LA RACCOLTA
POETICA VERSOS DE VIDA PAESANA DI GIUSEPPE CONCAS
PUBBLICATA NELLA COLLANA CURATA DA LUIGI LADU
Giuseppe Concas
(classe 1932 e noto come “Peppe Mutzigone”) è
poeta dalla riflessione ed ispirazione “veloce”, attinta
dal ricco coltivo della vitale tradizione lirica popolare e scuola
estemporanea, che nel suo continuo e puntuale versificare in rima
plasma unici quadri dal carattere e sapore “licantzu”
locale.
A buon titolo, dopo la recente stampa di “Versos de vida paesana”,
il poeta nativo dello storico rione “Coronas”,
è ora da annoverare come “memoria storica” della
comunità di Bolotana. La monumentale pubblicazione di oltre
cinquecento pagine -curata dal cireneo e appassionato cultore della
poesia in limba Luigi Ladu che, con caparbio impegno e competenza,
porta avanti ormai da diversi anni l’apprezzata collana “Poètas
de Sardigna”- è da considerarsi una vera e propria
“Opera omnia” dell’autore marghinese. In considerazione
della vasta produzione poetica proposta dal Concas, viene da credere
che il “poetare” -in cui concilia forma e contenuti; ossia
una poesia significante e di significato- sia il suo linguaggio d’uso
comune e identificativo del suo abituale discorrere, ragionare e comunicare.
La capacità narrativa e di sintesi del poeta è rappresentata,
in modo chiaro, dal blocco di sonetti (ben oltre gli ottanta) che
chiudono l’opera con un vasto campionario di argomenti trattati.
Nelle composizioni di “Peppe Mutzigone”, sviluppate
con senso della memoria e rivissute con una emozione presente e partecipe,
figurano soprattutto gli amici di una vita; le vicende umane, sociali,
politiche e le manifestazioni di fede religiosa che hanno caratterizzato
e caratterizzano tuttora il centro del Marghine. L’offerta poetica
del Concas è rappresentata da tanto e significativo materiale
“documentario” per garantire la conservazione di quel
prezioso patrimonio della memoria storica locale.
Luigi Ladu, nella prefazione a “Versos de vida paesana”,
ripercorre la biografia umana e poetica dell’autore e ne sottolinea
la semplicità e naturalezza dell’autodidatta dai sani
e tradizionali valori.
(Cristoforo Puddu 21-12-2012)

POESIE E
PROSE IN LIMBA DELL’OZIERESE MINNIA PANI
L’OPERA PUBBLICATA NELLA COLLANA IDEATA E CURATA DA LUIGI LADU
La storia della
Sardegna è stata segnata da una incredibile ed infinita successione
di dominatori e colonizzatori (punici, romani, aragonesi, pisani,
piemontesi… italiani) che avrebbero potuto cancellare la nostra
cultura e identità. Ma
nonostante ciò, l’essere ed appartenere al popolo sardo
si è prodigiosamente e costantemente coagulato ed identificato
nella specificità del patrimonio linguistico. Anche negli attuali
tempi di globalizzazione, ben rappresentando le capacità e
possibilità identitarie, sa sardidade si esprime attraverso
una ricca e unica letteratura in limba che motiva il senso irrinunciabile
e distintivo dei sardi nel coltivare la libertà collettiva
ed individuale. E proprio la collana Poètas de Sardigna ideata
da Luigi Ladu, pubblicista-scrittore e curatore del sito omonimo dedicato
principalmente alla letteratura sarda e alla pubblicistica di carattere
culturale, con il proseguo delle pubblicazioni si propone di valorizzare,
oltre gli aedi del passato, anche le voci più significative
della recente ed attuale esperienza poetica che, con la compiutezza
di incisivi messaggi ideali e straordinaria armonia di versi, hanno
esaltato su limbazu sardu quale mezzo espressivo privilegiato. Minnia
Pani - Una donna, un cuore… è il titolo della recente
pubblicazione curata da Luigi Ladu, stampata dal Gruppo Editoriale
L’Espresso S.p.A., che propone una selezione tra le più
belle e significative opere dell’esperienza poetica ed in prosa
della pluripremiata ozierese Giovanna Maria (nota Minnia) Pani. La
raccolta letteraria è suddivisa in due parti: la prima è
costituita da pregiate liriche premiate in vari concorsi (Premiu Logudoro
di Ozieri, Premi di “Orani”, “Monteferru”,
“Bonnanaro”, “Ulassai”, “Ittireddu”,
“Thiesi” e “Quartucciu”) e composizioni prettamente
d’occasione (a tziu Gaspare Mele, centenario orotellese, al
poeta Peppe Concas di Bolotana e agli amici Maria e Luisi) ; la seconda
parte invece propone 6 avvincenti contados, incluso il racconto (Lidone
su negusceri) premiato al “Pabariu” di Paulilatino 2011.
