Bachisio Latte
Bolotana 07/12/1922 - Sassari 27/01/2022

Prof. Bachisio Latte
Primario oculista emerito dell’ Ospedale San Francesco di Nuoro (1958/78);
Presidente della Fondazione Laboratori Ricerca e Formazione Porto Conte, istituita con decreto MURST del 03/06/1992;
Membro del Comitato Scientifico Osteo-Odonto Cheratoprotesi, via Gregorio VII n°350, Roma;
Membro della Società Italiana per la Bioetica e i Comitati Etici, via della Conciliazione n°10, Roma;
Membro della Società Oftalmologica Italiana.

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Allievo interno della Clinica Oculistica dell’Università degli Studi di Sassari
(Prof. Bietti, 1946 – Prof. Focosi, 1947);
Vincitore di borse di studio per studenti (1946) e per corsi di perfezionamento
(Ortottica ed Elettroretinografia) presso la Clinica Oculistica dell’Università di Parma
(Prof. Bietti);
Laureato in Medicina e Chirurgia con votazione 110/110 e pubblicazione di tesi nell’Anno Accademico 1947/1948 presso l’Università di Studi di Sassari;
Assistente alla Cattedra di Clinica Oculistica dell’Università di Sassari dal 01/12/1948 al 30/05/1958;
Ha conseguito la Libera Docenza in Clinica Oculistica nel 1956 classificandosi al primo posto in graduatoria nazionale;
Ha fatto parte di équipes di ricercatori italiani e stranieri sotto gli auspici del Consiglio Nazionale delle Ricerche, della Rockfeller Foundation e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità;
Ha svolto missioni di studio in Africa /1957/58) ed in India (1964);
Collaboratore dell’Ente Provinciale Antitracomatoso di Cagliari, Sassari e Nuoro (1949/1955);
Ispettore EPA di Nuoro (1955/1961);
Consulente Pontificia Opera Assistenza di Cagliari, Sassari e Nuoro (1949/1955);
Docente di Oftalmologia Sociale presso la Scuola Magistrale Ortofrenica dell’Università di Cagliari (1977/1979).

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La produzione scientifica del prof. Bachisio Latte è rappresentata da oltre 150 pubblicazioni e comunicazioni e verte su argomenti clinici e sperimentali dell’oftalmologia, della batteriologia, della virologia, della genetica, della medicina sociale e della politica sanitaria.
In modo particolare, le ricerche di genetica oftalmologica sull’emeralopia essenziale e sulle discromatopsie hanno favorito collaborazioni scientifiche, a livello nazionale ed internazionale, per lo studio dei loro rapporti di linkage genetico con altre caratteristiche ereditarie.
I risultati di queste ricerche hanno messo le basi per la successiva creazione del Centro di Genetica e Biologia Molecolare e dell’Istituto del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Porto Conte (Sassari).

 

 

