////////////////////////////
GIOVANNA CORDA: IL SOLE E LA
SOLARITA’ DELLA SARDEGNA IN EUROPA
DALL’EMIGRAZIONE IN BELGIO LA PRIMA EURODEPUTATA SARDA
////////////////////////////
Giovanna Corda, eletta
nelle file del Partito Socialista Belga nell’estate del 2007, detiene
il primato di essere stata la prima eurodeputata di origine sarda a conquistare
un seggio a Strasburgo. Tra i numerosi argomenti premurosamente sollevati
in sede europea dalla Corda, durante la 6° legislatura, risultano
priorità di ordine sanitario, problematiche del comparto agricolo-alimentare
e del settore trasporti. E naturalmente una passione politica caratterizzata
dal forte legame ed impegno per la Sardegna con l’illustrazione,
tra l’altro, degli emendamenti del Partito Socialista Europeo a
sostegno delle produzioni di latte ovi-caprino isolano, onde “garantire
prospettive reali di sviluppo della catena di trasformazione del latte
e la produzione di formaggi, cui la tipicità e la qualità
sono largamente riconosciuti”. Negli anni ha svolto un ruolo promozionale
da “ambasciatrice “ dell’Isola, contribuito per un triennio,
durante il mandato del Governatore Soru, da esperta nella Commissione
della Consulta regionale dell’emigrazione (particolarmente apprezzata
per l’attenzione rivolta all’universo femminile e giovanile)
e non si è mai tirata indietro nel rappresentare e sostenere le
istanze provenienti dai settori agro-pastorali, che meglio connotano le
specificità dell’economia della Sardegna, con affermazioni
anche in sedi istituzionali -nonostante l’elezione in Belgio e sottolineando
orgogliosamente l’origine sarda- di volersi far carico “dei
problemi della mia terra”. Per
sottolineare la stima riconoscente della propria Terra, a cui spesso ha
dato voce e dedicato la massima attenzione e presenza da Députée
Européenne, sono stati assegnati a Giovanna Corda diversi significativi
riconoscimenti identitari e di memoria: il Candeliere Ploaghese per l’anno
2008, patrocinato dall’Amministrazione Comunale di Ploaghe e dall’associazione
Canto Sardo “Antonio Desole”, presieduta dallo scrittore Salvatore
Patatu, e la prestigiosa e ambita Navicella d’Argento.
Giovanna Corda, all’avvio della nostra chiacchierata, esordisce
con la citazione del suo luogo geografico di nascita e con la proposizione
identitaria del comune dei genitori; quasi a voler sottolineare l’origine
del rapporto indelebile che la lega di passione istintiva e naturale alla
Sardegna che, con solarità caratteriale, ha portato in Europa.
Sono nata a Carbonia, mio babbo vi lavorava come minatore nei pozzi di
Serbariu, da genitori originari di Illorai (SS)… e con sei figli
da far crescere e studiare. Nel paese goceanino abbiamo vissuto un anno
prima di trasferirci in Belgio (il 1956, anno della tragedia a Marcinelle)
e raggiungere la cittadina di Hornu, comune dell’area mineraria
del Borinage, dove ci siamo stabiliti.
Che ricordi hai di quegli anni?
Assai pochi. Ero piccolina, non avevo compiuto ancora i 4 anni. Mamma
mi racconta che chiedevo continuamente di ritornare dalla nonna e piangevo
al ricordo delle zie e madrina: mi mancavano certamente le loro rassicuranti
attenzioni e il clima caloroso nel nido familiare del paese. Data l’età
ho però superato il trauma iniziale con estrema facilità;
l’integrazione scolastica e la frequentazione di tanti bambini hanno
lenito in tempi brevi i miei piagnucolii.
E il rapporto con l’Isola?