L’opera di Minnia Pani ha il fascino avvolgente e la dolce musicalità
del logudoresu de Othieri, che configura quell’ideale della
limba sarda esaltata dai più rinomati poeti estemporanei del
passato, e regala una discorsività ritmica attinta da “momenti
magici di un passato spesso dimenticato”. Tanti i motivi ispiratori
coltivati dalla Pani che, sia in versi o prosa, sviluppa un’attenta
descrizione dall’ambiente umano e naturale della Sardegna ed
esprime il culto delle idealità sociali e il profondo aspetto
meditativo sull’esistenza (Ca sa vida est pro su realizu/…),
con immagini di estrema concretezza e perfezione formale da rappresentativa
e valida poetessa.
(Cristoforo Puddu 10-04-2012)

SALVATORE
PODDIGHE A CURA DI LUIGI LADU
SELEZIONE
DI COMPOSIZIONI PUBBLICATE NELLA COLLANA “POETAS DE SARDIGNA”
Il pubblicista
e scrittore Luigi Ladu, appassionato e puntuale curatore del sito
internet omonimo (www.luigiladu.it) che si occupa principalmente di
poesia e notizie culturali relative alla Sardegna, ha dato alle stampe
una preziosa selezione di composizioni tratte dall’ampia produzione
del poeta dualchese Salvatore Poddighe (6 gennaio 1871 – 14
novembre 1938). 
Tziu Bore Poddighe, originale figura di poete dalla versatilità
lirica caratterizzata da un vigoroso impegno sociale-politico e di
denuncia della condizione operaia nell’area mineraria del Sulcis-Iglesiente
di fine ‘800 e primo trentennio del ‘900, è infatti
l’autore della nota opera Sa Mundana Cummedia e di memorabili
disputas (la pubblicazione propone la gara poetica, cantata ad Iglesias
in occasione della festa di Santa Barbara del 1918 con Morette, Caria,
Iscanu e Sulas) e carteggi poetici con Predu Caria di Macomer, Frantziscu
Fara di Cuglieri e Bachis Dente di Ottana. La divulgazione dell’opera
principale del Poddighe -incisivo e chiaro manifesto sociale sulle
angherie che il popolo lavoratore subisce da padroni e istituzioni
(molti versi sono plasmati da un acceso e vibrante anticlericalismo)-
vive momenti di grande entusiasmo con la pubblicazione complessiva,
nel 1924, delle tre parti del componimento scritto tra il 1917 e il
1922: ben 3500 copie, realizzate dalla Tipografia Varsi di Iglesias.
Seguirono anni di contrastanti giudizi critici e politici sulla Mundana
Cummedia, finché il 4 novembre del 1935 l’autorità
di polizia fascista dispone la censura e il divieto di diffusione
del poemetto che inciterebbe “all’odio di classe e al
vilipendio della religione e dei suoi ministri”. Il questore
di Cagliari incarica, inoltre, il commissario di Iglesias al sequestro
di “tutte le copie ancora in vendita e perché trasmettesse
in visione tutti gli altri opuscoli della produzione del Poddighe”.
Il poeta, a conseguenza degli ignobili atti persecutori ne soffre
intimamente e, come scrive Luigi Ladu nella presentazione del volume,
“ruttu in depressione e delusu pro sas troppu tzensuras, ses
mortu de manu sua su battordighi ‘e sant’Andria de su
millinoighentostrintotto” in Iglesias. La biografia del Poddighe,
nato “casualmente” a Sassari da genitori di Dualchi e
sempre definitosi orgogliosamente dualchese per esserci vissuto fino
ai diciotto anni, è segnata dal lavoro in miniera ad Iglesias,
nei pozzi di Monteponi e San Giovanni, e da una parentesi da operaio
ed emigrato a Torino nel 1910. E proprio l’emigrazione sarda
organizzata, nel novembre del 2006 con un convegno promosso dal circolo
“Domo Nostra” di Cesano Boscone e la partecipazione, tra
gli altri, di Salvatore Tola e Paolo Pillonca, aveva ricordato l’azione
sociale ed educatrice prodotta dagli scritti del poeta sardo. La copia
dell’opera in versi, che contiene anche il componimento Divisiones
de Sardigna (un viaggio attraverso i paesi dei Giudicati di Karalis,
Arborea, Logudoro e Gallura), può essere richiesta alla e-mail
(luigiladu@luigiladu.it) del curatore.
