18 ottobre
2012
La FASI chiama a manifestare negli aeroporti emigrati e
residenti, sardi e amici della Sardegna per una nuova continuità
territoriale
Vorrei esporre schematicamente
le nostre osservazioni.
1.Va evitato il caos e quindi, visto il tempo perso (e
le colpe sono di tutti: Governo, Regione, compagnie), deve essere garantita
una proroga del regime in essere. Questa responsabilità se la deve
assumere il Governo.
2. La proroga non deve valere solo per la Convenzione
1 (Roma e Milano), ma deve valere anche per la Convenzione 2 (Bologna,
Verona, Torino, Firenze, Napoli, Palermo). Di questa, che è ugualmente
in scadenza, non si sta discutendo malgrado l’importanza di queste
destinazioni.
3. Occorre predisporre la nuova Convenzione con l’obiettivo
della continuità per tutti, perché il diritto alla mobilità
è di tutti i cittadini-utenti e perché lo svantaggio è
di tutti.
4. Lo svantaggio è quello oggettivo dell’insularità,
non quello della sardità, che è un valore (ed è anche
degli emigrati) o della sola residenza. È il mare che rende più
costoso per tutti il trasporto di persone e merci.
5. Ovviamente sarebbe giusto che, se ci sono eventuali
compensazioni in una continuità rivolta a tutti, queste le paghi
lo Stato italiano con il concorso dell’ Unione Europea.
6. Questo svantaggio non può essere superato solo
con la libertà di mercato e la concorrenza. La tratta di percorrenza
Roma-Milano non è simile a quella Roma-Cagliari. Un viaggiatore,
nel primo caso, può scegliere tra le compagnie aeree e tra quelle
ferroviarie (è arrivata anche lì la concorrenza) o l’autostrada.
7. Nel trasporto aereo per la Sardegna una parte dell’onere
deve andare alle compagnie che rischiano e investono. Se aumentano i passeggeri
e il cosiddetto “quoziente di riempimento”, diminuiscono i
rischi e aumentano il fatturato e il guadagno.
8. Una parte dell’onere, quella parte che è
a copertura della funzione obbligatoria del “pubblico servizio”,
indispensabile a garantire la continuità, se la deve assumere lo
Stato.
9. Si può ipotizzare di concordare con le compagnie,
nell’interesse di tutti, una organizzazione flessibile dentro un
quadro di garanzie.
10. Si può avere anche, a tariffa uguale per tutti,
una oscillazione (prestabilita, certa e trasparente) delle tariffe nell’arco
della settimana. Ad esempio: una tariffa più bassa, durante la
settimana, può favorire, da una parte, chi deve obbligatoriamente
volare per motivi di salute e di lavoro; dall’altra, può
permettere a costi più accessibili l’organizzazione di “pacchetti
turistici” da parte di tour operators, di agenzie e di CRAL aziendali.
Tutto questo favorirebbe l’aumento dei passeggeri anche fuori dell’alta
stagione e quindi l’equilibrio costi-ricavi.
11. È invece dannosa e inefficace la tariffa differenziata
– fra residenti e non – per l’alta stagione, come sembra
proporsi in queste ore.
A. Intanto è abnorme l’ipotesi di oscillazione:
ad esempio la tariffa limite (non più di tre volte di quanto applicato
ai residenti) Milano-Cagliari sarebbe di 171 Euro più tasse aeroportuali,
così almeno si deduce da quanto riportato dai quotidiani sardi
il 16 ottobre. Si pensi che la tariffa attuale di Alitalia Milano –Roma,
per far concorrenza al treno, è di 99 Euro, e che, d’altra
parte, con un volo low cost si può arrivare in Sardegna con un
costo medio di 50/60 Euro.
B. I più penalizzati sarebbero gli emigrati sardi
nell’Italia continentale e in Europa: stiamo parlando di un milione
di persone che non sono utenti qualsiasi, perché, in quanto sardi,
sono più propensi e in qualche modo “obbligati” (da
cose, affetti, interessi) ad andare in Sardegna
C. C’è la prospettiva concreta di un danno
per il turismo, l’unica nostra risorsa non ancora morta in questi
tempi di crisi. Un turismo che con i “pacchetti” potrebbe
avere larghi margini di incremento (soprattutto quello verso le zone interne
e gli agriturismi; per quello destagionalizzato; per i turismi settoriali:
cicloturistico, enogastronomico con le strade del vino, trekking, climbing
sportivo, caccia e pesca, e culturale in genere.
D. Non si capisce neanche quale vantaggio rappresenti
per le compagnie che accettano le Convenzioni un tale scostamento differenziato,
a sfavore dei turisti; ciò favorirebbe solo i voli low cost che
sono in continuo aumento. Ovviamente i voli low cost, insieme al merito
di aumentare i flussi turistici, hanno però altri limiti evidenti:
riducono drasticamente i collegamenti durante la bassa stagione (soprattutto
a danno dei sardi residenti); non permettono, per il famoso limite del
peso dei bagagli, uno sbocco alle vendite di prodotti agroalimentari e
dell’artigianato, che è invece favorito dai voli normali
e soprattutto dai trasporti marittimi. E infine hanno costi troppo alti
quando, per motivi di necessità, si decide di volare senza un largo
preavviso nella prenotazione. Purtroppo c’è poca chiarezza,
molta demagogia, molta paura – col pericolo di elezioni –
di perdere qualche voto. È più lungo e più difficile
spiegare ai sardi residenti che cinque Euro, pagati in più da ognuno
dei sardi che viaggiano in aereo, possono corrispondere a decine di migliaia
di turisti in più, ognuno dei quali – come dicono le statistiche
– lascia, in media, 300 Euro di spesa in Sardegna. Stiamo parlando
non solo del diritto a garantire la mobilità ma anche di economia,
di sviluppo, di lavoro, che è quello che oggi in Sardegna manca
di più.
Il responsabile Traspor
ti della FASI
Tonino Mulas
MANIFESTAZIONI
DEGLI EMIGRATI PER IL DIRITTO
ALLA CONTINUITA’ TERRITORIALE AEREA
Aeroporto
di BOLOGNA – Sabato 20 ottobre 2012, alle ore 15,30
Aeroporto
di TORINO – Domenica 21 ottobre 2012, alle ore 16,30
Aeroporto
di PISA – Sabato 27 ottobre 2012 , alle ore 10,00
Aeroporto
di MILANO -LINATE – Sabato 27 ottobre 2012, alle ore 14,30
ROMA – Sabato 27 ottobre 2012, alle ore 17,00, Dibattito all’interno
della festa “L’Isola che c’è” in piazza
Risorgimento, sotto le Mura Vaticane.
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