San Pantaleo
di Mons. Pietro Meloni

San Pantaleo
guaritore celeste
sei disceso dal cielo
tra le rocce deserte
di questa solitaria
e misteriosa terra
di Gallura !

Tu
hai sorvolato il mondo
e hai scelto queste cime
che odorano di fiaba
per piantar nel silenzio
il tuo umile tempio
tenda di Dio tra gli uomini
dimora della gioia e della pace.

Il cielo è risplendente
e il vento ci regala
i profumi soavi
dei corbezzoli in fiore
prodigi germogliati nel granito
da cui s’effonde l’eco
di preci sussurrate amabilmente
nei favolosi stazzi.

Un tempo
con in capo le “giare” e le “caggine”
le madri con i figli
attingevano l’acqua salutare
alla vecchia fontana
monumento di vita e di amicizia.
E vedevano il mare
ancora un po’ nemico
il tuo mare incantato
giù nella “Rena Bianca”
e i vetusti ginepri
abbracciati dai rovi
lambiti dai ruscelli.

Ora
brillano all’orizzonte
i ciottoli delle esili isolette
mosaici del creato
in mostra tra le onde.
E di lontano appare
la magica armonia delle tue creste
San Giorgio maestosa
Muvrone e Balbacana
e l’ardita Cugnana.
I nostri piedi stanchi
raccolgono la sfida della roccia
ed insieme ascendiamo
trattenendo il respiro
tenendoci per mano.

Lieve fremito d’ali
svela un volo di merli e passerotti
sbucati dagli anfratti delle grotte
che attraversano il borgo
migrando verso il cielo…
Gioia e sogno dei bimbi
appisolati
nei nidi delle case
riscaldati d’amore.

La “graziosa” luna
all’imbrunire
trasfigura in fantasmi le montagne
ed il pensiero in sogno
vola al monte di Dio.

San Pantaleo
paradiso terrestre!...

Le tue umili case
accolgono ogni giorno nel sorriso
ospiti e villeggianti
donando a tutti pane ed amicizia.
La tua nobile piazza
incanto del villaggio
si apre alla chiesetta
da cui giunge la voce
di coraggiosi apostoli
voce del grande Amore.

Un giorno
in un istante
scese un fiume di fuoco
fulmineo e travolgente
dalle colline al mare
e divorò i tuoi figli…
Nuvole oscure e fiamme crepitanti
avvolsero paesani e forestieri
nell’ombra della morte.
La fuga repentina
non riuscì a trovare
la strada della vita.

Torce umane
di madri e di bambini
raccolte da mani generose
tra i viottoli infuocati
giunsero al campo santo.

Non c’era Zia Bastiana
ad accendere il forno
per il pane fragrante
segnato dalla croce
del “pane della vita”.

La croce
la croce di ginepro
la tua croce Gesù
resta laggiù a Milmeggiu!

La nostra croce
arde nei cuori in lacrime
e accende
la speranza
della risurrezione.

SAN PANTALEO ANNI ’90 - finita a Sassari: 19 marzo 2018
Festa di San Giuseppe