POSITIVO
INCONTRO DELLA DELEGAZIONE DELLA CONSULTA PER L’EMIGRAZIONE CON
L’UFFICIO DI PRESIDENZA E I CAPIGRUPPO
DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA REGIONE SARDEGNA
(Cagliari, 06 dicembre 2012)
La Presidente
del Consiglio Regionale, Claudia Lombardo,
dopo il saluto, ha spiegato di aver prontamente accettato la richiesta
di incontro pervenutale dalla Consulta dell’Emigrazione, per porre
all’attenzione del Consiglio Regionale sia la grave situazione della
rete dei Sardi nel Mondo venutasi a creare con i tagli ai contributi 2012
e con quelli previsti per il 2013, sia la necessità di un progetto
politico da realizzarsi con una nuova legge per l’emigrazione.
Ha quindi dato la parola agli emigrati perché esponessero le loro
ragioni.
Tonino Mulas, vicepresidente della Consulta, ha spiegato
quale è stato lo stanziamento dei contributi negli ultimi anni:
dai 4.500.000 Euro del 2010 alla proposta ultima dell’Assessore
Antonello Liori di calcolare 1.500.000 Euro per il 2013. Ha precisato
che le associazioni sarde, di fronte alle spese altissime, nelle grandi
città di tutto il mondo si autofinanziano almeno per il 40-50 %
del totale. Occorre ripartire da uno stanziamento minimo vitale per garantire
almeno la sopravvivenza della rete.
Domenico Scala, vicepresidente vicario della Consulta,
ha ripercorso la storia dell’emigrazione e della nascita dei Circoli.
Ha ribadito la loro funzione sociale e di accoglienza ancora oggi, nel
momento in cui riprende con forza riprende con forza l’emigrazione,
non solo quella intellettuale, ma anche quella non qualificata. Ha ribadito
inoltre l’apporto economico dei Circoli, che c’è stato
nel passato e che continua.
Serafina Mascia, presidente FASI, ha parlato dei mutamenti
di questo mondo sociale che è un altro popolo sardo fuori Sardegna.
L’emigrazione è partita nel dopoguerra con un accordo fra
Stati Europei che mandava i minatori del Sulcis in Belgio e in Germania;
oggi nei Circoli ci sono anche i figli di quei minatori e i nuovi laureati
o i professionisti. I Circoli, dove il requisito per l’ ingresso
è solo l’essere sardi, sono uno straordinario strumento fatto
di socialità, di volontariato ma spesso anche di professionalità
messe al servizio della Sardegna. Serafina Mascia ha quindi elencato brevemente
le funzioni e i campi di intervento dei Circoli sardi: questione sociale,
rappresentanza, gemellaggi, promozione culturale, funzione economica,
attraverso: rimesse, piccola imprenditoria, investimenti edilizi, ristrutturazioni,
seconde case, promozione turistica, promozione dei prodotti sardi, pensioni
spese in Sardegna dagli emigrati di ritorno o di chi torna per molti mesi
all’anno.
Bruno Fois, consultore dell’Olanda, ha parlato
del grave pericolo della rescissione delle radici.
Vittorio Vargiu, consultore dell’Argentina, ha
parlato dell’esperienza dell’Argentina dove i Circoli vedono
crescere la presenza di dirigenti di seconda e terza generazione. Ha parlato
poi dell’ospitalità data a giovani venuti dalla Sardegna
per motivi di studio. “Non sono stati neanche – ha detto Vargiu
– anticipati i biglietti per i viaggi dei consultori. Per il viaggio
ho anticipato di tasca mia il biglietto, che mi è costato l’intera
pensione di un anno. Lo dico solo per valutare quanto ci teniamo a far
funzionare la Consulta e le nostre rappresentanze democraticamente elette”.
Ottavio Soddu, consultore del Belgio, ha detto che per
responsabilità nei ritardi dei pagamenti dei contributi e nella
prospettiva di soli 1.500.000 Euro di stanziamento si chiudono i Circoli.
Si chiude una esperienza di 50 anni di volontariato.
Pino Dessì, delle ACLI, ha parlato del ruolo importantissimo
della rete dei Circoli sardi, unica evidente vetrina di una piccola regione
rispetto alle altre grandi regioni con più ampie comunità
di emigrati come la nostra. Non esistono reti di altre regioni d’Italia.
L’esistenza delle associazioni è favorita dall’esistenza
delle loro sedi, dove sventola la bandiera dei Quattro Mori. Studi recenti,
come quello fatto dall’Ufficio studi del Senato della Repubblica
italiana, hanno calcolato quanto è significativo ancora oggi il
ritorno in termini economici dell’emigrazione italiana nel mondo.
