti a cominciare dai docenti che oggi vivono un grande travaglio in questa situazione di incertezza.
Il docente oltre a pretendere il rispetto deve pretendere anche che il discepolo non vada a scuola solo per scaldare il banco come si suole dire.
In buona sostanza una società per funzionare ha bisogno che ai suoi componenti tutti sia chiesto di osservare i doveri, ma che abbia anche la certezza dei suoi diritti.
Viviamo tutti nell’incertezza, perché qui da noi, manca la certezza del Diritto. La televisione, tutti i giorni, ci porta a conoscenza di fatti gravissimi e gli autori dei quali spesso girano indisturbati per le nostre strade. Mio padre, uomo mite e saggio, mi diceva sempre: ricordati che tutto ciò che succede vicino a te o anche lontano da te non avviene mai per caso, c’è sempre qualcosa che quel fatto lo ha causato. In sa vida tua circa de cumprendiri su puita! Cerca sempre di capire il perché delle cose che avvengono intorno a te. Nulla fit casu, dicevano i romani. Interroghiamoci allora per capire ciò che intorno a noi succede e sforziamoci di agire di conseguenza.

30-01-2008

 

 

 

                 

Statistiche sito,contatore visite, counter web invisibile
WOP!WEB Servizi per siti web. Contatori, statistiche, forum, sondaggi... GRATIS!