Serata in onore di Tonino Puddu
“Nel tuo pezzo d’azzurro
oggi è festa grande.
Danza…la tua musica danza
un canto che profuma di stelle e di speranza.”
“Su bolu ’e
s’ammentu”
Ventiquattro ottobre, ore
venti, Teatro Eliseo gremito. Si preannuncia una serata speciale. Sarà
ricordato l’artista Tonino Puddu, il cui addio terreno risale a
un anno addietro. “Su bolu ’e s’ammentu”, si legge
nei cartelloni che “vestono” Nuoro dal centro alla periferia.
E ancora, nel sottotitolo: “Nois custa notte a tibe amus pessau,
amus pessau a ti fachere unu donu…”, parafrasando un bel verso
della poesia-canzone di Tonino dal titolo “Pro chi ti siat sa bida
unu beranu”.
Quel “nois” sono, innanzi tutto, i suoi familiari. Quel “nois”
sono, poi, i suoi ragazzi, i componenti il Coro Su Nugoresu che nel retro-copertina
del CD - appena pubblicato e che fra breve verrà presentato al
pubblico – così hanno scritto: “A Te, grande maestro,
perché la tua musica possa viaggiare ancora e, superando il tempo
e le distanze, riscaldi il cuore di chi ti ha conosciuto e di chi verrà.
Che le nostre voci continuino ad essere la tua voce. Con eterna riconoscenza”.
Ma quel “nois” sono anche i tanti suoi amici fraterni e i
numerosi ammiratori del suo canto e della sua musica. La serata è
presentata, con l’eleganza di sempre, da Ottavio Nieddu. Il buio
della sala viene rotto dal canto “Cantones de pache e d’amore”:
versi scritti da mio padre, musicati da Tonino e cantati dal suo Coro.
L’emozione è grande… Mi tornano in mente le parole
che dissi il 21 giugno citando Tonino, in occasione della festa europea
della musica, dedicata, quest’anno, a mio padre: “Se faccio
riferimento a Tonino Puddu non è per caso. Sono certa che anche
lui, adesso, c’è… e ci sarà sempre, ogni qualvolta
si parlerà di poesia e di musica. La sua ultima canzone, “Toccheddos
de coro” – che lui ha voluto lasciare come suo testamento
spirituale - che armonizzò ma non potè cantare, è,
in assoluto, una delle poesie più belle scritte da mio padre. E
come Alessandro Catte ed il suo gruppo sono stati capaci di trasformare
in sinfonia la sua "Ispadas de sole", così Tonino e il
suo gruppo hanno reso ancora più toccanti e significativi questi
versi già bellissimi. E adesso mi piace immaginare mio padre che
sceglie di fissare un appuntamento con Tonino Puddu in un punto preciso
dell’altra dimensione, per ri-discutere di musica, di poesie da
armonizzare e, all’occorrenza, da creare…” Il messaggio
deve essere giunto in quel pezzo d’azzurro nel quale, oggi, mio
padre e Tonino si trovano. E deve essere arrivato per vie traverse –
che sono, poi, quelle del cuore – anche ai ragazzi di Tonino che
non a caso hanno scelto di iniziare e concludere l’incontro con
i versi di mio padre. Che bella complicità! La voce di Maria Giovanna
Ganga racconta versi stupendi…Versi che fanno da cornice alla varie
foto-ricordo: ecco Tonino bambino col fratello Salvatore, con i genitori,
con la sorella… E poi gli amici del suo primo gruppo musicale e,
via via, tutti gli altri e coloro che oggi sono qui per rendergli l’onore
che merita. Viene riproposto un video col Duo Puggioni, trasmesso anni
addietro da “Sardegna canta”. L’emozione è grande
e il canto arriva al pubblico con la forza di una carezza che diventa
abbraccio intenso quando il Duo Puggioni, sul palco, racconta la tenera
e forte intesa con Tonino artista e con Tonino uomo…sempre fiducioso
e riconoscente - nonostante la malattia che l’aveva privato della
sua bellissima voce -, verso quel Dio i cui disegni hanno sempre un senso,
sconosciuto, a volte, agli uomini… perché impregnato di mistero
divino. E poi… la danza e i colori dei vari gruppi folk: da quelli
del Gruppo Città di Tempio per giungere a quelli del Gruppo di
Desulo e infine a quelli del Gruppo Su Nugoresu, il tutto alternato dai
canti del Coro Su Nugoresu e del Coro Montanaru, oggi diretti dal bravo
Simone Dionigi Pala.
Lo scambio dei doni è d’obbligo, in serate come queste. E
a farlo col giusto coinvolgimento emotivo è la bella nipote di
Tonino, che fa parte del Gruppo Folk Su Nugoresu. L’incontro si
conclude con “Nanneddu meu” cantata dai Cori e da tutto un
pubblico che, in piedi, applaude riconoscente e commosso, mentre sullo
sfondo del palco un bellissimo primo piano di Tonino regala a tutti un
sorriso… |