Continuano anche le rimesse, cioè le somme di denaro che vanno
alle famiglie che vivono in Italia.
Pietro Pittalis, capogruppo PDL, ha parlato delle associazioni
come di una realtà importante. Si rischia di ritornare più
indietro di quando c’era il Fondo Sociale. Occorre garantire l’impegno
dei fondi. Ha parlato della sua esperienza nel settore dell’emigrazione
e del suo coinvolgimento personale (è nato in Belgio). Ha poi affermato
di prendere un impegno a far funzionare il sistema con uno stanziamento
sufficiente, a partire dalla conferma dello stanziamento di 3.500.000
Euro messo in bilancio nel 2012.
Giampaolo Diana, capogruppo PD, ha detto che è
importante che, pur nella crisi attuale, con le emergenze sociali che
ci sono in Sardegna, questa rete dei sardi nel mondo sia salvaguardata
e salvata, perché è parte del mondo del lavoro. Oltre alle
esperienze dei vecchi emigrati ci portano contributi nuovi e attuali come
la battaglia per la continuità territoriale. Io che non conoscevo
bene la realtà di questo mondo ho cominciato ad apprezzarlo pienamente
qualche anno fa quando sono stato ospite a Milano. Sono d’accordo
con Pittalis di ripartire dallo stanziamento del 2012.
Attilio Dedoni, capogruppo Riformatori, comincia con
una battuta. Se c’è l’impegno dei due grandi partiti
siamo a cavallo. Sono totalmente solidale e sostengo ogni possibile azione
e intervento. Ricorda come conosce bene la legge regionale 7/1991 e i
problemi degli emigrati, per l’esperienza fatta all’Assessorato
al Lavoro insieme a Pittalis. E conosco l’impegno di tante grandi
persone che tanto hanno dato, e molte associazioni dove sono stato quando
non ero più investito di responsabilità dell’assessorato:
in Germania, in Belgio, in Olanda, ecc. Occorre anzi dare molto di più
di quello che pure stiamo promettendo qui ed è importantissimo
cioè lo stanziamento almeno uguale a quello del 2012. Occorre ricordarsi
degli emigrati come l’altra metà della Sardegna e quindi
anche del riconoscimento del diritto a una rappresentanza.
Luciano Uras, capogruppo Misto/ SEL, ha parlato di situazione
molto complicata. La mia vicinanza a queste tematiche e alle vostre richieste
mi obbliga anche a mettere in guardia sui meccanismi perversi che regolano
la spendita di quanto messo in bilancio. Se non sono stati impegnati nel
2012, avete perso quella parte dei contributi che sono stati stanziati.
Non solo ma, se il pagamento di una parte del 2012, viene rimandata al
2013, questo terzo stralcio di spesa peserà sul contributo 2013,
venendo di fatto a decurtarlo. Qui ci sono le decisioni della politica,
ma anche quelle della burocrazia. Sono presidente della Commissione di
indagine sul perché la burocrazia o meglio l’amministrazione
– col suo cattivo funzionamento – non riesce a far funzionare
quel poco che la politica decide. Bisognerà capire anche questo.
Mario Diana, capogruppo “Sardegna è già Domani”,
conosce bene i circoli sardi e li apprezza. Condivide e capisce
la preoccupazione per il rischio di chiusura a causa del taglio dei contributi.
Ma bisogna tener conto del momento critico e delle imposizioni del patto
di stabilità che costringono l’Assessore ad applicare il
taglio. Per il 2013 ancora non vi è certezza sulle disponibilità
per determinare il piano finanziario, ma l’esigenza di assicurare
lo stesso contributo del 2012, per affrontare eventuali tagli e riuscire
a salvaguardare la sopravvivenza della rete dei circoli, è un impegno
che è necessario assumersi.
Efisio Planetta, Partito Sardo d’Azione, dichiara
di essere d’accordo con quanto detto dai colleghi sulla priorità
di garantire l’esistenza dei Circoli, di cui ha conosciuto anche
le capacità. Cita la mostra su Albino Manca (scultore dimenticato,
autore del monumento ai caduti dell’aviazione americana, a Manhattan)
che si è tenuta al Vittoriano di Roma, dove intervenne in rappresentanza
della presidente Claudia Lombardo. Cita i suoi prossimi incontri a Milano
e a Francoforte. E solleva anche un problema: siamo qui a parlare di una
questione di bilancio ma è evidente che la politica conosce poco
i vostri problemi; bisogna quindi anche migliorare il rapporto fra noi
e voi, bisogna che miglioriate il rapporto con il Consiglio in quanto
istituzione e con i gruppi consiliari.