*Poètas de Sardigna, Salvatore Poddighe a cura di Luigi Ladu,
ediz.www.luigiladu.it, Roma 2011
(Cristoforo Puddu 27-09-2011)


«Pitzinnos
minores. Reminiscenze d'infanzia»
di Luigi Ladu, www.luigiladu.it, Bolotana, euro 16.
Ladu, nato a Mamoiada,
è approdato a Bolotana dopo una serie si spostamenti e di esperienze
lavorative diverse, compresi alcuni anni di emigrazione. Il suo ricordo
ritorna, nei nove racconti riuniti nel volume, agli anni dell'infanzia
e prima adolescenza, e l'attenzione cade sull'abbandono della scuola
e il precoce ingresso nel mondo del lavoro.
In questo modo, scrive Cristoforo Puddu nell'introduzione, riesce
a dare «un 'rispecchiamento' significativo di un determinato
periodo storico e di uno specifico spazio geografico».
(da La Nuova Sardegna - Cultura e Società -
14-03-2011)

PITZINNOS MINORES
DI LUIGI LADU
L’EDUCAZIONE AL LAVORO NELLA SARDEGNA DEGLI ANNI CINQUANTA
Su traballu
est
suore 'e dignidade.
Est
aficu 'e mezoru
parusadu
cada die:
prammizu
'e libertade
chi
achietat su cras!
Questi racconti
di Luigi Ladu, Pitzinnos Minores (Reminiscenze d’infanzia),
hanno il pregio speciale delle opere narrative che riescono a dare
un “rispecchiamento” significativo di un determinato periodo
storico e di uno specifico spazio geografico. Credo
peraltro che la rappresentazione che Ladu ci dà del contesto
storico e antropologico della Sardegna interna degli anni Cinquanta
possa emozionare anche coloro che non hanno vissuto, come a me è
capitato, le stesse esperienze letterariamente trasfuse dalla mano
felice dell'autore in questi scritti memoriali, collage di nove significativi
episodi infantili individuali e collettivi.
Ognuno di questi scritti di memoria biografica si propone con compiutezza
narrativa; ogni singola vicenda descritta riesce ad attivare e riaccordare
la frequenza dei ricordi; queste doti espressive ci permettono di
compenetrare il “mistero” fascinoso dei meccanismi che
strutturano dal punto di vista affettivo e culturale il processo di
crescita in quella determinante e decisiva età che permea l’individuo
come persona e che lo predispone al vivere sociale.
Luigi Ladu ci presenta le sue esperienze di pitzinnu minore, custodite
in lunga decantazione e coltivate nel sedimento dell’animo,
attraverso un percorso narrativo linguistico dal sapore neorealista.
Il narratore-protagonista, mediante l’impiego degli appropriati
termini in limba, evidenzia ed esalta le specificità ambientali
e naturali, l’essenziale sfera dei codici della comunicazione
nel microcosmo agro-pastorale e la solidale presenza del circuito
familiare e comunitario.
Tema dominante dei diversi episodi è la raffigurazione della
vita dei bambini precocemente avviati al lavoro, “caricati”
quindi molto presto di una responsabilità individuale e sociale.
Le molte famiglie che incoraggiano al lavoro infantile i loro figli
sicuramente hanno innegabili necessità di sostentamento ma
non rinunciano, come se volessero precostituirsi un alibi, a presentare
come un naturale percorso del processo educativo una immissione innaturalmente
anticipata dei “minori” nell'attività lavorativa.
I saperi che, come organico sistema, compongono la normale scienza
pedagogica, per Luiseddu e i suoi numerosi fratellini significano
fattori problematici di relazione e di svantaggio sociale; la formazione
e la crescita sono sempre, e solo, una sofferta conquista individuale
sul campo pratico e una sfida alla ricerca delle possibilità
di riscatto e di miglioramento sociale che attingono unicamente dall’esempio
indomabile e forgiante offerto dalla traiettoria esistenziale dei
genitori.
Le esperienze di vita di Luiseddu - siano esse attività scolastiche,
lavorative in su cunzau o ludiche in sa carrela - risultano determinanti
e con effetti di importanza immediata nell'abituare a concepire deduttivamente
l’educazione al lavoro come valore di natura etica ed economica
su cui poter realizzare un futuro di dignità.
