Bachisio
Latte |
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Primario
oculista emerito dell’ Ospedale San Francesco di Nuoro (1958/78); Presidente della Fondazione Laboratori Ricerca e Formazione Porto Conte, istituita con decreto MURST del 03/06/1992; Membro del Comitato Scientifico Osteo-Odonto Cheratoprotesi, via Gregorio VII n°350, Roma; Membro della Società Italiana per la Bioetica e i Comitati Etici, via della Conciliazione n°10, Roma; Membro della Società Oftalmologica Italiana. |
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=========== Allievo
interno della Clinica Oculistica dell’Università degli Studi
di Sassari =========== La
produzione scientifica del prof. Bachisio Latte è rappresentata
da oltre 150 pubblicazioni e comunicazioni e verte su argomenti clinici
e sperimentali dell’oftalmologia, della batteriologia, della virologia,
della genetica, della medicina sociale e della politica sanitaria.
LE TRE VITE DEL PROFESSORE DI BOLOTANA, 89 ANNI: MEDICO, POLITICO E AGRICOLTORE Avventure e scoperte di Bachisio Latte l'oculista che dichiarò guerra al tracoma Quando
dite Bachisio Latte pronunciate il nome di un medico gentiluomo che ha
passato la vita "giorno e notte in ospedale", che è legato
alla storia sanitaria della Sardegna, alla ricerca scientifica. Versatile
anziché no, visto che dopo aver smesso il camice bianco fa anche
l'agricoltore. "A Siniscola ho un gelso alto 25 metri e con 80 metri
di circonferenza, un'armonia della natura". Uomo da due mondi. Pochi
anni dopo la laurea partecipa alle missioni umanitarie nella Libia pre-Gheddafi
vivendo in pieno deserto, tenda tra i beduini. Lavora in India. Nato 89
anni fa a Bolotana ("all'anagrafe sono registrato il 7 dicembre,
ma sono nato il 4, in municipio avevano confuso i numeri") abita
a Sassari, via Manzella, zona "cliniche". Se potesse vivrebbe
ancora in corsia. Ma prova a distrarsi. Con la campagna, per esempio.
Ma anche con la musica. Poche sere fa era al Banco di Sardegna, Sala Siglienti,
per un concerto con sonate di Robert Schumann e Johannes Brahms. "Ho
apprezzato la violinista polacca Agnieszka Marucha e la pianista sarda
Francesca Carta". Bachisio Latte è soprattutto un oculista
che ha legato la sua professione alla lotta contro il tracoma, malattia
che nel dopoguerra portava alla cecità e l'isola, ancora senza
acqua corrente e fognature, era una delle regioni più colpite d'Europa.
Professionista in patria e all'estero. Prima che sorgessero Médecins
sans Frontiéres o Emergency lavora come missionario laico nel deserto
libico per aiutare una popolazione stremata anche lì dalla fame
e dalle malattie. "Ho operato tutte le figlie di Re Idris, erano
strabiche, le avevo fatte diventare belle". A Bengasi - nella clinica
municipale operava un cardiologo di Baunei, Mariano Tului - era stato
raggiunto da una vedova che abitava nel porto di Alessandria d'Egitto.
"Era cieca, l'avevo operata e aveva riavuto la vista. Si chiamava
Katina. Da oggi tu sei mio figlio, mi aveva detto". Con orgoglio
cita un primato legato alle usanze religiose: "In Cirenaica - io
uomo - avevo visitato alcune musulmane, nel reparto di oculistica il primario
era una donna ma non interveniva sulla cornea, mi avevano chiamato ed
io ero andato. Volentieri, naturalmente". Dice di avere tre vite.
Perché "oltre che medico e agricoltore" è stato
anche politico di prima fila. Per due legislature - in anni ribollenti
di rivolta sociale - è stato consigliere regionale per la Dc ("la
mia corrente era quella di Aldo Moro, faro della politica italiana ed
europea"). Tra il 1967 e il 1969 è assessore regionale alla
Sanità, anni di epidemie, epatite virale e tbc dilagante. Il rimedio?
"L'igiene. Certo, anche gli antibiotici, ma tanta acqua e tanto sapone".
È stato Latte a mettere la prima pietra dell'ospedale oncologico
di Cagliari. In veste di vicepresidente della giunta (leader era allora
Giovanni Del Rio) riceve in Costa Smeralda la principessa Margaret d'Inghilterra
ospite dell'Aga Khan. "Ma di quegli anni ricordo soprattutto l'impegno
della Regione per dotare paesi e città dei servizi igienici fondamentali.
Le cronache quotidiane erano scandite da malattie. E il tracoma. Ma siamo
riusciti a sconfiggerlo". Il tracoma era una infezione causata da
un batterio, chlamydia tracomatis (ancora oggi 150mila bambini in Africa
rischiano di perdere la vista per questa infezione). "Quell'agente
lo avevo isolato proprio a Sassari, poi sono passato alla cura. Famiglie
intere erano colpite. In una stessa bacinella si lavavano in tanti. Bastava
che uno passasse a un altro familiare un asciugamano e l'infezione si
trasmetteva. C'era miseria. Conoscevo famiglie che si sostentavano mangiando
fichi d'india e basta. Fino ad allora si medicavano gli occhi con solfato
di rame e acido tannico. Poi giunsero gli antibiotici. Fu una rivoluzione".