Michele Cossa, vicepresidente Consiglio regionale, del
Gruppo Riformatori: ho conosciuto il ruolo di rappresentanza dei sardi
che stanno fuori e ho avuto la possibilità di seguire il dibattito
e capire cosa fanno seguendo il Congresso della FASI ad Abano Terme (ottobre
2011). Sono una risorsa per la Sardegna. Molti fra i sardi nel mondo hanno
posizioni di assoluto rilievo. Le associazioni sono tramite per il turismo
e le esportazioni: occorre una nuova legge che riconosca, valorizzi, renda
moderna ed efficace questa rete. E occorre anche, se ci sono responsabilità
anche nella burocrazia, tarpare le ali a chi crea ostacoli nell’applicazione
delle decisioni.
Claudia Lombardo, presidente del Consiglio regionale,
ha concluso l’incontro, dicendo che esso ha esaminato a fondo i
problemi, con franchezza e spirito costruttivo.
Il risultato è stato molto positivo perché ha dimostrato
la disponibilità dei Capigruppo e quindi del Consiglio a trovare
soluzioni; come già è stato fatto nel 2012: “anche
per il mio intervento – ricorda – furono ridotti i tagli.”
Gli emigrati
salutano, ringraziano ed escono.
Dichiarazione della Presidente del Consiglio
Regionale della Sardegna,
on. Claudia Lombardo
CAGLIARI - I rappresentanti
della Consulta regionale per l'Emigrazione, che chiedono di evitare i
tagli per le risorse 2013, sono stati ricevuti dal presidente del Consiglio
regionale, Claudia Lombardo, e dai Capigruppo che hanno
ribadito la sensibilità e l'attenzione verso i problemi sollevati
dai Circoli degli emigrati sardi. Già per il 2012, con un emendamento
al Bilancio regionale votato dal Consiglio, sono state integrate le risorse
che erano state destinate alle politiche per l'emigrazione. Per il 2013
tutte le forze politiche hanno assicurato analogo sostegno. "Il
Consiglio regionale - ha spiegato Lombardo - crede molto nell'importanza
della rete dei sardi nel mondo, non solo come veicolo di promozione della
nostra terra, ma anche come punto di supporto e assistenza per tutti i
sardi che lasciano l'Isola. Abbiamo recepito l'istanza della Consulta
e lo tradurremo in azioni concrete non appena riceveremo dalla Giunta
la proposta di Finanziaria e di Bilancio per il prossimo anno". La
delegazione, rappresentativa delle Organizzazioni dei sardi emigrati,
ha sottolineato, inoltre, come le risorse a disposizione siano sempre
meno rispetto ai bisogni sempre più gravosi a causa anche della
nuova ondata di migrazione dalla Sardegna. L'accoglienza è diventato,
infatti, il servizio più richiesto. Le organizzazioni dei sardi
nel mondo offrono talvolta assistenza e un posto letto a tanti giovani
e adulti costretti a lasciare l'Isola alla ricerca di un'occupazione.
I componenti della Consulta regionale sostengono che l'ipotesi di riduzione
dei fondi (circa 3,5 milioni di euro quelle a disposizione nel 2012) provocherebbe
l'immediata chiusura di molti circoli nel mondo.
Giovedì 06 dicembre 2012
Dichiarazione del Vice Presidente del Consiglio
Regionale della Sardegna,
on. Michele Cossa
CAGLIARI - «Il mondo degli emigrati sardi rappresenta uno straordinario
veicolo per esportare la Sardegna nel mondo. La Sardegna è agli
ultimi posti tra le regioni italiane per l’internazionalizzazione,
ineludibile snodo delle nostre prospettive di sviluppo economico».
Lo dice il vice presidente del Consiglio regionale e coordinatore
regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, intervenendo
a sostegno della protesta del mondo dell'immigrazione che domani protesterà
contro i tagli.
«Gli emigrati - ha proseguito Cossa - sono uno strumento potente
di collegamento con gli attori economici, sia per la loro stessa presenza
attiva sia perché sovente sono collocati in posizione di assoluto
rilievo nei Paesi e nelle regioni in cui operano. La Regione deve valutare
appieno quanto siano grandi questa potenzialità e le sue immediate
ricadute economiche».
Da qui la proposta del vice presidente del Consiglio regionale: «Occorre
fare al più presto una nuova legge che tenga conto di quanto sia
evoluta l’emigrazione sarda in questi vent’anni, e adegui
e snellisca anche i meccanismi - oggi arcaici - che regolano i rapporti
tra i circoli degli emigrati e la Regione».
Giovedì 06 dicembre 2012
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