A casa, attraverso i ricordi ravvivati dalle narrazioni in limbazu illoraesu
dei nostri genitori, abbiamo vissuto costantemente con la Sardegna nel
cuore. Determinante ad alimentare l’amore per l’Isola è
stata la frequentazione dei circoli e della numerosa comunità di
corregionali. A 18 anni, avevo appena conseguito il diploma, sono stata
eletta presidente dei giovani sardi della mia zona e mi occupavo di preparare
ed inoltrare le pratiche alla Regione per inviare i bambini nelle colonie
estive (es.: a Bosa Marina, Castelsardo e litorali del Sud) in Sardegna.
Era un modo, oltre che ludico e salutare, per far conoscere le nuove generazioni
di sardi nati nell’emigrazione ai vecchi familiari residenti. Quando
mi sono sposata ho fatto scoprire ed amare la Sardegna a mio marito, che
è belga, ed ogni anno abbiamo trascorso le vacanze con i nostri
figli Toni e Julie ad Illorai, nella casa dei miei. Ho fatto apprezzare
e frequentare la mia Terra, oltre alla famiglia, anche a tanti amici stranieri.
Ora ho la fortuna di possedere un mio piccolo nido a Budoni, dove vado
in media ogni due mesi per una settimana… lì è un
continuo ricaricarmi di sardità, benessere ed umanità.
Professionalmente, che attività svolgi?
Ho insegnato per circa 20 anni Scienze Economiche in istituti liceali
ed attualmente gestisco dei progetti culturali per i giovani studenti
dei licei della provincia dell’Hainaut.
Ed ora parlami del tuo impegno politico.
Il mio impegno politico è molto attivo e coinvolgente: 17 anni
fa sono stata eletta consigliere comunale e successivamente, con la riconferma
in consiglio per un ulteriore mandato, nominata a vice sindaco di Boussu,
una cittadina di 20.000 abitanti. Da 5 anni mi occupo localmente di Cultura,
Sport, Europa, Pari Opportunità e Multiculturalità. Al contempo
mi preparo per le elezioni comunali indette per ottobre 2012 e sinceramente
spero di essere rieletta ancora una volta, per proseguire i tanti progetti
che come amministrazione abbiamo messo in campo.
La tua attività politica locale è stata coronata con la
candidatura ed elezione al Parlamento Europeo. Oltretutto, la prima donna
sarda ad occupare un seggio europeo…
Sì! Al Parlamento Europeo ho vissuto un’esperienza eccezionale
e mi sono impegnata per la Sardegna con il collaborativo aiuto della giornalista
Carmina Conte. Nell’Isola abbiamo portato anche i colleghi ed esperti
della Commissione Agricoltura e Pesca, con il positivo risultato che a
Strasburgo ho fatto passare la valorizzazione del latte ovi-caprino.
Sappiamo che l’impegno a favore della tua Terra d’origine
prosegue.
Quando posso promuovere la Sardegna lo faccio volentieri, anche se non
sono più esperta presso la Regione Sarda; mi è dispiaciuta
molto l’esclusione, perché era un impegno che mi appassionava.
Ma chissà, forse potrei ritornare… in un rinnovato quadro
politico. In ottobre, sempre con la mia amica Carmina Conte, abbiamo organizzato
un incontro tra imprenditori belgi (aderenti al Consorzio Synergie con
sede a Mons) e imprenditori della Confapi e la Confindustria. Siamo andati
a Cagliari, a Pula e Carbonia, accolti dalle autorità provinciali
e comunali che ora attendiamo di ospitare in Belgio, per avviare possibili
collaborazioni economiche e commerciali con le imprese sarde.
Un tuo pensiero sulla Sardegna.
Ovvio, ma inconfutabile, dire che la Sardegna è bellissima e la
natura custodisce delle unicità eccezionali. Inoltre, per me, il
valore dell’accoglienza è molto importante perché
siamo un popolo del sole. Se devo fare un appunto è di carattere
ecologico: non sopporto l’abbandono di rifiuti lungo le strade e
alle periferie degli abitati. Dobbiamo rispettare la nostra Terra, avere
una sensibile coscienza sociale e doverosamente tutelarne l’integrità
naturale per i nostri figli, per i nostri nipoti…
(02-03-2012)
|