Nasce a Bolotana. Il padre Antonio agricoltore con terreni a Muru'e lardu,
poi carabiniere ausiliario. La mamma, Antonicca Mulas. Elementari sotto
Punta Palài "con maestro Piredda gentile e maestro Nanneddu
Corda, spietato, ci educava a colpi di bacchetta". Scuole medie a
Nuoro e a Nuoro il liceo classico Giorgio Asproni "con una bravissima
insegnante di latino e greco, Elena Chironi". L'università
a Sassari. Specializzazione in oculistica in compagnia di un repubblicano
storico, Vittorio Saba. "Ci occupiamo subito del tracoma su consiglio
del professor Marcello Focosi. C'era molto da lavorare. Divento assistente
e faccio parte di équipes di ricercatori italiani e stranieri sotto
la regia del Cnr e della Rockefeller Foundation, quella che aveva debellato
la malaria". La tesi di laurea - anno accademico 1947/48 - è
specifica: "Ricerche sperimentali sull'azione della penicillina e
della streptomicina e sull'azione combinata di questi antibiotici con
sulfamidici sulle affezioni oculari da virus vaccinico ed erpetico".
Da questo momento il dottor Latte diventa il "professor Latte".
Nel 1956 è primo nella graduatoria nazionale per la cattedra di
Clinica oculistica. Iniziano le pubblicazioni scientifiche. Nel 1953 a
Roma, al congresso della società oftalmologica italiana, aveva
presentato uno studio sulla prova del cortisone nella diagnosi microbiologica
del tracoma. Un'altra svolta. Molti bambini guariscono, non ci sono casi
di recidive. Su "Minerva ginecologica" si occupa della ricerca
del corpi di Halerstaedter nella mucosa cervico-vaginale di donne tracomatose
sarde". Gli studi negli ospedali di Nuoro e Sassari finiscono nelle
riviste più prestigiose del mondo. Analisi sulla "predisposizione
al favismo" per l'accademia dei Lincei, sul tracoma per le università
di Napoli, Torino, Parigi, Seattle, per Nature con Georges H. Werner,
su Backwell Scientific di Oxford. Con Gonario Arru firma rilievi clinico
statistici sulla incidenza della morbilità tracomatosa fra gli
agricoltori dei distretti di Nuoro, Lanusei, Macomer e Laconi. "Nuoro
è al 9,5 per cento, l'Ogliastra che fa capo a Lanusei - col 13,91
- è la regione più colpita, l'indice più basso è
in Planargia". Continua a pubblicare per la Medical School di Londra,
il Dipartimento of Human Genetics di Leiden, lo Sloan-Kettering Institute
for Cancer Research di New York. Naturalmente sarebbe necessaria una Bibbia
per raccontare di chi ha "tre vite e tutte vissute intensamente".
Per chi ricorda ancora i giorni in Africa ("sono stato il primo italiano
a tornare a Kufra che era stata una importante base aerea nell'avventura
coloniale italiana in Libia"), di chi ha diretto per un anno l'ospedale
italiano di Bengasi. E di chi si è tuffato anche in politica. Erano
gli anni del desiderio di Rinascita, a Nuoro Forze Nuove contro le vecchie
leve, a Sassari i Giovani Turchi. "Non mi dovevo sacrificare molto
per avere voti, me li davano, non ho mai fatto un solo comizio".
E la Sardegna di quegli anni? "Molto povera, il banditismo imperversava,
era necessaria la rivoluzione industriale". Lasciata la politica
indossa ancora una volta il camice bianco, ospedale di Sassari. È
Latte a volere la creazione del Centro di Genetica e Biologia molecolare
a Porto Conte. Con un professionista tutto studio e tutto ricerca ("starebbe
ancora in ospedale dall'alba al tramonto", dicono quelli che gli
sono più vicini) è difficile scandagliare anche nella vita
privata o negli hobby. Perché se non ha esitazioni nel proclamare
"la Bibbia il mio libro preferito, perché è un capolavoro,
e ne leggo una pagina ogni notte assieme alle Lettere di Moro", se
dice subito che è "il minestrone il piatto preferito, ma con
legumi biologici certificati dell'orto", è più laborioso
scegliere l'attore o il regista. Alla fine opta per Vittorio De Sica.
E lo sport? Il ciclismo, ma con ugual passione sia per Fausto Coppi che
per Gino Bartali. La vita di un quasi novantenne in forma è vissuta
serenamente a casa con la moglie Laura Sanna, nata a Buddusò, professoressa
ai licei di Nuoro e Sassari. Due figli, Lucia medico e Giovanni agronomo.
Bella casa piena di luce, tanti libri, quadri di Mario Delitala, Antioco
Manca e Lucia Guiso Caggiari. Ecco una pietra Arizon di 200 milioni di
anni geologici. Ecco il tomo delle pubblicazioni scientifiche. Sono quelle
che hanno portato il nome di Latte e della Sardegna nelle riviste scientifiche
internazionali. Partendo da Bolotana. (13 giugno 2011 - La Nuova Sardegna) |