Maschere nere
di Laura Ficco

Maschere nere
nell’allegoria della vita,
minatori di Carbonia
prigionieri di miserie
asfissiati nelle viscere dell’orbe.

Nell’abisso del binario
intriso di sudore
in centinaia scavano il dolore.

Madri, spose, figlie
unanime preghiera:
“Dio salva le loro vite”.

Non perdonano i gas
subdoli e letali,
un istante, un boato,
roccia e travi
dilaniano il petto.

Tutto tace nel sottosuolo,
in lontananza uno stridulo
lamento di sirena:
“ora è Tragedia”.

L’ascensore sale lento,
il cigolio batte il tempo
nello spasmo del cuore
mentre i tramonti
piangono notti vermiglie e insonni.

Eccoli!
Sono soli, sono pochi.
Maschere nere
il terrore scorre negli occhi,
quel lume sull’elmetto
riaccende la speranza
del padre ritrovato.

Non piangete donne
delle bianche morti,
chi nella fuliggine è spirato
ha seminato dignità ed orgoglio,
sempiterne radici della vita.


La poesia si è aggiudicata il premio speciale nel "Piccolo Concorso Letterario Su Contixeddu" arrivato ormai all'ottava edizione. Durante la premiazione avvenuta a Brescia il 26 giugno 2009 la poetessa ha ricevuto una targa attestante il premio speciale ed ha recitato la poesia, dedicata alle vittime della miniera, in particolare ai minatori di Carbonia- CI, proprio nell'anno in cui ricorre il 70° anniversario dalla fondazione della città.