LE TRE VITE DEL PROFESSORE DI BOLOTANA, 89 ANNI: MEDICO, POLITICO E AGRICOLTORE

Avventure e scoperte di Bachisio Latte l'oculista che dichiarò guerra al tracoma

Quando dite Bachisio Latte pronunciate il nome di un medico gentiluomo che ha passato la vita "giorno e notte in ospedale", che è legato alla storia sanitaria della Sardegna, alla ricerca scientifica. Versatile anziché no, visto che dopo aver smesso il camice bianco fa anche l'agricoltore. "A Siniscola ho un gelso alto 25 metri e con 80 metri di circonferenza, un'armonia della natura". Uomo da due mondi. Pochi anni dopo la laurea partecipa alle missioni umanitarie nella Libia pre-Gheddafi vivendo in pieno deserto, tenda tra i beduini. Lavora in India. Nato 89 anni fa a Bolotana ("all'anagrafe sono registrato il 7 dicembre, ma sono nato il 4, in municipio avevano confuso i numeri") abita a Sassari, via Manzella, zona "cliniche". Se potesse vivrebbe ancora in corsia. Ma prova a distrarsi. Con la campagna, per esempio. Ma anche con la musica. Poche sere fa era al Banco di Sardegna, Sala Siglienti, per un concerto con sonate di Robert Schumann e Johannes Brahms. "Ho apprezzato la violinista polacca Agnieszka Marucha e la pianista sarda Francesca Carta". Bachisio Latte è soprattutto un oculista che ha legato la sua professione alla lotta contro il tracoma, malattia che nel dopoguerra portava alla cecità e l'isola, ancora senza acqua corrente e fognature, era una delle regioni più colpite d'Europa. Professionista in patria e all'estero. Prima che sorgessero Médecins sans Frontiéres o Emergency lavora come missionario laico nel deserto libico per aiutare una popolazione stremata anche lì dalla fame e dalle malattie. "Ho operato tutte le figlie di Re Idris, erano strabiche, le avevo fatte diventare belle". A Bengasi - nella clinica municipale operava un cardiologo di Baunei, Mariano Tului - era stato raggiunto da una vedova che abitava nel porto di Alessandria d'Egitto. "Era cieca, l'avevo operata e aveva riavuto la vista. Si chiamava Katina. Da oggi tu sei mio figlio, mi aveva detto". Con orgoglio cita un primato legato alle usanze religiose: "In Cirenaica - io uomo - avevo visitato alcune musulmane, nel reparto di oculistica il primario era una donna ma non interveniva sulla cornea, mi avevano chiamato ed io ero andato. Volentieri, naturalmente". Dice di avere tre vite. Perché "oltre che medico e agricoltore" è stato anche politico di prima fila. Per due legislature - in anni ribollenti di rivolta sociale - è stato consigliere regionale per la Dc ("la mia corrente era quella di Aldo Moro, faro della politica italiana ed europea"). Tra il 1967 e il 1969 è assessore regionale alla Sanità, anni di epidemie, epatite virale e tbc dilagante. Il rimedio? "L'igiene. Certo, anche gli antibiotici, ma tanta acqua e tanto sapone". È stato Latte a mettere la prima pietra dell'ospedale oncologico di Cagliari. In veste di vicepresidente della giunta (leader era allora Giovanni Del Rio) riceve in Costa Smeralda la principessa Margaret d'Inghilterra ospite dell'Aga Khan. "Ma di quegli anni ricordo soprattutto l'impegno della Regione per dotare paesi e città dei servizi igienici fondamentali. Le cronache quotidiane erano scandite da malattie. E il tracoma. Ma siamo riusciti a sconfiggerlo". Il tracoma era una infezione causata da un batterio, chlamydia tracomatis (ancora oggi 150mila bambini in Africa rischiano di perdere la vista per questa infezione). "Quell'agente lo avevo isolato proprio a Sassari, poi sono passato alla cura. Famiglie intere erano colpite. In una stessa bacinella si lavavano in tanti. Bastava che uno passasse a un altro familiare un asciugamano e l'infezione si trasmetteva. C'era miseria. Conoscevo famiglie che si sostentavano mangiando fichi d'india e basta. Fino ad allora si medicavano gli occhi con solfato di rame e acido tannico. Poi giunsero gli antibiotici. Fu una rivoluzione". Nasce a Bolotana. Il padre Antonio agricoltore con terreni a Muru'e lardu, poi carabiniere ausiliario. La mamma, Antonicca Mulas. Elementari sotto Punta Palài "con maestro Piredda gentile e maestro Nanneddu Corda, spietato, ci educava a colpi di bacchetta". Scuole medie a Nuoro e a