Nibbari Gjugna ‘ultata di maistrali Ginepri Ogni ventata di maestrale,/nel tentare di sradicarli/e rubarli a questa terra,/è riuscito solo,/volta dopo volta,/ a piegarli/a dargli forma./Così come il sale/che si è alzato dal mare/e gli si è cosparso addosso /per indurirli./E le radici/testarde, ostinate/in mezzo a quelle rocce/si sono incuneate/sino a ferirle/e diventarne per sempre/le padrone./Di quel tronco ritorto/duro, ruvido/pecore e meriggi/hanno visto cento volte/cambiarne la pelle,/ma mai perderne/il profumo, il colore./Pure il tempo/ha perso la speranza/nel cercare di cambiarli,/di dargli, nel vivere,/un altro passo/e ricondurli al ritmo/della sua volontà./Ma loro sono così…/sono così/duri e robusti/i ginepri di questa terra…/sono come il carattere remoto/della mia gente/scritto nel sangue/che corre vene antiche/e che docile si perde/tra i ricordi/rubati nel sogno/alla prima notte. |