LA SPLENDIDA MONTAGNA

Il nome di Bolotana, oggi come ieri, è legato alla sua montagna: località come Badde Salighes, Ortachis, Mularza Noa e Punta Palai sono conosciute in tutta la Sardegna. Lo stesso storico Angius, riferendosi nel 1830, alla straordinaria ricchezza di boschi di questa zona, dava della montagna di Bolotana questa suggestiva descrizione: "La montagna è una continua selva. La quercia e l'elce sono le specie dominanti. Vi sono pure soveri, noccioli, ciliegi selvatici, tassi perastri, olivastri, agrifogli, sorgiaghe, frassini, pomi selvatici, salici, tamariggi: vi si potrebbero annoverare forse 8 milioni d'individui". Una descrizione, quella dell'Angius, un pò lontana dalla realtà di oggi. La montagna ha infatti, subito un considerevole impoverimento boschivo soprattutto nella seconda metà del secolo scorso per tagli di alberi da destinare alla costruzione di traversine ferroviarie. Negli ultimi anni gli incendi hanno lasciato, fra Ortachis e Palai, un segno di distruzione che si è cercato, in parte, di colmare con un intervento di forestazione. La le oasi di Mularza Noa, Su Passiale, Ortachis, Badde Salighes, Oseddo e Su Padru, sono rimaste intatte. Oltre alla ricchezza dei boschi, la montagna ha fra le sue caratteristiche le acque purissime che sgorgano un pò in tutta la zona.

(Tratto "Per conoscere il paese" - Amm. Com. 12-19 maggio 1991)


Tasso Millenario Tasso

Bolotana.
Dal Galles a Badde Salighes sulle orme del mitico bisnonno
Pamela Piercy ha visitato l'antica villa e l'immenso parco
(L'Unione Sarda 12 Giugno 2005) 

A portarla sulle tracce del bisnonno, che ha scritto una parte importante nella storia dello sviluppo economico e infrastrutturale nel Marghine, è stato il richiamo del sangue. Pamela Piercy, discendente del mitico ingegnere gallese Benjamin (quello che, per conto del Re, realizzò le ferrovie in Sardegna) è tornata a Bolotana per rivedere l'immenso parco e l'antica casa in stile liberty che, per decenni, sono stati la dimora dei suoi avi.
I LAVORI DI RECUPERO. Lo sbarco in Sardegna di Pamela Piercy, accompagnata dal marito, è arrivato proprio in coincidenza con l'inizio dei lavori di recupero di villa Piercy nello stupendo parco di Badde Salighes. Dopo l'abbandono della famiglia e l'acquisizione da parte della Comunità montana (che in quel sito vuole ora realizzare un giardino botanico, con la valorizzazione delle essenze importate proprio da Benjamin Piercy) l'antica villa è andata in rovina, corrosa dal tempo e distrutta dai vandali.
LA RICERCA DI PAMELA. Da sempre alla ricerca di notizie che possano documentare le imponenti imprese di Benjamin e dei suoi antenati, la ragazza gallese, navigando su internet, è venuta a conoscenza dell'avvio dei lavori e assieme al marito, funzionario dell'aviazione inglese, ha voluto personalmente rendersi conto dello stato dei luoghi.
L’EMOZIONE. «È veramente immensa e difficile da descrivere - dice - è il cuore che in questo momento comanda, elargendo attimi di intenso calore, riportando alla mente quello che sarebbe potuta essere ancora oggi la vita a Badde Salighes». Viviam, il padre di Pamela, fu l'unico dei discendenti che rientrò nella madre patria inglese, lasciando così alla sorella Vera il compito di guidare l'azienda agricola avviata da Benjamin e condannata a un declino reso inevitabile dal mutare del tempo. «Mio padre, che era un ufficiale dell'Esercito di Sua Maestà, volle ricreare in Gran Bretagna le stesse iniziative precedentemente avviate a Bolotana da Benjamin: portò avanti una fiorente attività con l'allevamento del bestiame e una discreta produzione agricola».
IL FUTURO DEI PIERCY. «Siamo venuti in Italia non per vantare crediti di nessun genere ma esclusivamente perché ci sentiamo parte integrante di Badde Salighes, località per la quale i nostri avi hanno espresso tutto l'amore possibile. Sia per la natura che la circondava ma anche per la gente che con loro ha collaborato a realizzare le idee». I discendenti della famiglia Piercy da qualche tempo si stanno interessando al ripristino dell'azienda e al recupero del sito e della memoria: un altro pronipote del capostipite (Robert Michael Piercy) nel maggio di due anni fa, nel corso di una visita a Bolotana, espresse il toccante desiderio di rilevare il complesso, con l'intento di valorizzare turisticamente la struttura. La notizia dell'inizio dei lavori di restauro da parte della Comunità montane ha comunque rassicurato i Piercy circa le reali volontà di recupero dell'area, sulla quale sorgerà un giardino botanico che potrebbe fungere da volano per far ripartire l'economia legata alle produzioni tipiche e alla valorizzazione del turismo montano.

