Sera di focu
(…ammentu… 28 luglio 1983…) Candu lu ‘entu caldu
Quando il vento caldo,/mentre viene sera,/si alza perfido e si colora,/volano in cielo/stracci di cenere/ e del fumo,/il cui agro ficcante/irrita ancora/le antiche piaghe,/rimane il gusto,/il sapore,/sino ad angoli reconditi/dove è dolorante ospite/il sentimento./E quell’aria bigia/che taglia il respiro/e induce alla disperazione/trasporta, sospesi, i lamenti/le urla mute, i tormenti/di quella che non è stata,/purtoppo, una mietitura abbondante, oltremisura/del tempo a venire…/Ora sono solo le ombre/allo stesso tempo dissolte e presenti,/dolci ed innocenti,/a mitigare la sera/che s’appresta,/in questo cielo giallastro/di cenere/dove è caldo il vento,/primma che muoia,/rimarcando, testimoni,/le brame dei ricordi/di chi non vuole dimenticare/d’amari sogni/l’esile filo/della memoria. |