“Ancor prima delle voci udii il rumore incessante del ferro”

Rumori di ferraglia, tintinnii di chiavi, urla di disperazione
È ciò che odon le mie orecchie ancor prima di giungere al mondo;
chissà dove vedrò la luce;
solo il canto di mia madre mi consola.
Non so ancora se è lamento, gioia o pianto;
le sue mani tenere sul grembo
accarezzano – cercano, esplorano
desiderose di sentire il battito del mio cuore.
Spingi madre, sono pronto, ho desiderio di conoscere il tuo viso.
Non urlare madre, non voglio darti dolore!
Ancora il rumore del ferro, ora è più forte.
Sto nascendo. Eccola la luce,
dove sei cielo,
dove sei sole,
qui vedo solo ferro e donne imbruttite dal grigio colore.
Tutte però dicono che l’evento è lieto.

Luigi Giannelli

Questa poesia, è stata inviata dal Consiglio Rirettivo del C.C.R.S. Circolo Culturale Palazzo di Giustizia di Roma. La stessa è pubblicata nell'Angolo della Poesia nella rivista "Il Notiziario" diretta da Luciano Canfora.

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