Luigi Ladu


Bolotana.
A Bolotana ritornano i Piercy
Un discendente della famiglia in visita a Badde Salighes
(L'Unione Sarda 01 Giugno 2003) 

Bolotana.Benjamin Piercy Dell’ingegnere inglese è un discendente, porta lo stesso cognome e quando è arrivato a Badde salighes è rimasto affascinato dalla natura e dalla villa. Michael Robert Piercy vive in Inghilterra, nei giorni scorsi è stato a Bolotana, dove ha ripercorso la storia e le imprese di Benjamin Piercy e della sua famiglia. Michael Robert Piercy ha saputo che si continua a parlare del recupero del parco di Badde Salighes (valle dei salici) e della sua villa, e non sembra svanito neanche il progetto del giardino botanico, che appare in uno studio voluto dalla passata Amministrazione comunale e redatto dall’economista Sergio Sassu. Michael Robert PiercyTanti programmi, che in certi momenti offrono la falsa illusione di un serio e decorso recupero di quanto intorno al 1870 i Percy realizzarono nella catena del Marghine.
Benjamin e Robert gallesi di razza forte e volitiva, giunsero in Italia su incarico della compagnia per le Ferrovie reali sarde, per ristudiare e trasformare i progetti di massima della rete sarda, appena precedentemente elaborati dalla società Baratelli. Benjamin, divenne ingegnere capo oltre che azionista della società ferroviaria. Con la collaborazione del fratello Robert (rimasto per più di sette anni in Sardegna), oltre a realizzare la prima ferrovia in Sardegna colloca a Badde Salighes una gigantesca impresa agricola (considerata all’epoca la più imponente azienda del settore nel centro del Mediterraneo), sperimentando metodi di coltivazione per quei tempi considerati rivoluzionari. Badde Salighes, oltre ad essere motivo di studi per i vari e innovativi sistemi di coltivazione, con i suoi 50 chilometri di strade interne, dispone la coltivazione dei foraggi e l’allevamento di eccellenti animali con la produzione di ottimi formaggi, e per l’epoca le prime specialità di burro.
Alla lettura del testamento di Benjamin, a seguito della sua morte avvenuta nel 1888 , si apprese con sorpresa che insieme alla moglie e ai figli suoi eredi erano anche il fratello Robert e la sorella Jane. Una decisione maturata dopo la constatazione che nessuno dei figli nutriva la passione per agricoltura e allevamento.
Villa Piercy Ma, con la morte di Robert e Jane, è iniziato il lento e inesorabile tracollo gestionale e finanziario. L’amministrazione dell’azienda sotto la direzione di Vera, nipote di Benjamin, (sposata con l’ambasciatore Francesco Giorgio Mameli) ha cessato definitivamente l’attività. poi, nel 1966, l’abbandono della tenuta. Parte dei beni assegnati dall’Etfas, altri venduti per pagare i grossi debiti accumulati. La stessa villa è stata acquisita dalla Comunità Montana Marghine Planargia con scopi velleitari di valorizzazione e richiamo turistico.
A distanza di anni, niente si è fatto, malgrado continui proclami. Resta l’amaro per quanti affascinati dalla storia di questi due fratelli pionieri delle ferrovie e abili e appassionati agricoltori. Oggi due discendenti appunto Michael Robert Piercy e Giorgina Mameli, sono direttamente interessati al rilancio del parco. È di qualche mese l’incontro di Giorgina con alcuni amministratori di Bolotana e Macomer. Michael Robert Piercy, nei giorni scorsi ha fatto qualcosa di più: giunto direttamente dall’Inghilterra, è arrivato a Badde Salighes per conoscere l’attuale situazione. Non solo: pensa a un nuovo rientro della famiglia Piercy a Badde Salighes. «Vorrei proporre alle istituzioni italiane che attualmente hanno il potere di decidere in merito - sostiene Piercy - un progetto turistico, che si potrebbe realizzare assieme ad un mio fratello esperto nel settore alimentazione».