Pitzinnos Minores è lo spaccato di una Sardegna ormai lontana
nel tempo, dove il fenomeno del lavoro infantile era la risposta conseguente
ad una diffusa povertà sociale e individuale; una Sardegna
segnata dal fenomeno dell’emigrazione (nel trentennio successivo
alla seconda guerra mondiale si è verificato un esodo che ha
interessato quasi il 25 per cento del suo popolo), caratterizzata
da un diffuso malessere, con squilibri nel tradizionale comparto agro-pastorale
originati da un nascente sviluppo industriale, che in breve tempo
peraltro ha manifestato drammatiche contraddizioni.
Nei tempi attuali, di suggestiva “globalizzazione” di
valori e identità, la figura di Luiseddu appare come impressa
in una datata vecchia foto in bianconero, mentre le conflittualità
economiche e sociali permangono e richiedono un reale rinnovamento
e una convinta volontà di protagonismo da parte dell’intera
società sarda. (Cristoforo Puddu)
(Pitzinnos
Minores, Luigi Ladu, Gruppo Editoriale L’Espresso, Roma, 2011.
-euro 16,00-)
(10-02-2011)
|
Da:
Tottus in Pare del 1-10-2010
DAL
SITO INTERNET ALL’ANTOLOGIA POETICA SARDA:
“AMIGOS POETAS” A CURA DI LUIGI LADU
La
meritoria opera divulgativa, a favore della letteratura, che impegna
ormai da diversi anni Luigi Ladu - originario
di Mamoiada ma residente da oltre un quarantennio nel centro marghinese
di Bolotana- e la passione specifica per la poesia in limba è
assai nota e acrarada dae tempus. Attraverso il suo sito culturale
ed informativo www.luigiladu.it, che cura con estrema costanza e competenza
in collaborazione alla moglie Maria Moretti, ha creato un eccezionale
archivio rappresentato da circa 1500 composizioni di ben 227 autori
in lingua sarda e oltre 940 liriche italiane di 133 poeti: tutto ordinatamente
corredato da aggiornate biografie e documentazioni fotografiche. E
ancora, racconti, commedie, aggiornamenti sui concorsi letterari,
notizie ed interventi sul senso e percorso naturale da seguire per
il recupero delle opere scritte nelle diverse varianti “in lingua
madre” sarda. Questa grande attenzione di Luigi Ladu all’universo
poetico e per i suoi artefici che collaborano attivamente al sito,
con cui ha sviluppato un rapporto di amicizia e reciproca stima, si
è concretizzato in un antologico omaggio a una scelta di 24
poeti che sono significativamente “uno specchio della realtà
espressiva attuale”. L’opera, titolata Amigos poètas
– Poeti e Poesie in Lingua Sarda, propone i versi del sassarese
Antonello Bazzu e delle poetesse ozieresi Tetta Becciu e Minnia Pani,
di Vittoria Calzaghe di Laerru e del torpeino Giovanni Chessa, del
tempiese Gianfranco Garrucciu e di mastru Nino Fois di Porto Torres,
dei mamoiadini Salvatore Ladu e Giovanni Moro, di Franco Maccioni
di Gonnosfanadiga e del quasi centenario tziu Gasparru Mele di Orotelli,
di Giacomo Murrighili di Enas e Franco Piga di Romana, del noto e
pluripremiato poeta nuorese Giovanni Piga e di Antonio Piras e Renzo
Rosa di Scano Montiferro, i versi del poeta-romanziere Lorenzo Pusceddu
di Orotelli e dell’ardaulese Serafino Angelo Putzolu, del poeta-vocabolarista
e promotore culturale Tonino Rubattu di Sennori, del cagliaritano
con origini bonnanaresi Benito Saba e dell’interessante Gian
Gavino Vasco di Bortigali. A rappresentare degnamente in antologia
il centro di Bolotana sono invece i tre poeti Giuseppe Concas, Salvatore
Enne e Antonio Longu. Nell’antologia proposta dall’entusiasmo
comunicativo di Luigi Ladu -come scrive lo stesso nell’introduzione-
compaiono opere “elaborate nei differenti e plurimi modi di
comporre”, con un trionfo di messaggi-riflessioni dei temi canonici
della poetica attuale in Sardegna e nel segno di una grande conoscenza
e coscienza linguistica del patrimonio identitario.(Cristoforo Puddu)
(Amigos
Poètas, Luigi Ladu, Gruppo Editoriale L’Espresso, Roma,
2011. -euro 22,00-) |