Nuoro il liceo classico Giorgio Asproni "con una bravissima insegnante di latino e greco, Elena Chironi". L'università a Sassari. Specializzazione in oculistica in compagnia di un repubblicano storico, Vittorio Saba. "Ci occupiamo subito del tracoma su consiglio del professor Marcello Focosi. C'era molto da lavorare. Divento assistente e faccio parte di équipes di ricercatori italiani e stranieri sotto la regia del Cnr e della Rockefeller Foundation, quella che aveva debellato la malaria". La tesi di laurea - anno accademico 1947/48 - è specifica: "Ricerche sperimentali sull'azione della penicillina e della streptomicina e sull'azione combinata di questi antibiotici con sulfamidici sulle affezioni oculari da virus vaccinico ed erpetico". Da questo momento il dottor Latte diventa il "professor Latte". Nel 1956 è primo nella graduatoria nazionale per la cattedra di Clinica oculistica. Iniziano le pubblicazioni scientifiche. Nel 1953 a Roma, al congresso della società oftalmologica italiana, aveva presentato uno studio sulla prova del cortisone nella diagnosi microbiologica del tracoma. Un'altra svolta. Molti bambini guariscono, non ci sono casi di recidive. Su "Minerva ginecologica" si occupa della ricerca del corpi di Halerstaedter nella mucosa cervico-vaginale di donne tracomatose sarde". Gli studi negli ospedali di Nuoro e Sassari finiscono nelle riviste più prestigiose del mondo. Analisi sulla "predisposizione al favismo" per l'accademia dei Lincei, sul tracoma per le università di Napoli, Torino, Parigi, Seattle, per Nature con Georges H. Werner, su Backwell Scientific di Oxford. Con Gonario Arru firma rilievi clinico statistici sulla incidenza della morbilità tracomatosa fra gli agricoltori dei distretti di Nuoro, Lanusei, Macomer e Laconi. "Nuoro è al 9,5 per cento, l'Ogliastra che fa capo a Lanusei - col 13,91 - è la regione più colpita, l'indice più basso è in Planargia". Continua a pubblicare per la Medical School di Londra, il Dipartimento of Human Genetics di Leiden, lo Sloan-Kettering Institute for Cancer Research di New York. Naturalmente sarebbe necessaria una Bibbia per raccontare di chi ha "tre vite e tutte vissute intensamente". Per chi ricorda ancora i giorni in Africa ("sono stato il primo italiano a tornare a Kufra che era stata una importante base aerea nell'avventura coloniale italiana in Libia"), di chi ha diretto per un anno l'ospedale italiano di Bengasi. E di chi si è tuffato anche in politica. Erano gli anni del desiderio di Rinascita, a Nuoro Forze Nuove contro le vecchie leve, a Sassari i Giovani Turchi. "Non mi dovevo sacrificare molto per avere voti, me li davano, non ho mai fatto un solo comizio". E la Sardegna di quegli anni? "Molto povera, il banditismo imperversava, era necessaria la rivoluzione industriale". Lasciata la politica indossa ancora una volta il camice bianco, ospedale di Sassari. È Latte a volere la creazione del Centro di Genetica e Biologia molecolare a Porto Conte. Con un professionista tutto studio e tutto ricerca ("starebbe ancora in ospedale dall'alba al tramonto", dicono quelli che gli sono più vicini) è difficile scandagliare anche nella vita privata o negli hobby. Perché se non ha esitazioni nel proclamare "la Bibbia il mio libro preferito, perché è un capolavoro, e ne leggo una pagina ogni notte assieme alle Lettere di Moro", se dice subito che è "il minestrone il piatto preferito, ma con legumi biologici certificati dell'orto", è più laborioso scegliere l'attore o il regista. Alla fine opta per Vittorio De Sica. E lo sport? Il ciclismo, ma con ugual passione sia per Fausto Coppi che per Gino Bartali. La vita di un quasi novantenne in forma è vissuta serenamente a casa con la moglie Laura Sanna, nata a Buddusò, professoressa ai licei di Nuoro e Sassari. Due figli, Lucia medico e Giovanni agronomo. Bella casa piena di luce, tanti libri, quadri di Mario Delitala, Antioco Manca e Lucia Guiso Caggiari. Ecco una pietra Arizon di 200 milioni di anni geologici. Ecco il tomo delle pubblicazioni scientifiche. Sono quelle che hanno portato il nome di Latte e della Sardegna nelle riviste scientifiche internazionali. Partendo da Bolotana. (13 giugno 2011 - La Nuova Sardegna)