Luigi Ladu


Denuncia degli ambientalisti. Le robinie soffocano gli alberi tipici della zona
Badde Salighes, boschi in pericolo
Bolotana, il degrado rischia di distruggere piante rare
(L'Unione Sarda 14 settembre 2001)

Bolotana. Proteste degli ambientalisti per la drammatica situazione di soffocamento, provocato dalle robinie, in cui si trovano castagni e aceri, introdotti in un ambiente affascinante e caratterizzato da piante autoctone (tasso, roverelle, agrifoglio, salice, melo selvatico, acero minore, ciavardello e frassino). La crescita delle piante della famiglia delle “robinie”, oltre a causare la morte degli altri alberi, non permette la loro normale riproduzione poiché, essendo piante a lento accrescimento, non riescono ad affermarsi in associazione a specie più vigorose che raggiungono altezze notevoli.
In questi anni sono stati effettuati lavori di pulizia del sottobosco, limitati alla eliminazione delle sole sterpaglie, nonché il taglio di castagni e robinie. Queste operazioni non hanno tuttavia migliorato la situazione.
Secondo gli ambientalisti di Bolotana, questa situazione, senza un serio intervento, porterà sicuramente a un disastro ambientale. Raimondo Dedola, già presidente per lunghi anni della Pro Loco e leader storico a Bolotana degli ambientalisti, afferma: «Proprio a “Badde Salighes”, nel cuore della montagna, esiste un esemplare di tasso, considerato tra i più grandi d’Europa, con un tronco che raggiunge i 7 metri e 80 di circonferenza. Attualmente è quasi impossibile avvicinarsi e pertanto in serio pericolo di sopravvivenza. Oltre al danno ambientale che ne potrebbe derivare, questo problema priva i tanti visitatori della gioia di ammirare una tale rarità». Dedola sostiene anche che si debba tener conto del fatto «che esiste un progetto per la realizzazione di un giardino botanico nella montagna, ma si ha la paura che i tempi eccessivamente lunghi per la sua attuazione potrebbero rendere vano il tentativo di recupero dei monumenti naturali di quest’area».
Nei giorni scorsi, a Bolotana è stata organizzata una raccolta di firme, per protestare contro il degrado che sta subendo tutta la montagna, compresa Villa Piercy. Secondo i firmatari i ritardi non sono più giustificabili: «Consideriamo la vicenda uno scandalo burocratico, sicuramente è necessario porre rimedio con urgenza», si legge nel lungo documento».

Luigi Ladu


Badde Salighes

Piana di Ortachis


Catalogati 47 nuovi insediamenti archeologici
Bolotana, 21 Novembre 2000 (L'unione Sarda)

Bolotana.  Ancora ritrovamenti archeologici nel territorio di Bolotana. Chi si sta occupando con passione delle ricerche è un gruppo di appassionati, costituiti in un’associazione che opera all’interno della Pro Loco con la fattiva collaborazione di esperti archeologi. Importanti testimonianze archeologiche che confermano l’importanza che il territorio di Bolotana ha da sempre rivestito in tutta la Sardegna. Attualmente sono stati censiti 47 nuraghi, tutti disposti a raggiera e difesi da un efficace sistema di controllo del territorio che garantiva dalle sorprese di eventuali invasioni da nord. Di notevole pregio si sono rivelati il nuraghe “Sos Pabattòlos” perchè ritenuto incompiuto, un vero e proprio cantiere abbandonato nel pieno dei lavori per chissà quale motivo; “Tittiriòla” per la sua maestosità e grandezza; di “Funtanàssida” per il suo ingresso e per l’architrave che richiamano al megalitismo miceneo, entrambi citati da uno studioso della fine dell’800, Giovanni Maria Centurione, che sostiene di averli trovati intatti, sviluppati su tre piani e con tutte le  strutture integre. Sono da evidenziare i proto-nuraghi di “Pèrca ‘e Pàza”; di “Santa Cadrìna” e di “Gàza”; nonchè i fortilizi di “Ortachis”, “Nòdu ‘e Sàle” e “Monte Estìdu”, i numerosi villaggi nuragici sparsi lungo tutto il territorio montano. Sarà ora necessario far seguire alla fase di censimento e catalogazione un’adeguata valorizzazione di siti di altissimo valore storico.

Luigi Ladu