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A Bareggio (MI), per
la XVI edizione della Festa delle Donazioni, incontri di spettacolo, di
cultura e di solidarietà fra Sardegna e Lombardia
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Incontri di spettacolo, di
cultura e di solidarietà fra Sardegna e Lombardia hanno contraddistinto
la XVI edizione della Giornata delle Donazioni, organizzata, sabato 1
e domenica 2 dicembre 2012, dall’Associazione culturale sarda “Amedeo
Nazzari” di Bareggio-Cornaredo (Milano) in collaborazione con la
Regione Sardegna – Assessorato del Lavoro, la FASI (Federazione
delle Associazioni Sarde in Italia), i Comuni di Bareggio e di Cornaredo.
Sabato, presso il Centro Giovanile “Martin Luther King”, si
sono esibiti con successo il Complesso meticcio corale sardo “Sa
Oghe de su Coro” (diretto da Pino Martini Obinu) e il Gruppo etnico
milanese “Gamba de Legn”.
Domenica, presso la sede del centro sardo, dopo i saluti di Franco Saddi
(attivissimo presidente dell’associazione), di Luciano Bassani (sindaco
di Cornaredo), di Antonello Argiolas (coordinatore della Circoscrizione
centro-nord dei Circoli FASI), lo storico Francesco (Franco) Sonis ha
illustrato il proprio volume “Villaggi scomparsi in Sardegna: il
caso di Sitzamus nel Settecento” (Cagliari, Cuec, 2010).
Sonis ha insegnato letteratura e storia nella Scuola media superiore;
ha conseguito presso l’Università degli Studi di Cagliari
la specializzazione in “Studi Sardi”- indirizzo storico nel
2002, quando aveva già pubblicato due opere di grande valore documentario
dedicate ai “suoi” due paesi di nascita (Uras) e di residenza
(Mogoro): “Uras: un paese del Campidano tra XIX e XX secolo”
(1994) e “Mogoro: due secoli di vita municipale: fatti e avvenimenti
tra XIX e XX secolo” (1998).
Il libro presentato da Sonis a Bareggio (sviluppo e ampliamento della
sua tesi di laurea, che aveva una predominante impronta storico-demografica)
riporta alla luce, a seguito di minuziose ricerche in diversi archivi
durate oltre cinque anni, le vicende spesso penose (terribili erano gli
attacchi quotidiani dei morsi della fame e le angherie dei feudatari e
dei banditi) degli abitanti di un villaggio scomparso nella prima metà
del Settecento: Sitzamus, appartenente alla regione della Marmilla (caratterizzata
da una forte presenza di nuraghi: basti pensare alla reggia nuragica di
Barumini e al complesso nuragico di Genna ’e Maria di Villanoforru).
Sonis ha indagato le cause dell’abbandono di Sitzamus, la cui popolazione
in uscita si distribuì in tre aggregati comunitari vicini: Pauli
Arbarei, Siddi, Ussaramanna. Per Sonis «le motivazioni principali
di tale abbandono non possono essere comprese pienamente se non all’interno
degli eventi e fenomeni che si manifestarono nell’arco di poco più
di un secolo, quali la peste del 1652, le terribili carestie del 1680-81
e del 1729-30, la debole struttura sociale della comunità, i pesanti
tributi feudali, l’endemica povertà, le reiterate vendite
effettuate nei momenti di crisi».
Con questo suo lavoro di (micro)storia locale, l’autore ha voluto
adempiere al dovere di recuperare alla memoria collettiva di un territorio
nomi e cognomi di coloro che hanno vissuto fino a metà del Settecento,
in balìa dei citati eventi negativi, in uno spazio comunitario
collocato in un pianoro dove oggi non resta nessuna traccia del passato
insediamento abitativo. Per fortuna di uno studioso appassionato e scrupoloso
come Sonis l’Archivio della Curia Vescovile di Ales ha conservato
fino a noi i Quinque Libri della “villa” di Sitzamus (i Quinque
Libri, che registrano battesimi, matrimoni, morti, cresime e stati delle
anime, furono curati dai parroci a partire dal XVI sec.).
Sonis, che è anche poeta, ha voluto trascrivere, in una plaquette
di poesie intitolata “Memorare. Omaggio ai dimenticati”, le
emozioni suscitate in lui dal poter rivivere, attraverso i documenti,
le storie degli abitanti di Sitzamus e così – come un nuovo
Edgar Lee Master (autore della conosciutissima “Antologia di Spoon
River”: ognuna delle poesie lì raccolte racconta, in forma
di epitaffio, la vita di una delle persone sepolte nel cimitero di un
piccolo paese immaginario della provincia americana) – egli è
diventato, come confessa, «cantore che si commuove alle dolorose
vicende collettive e individuali di queste genti. I personaggi descritti
sembravano, così, materializzarsi davanti ai miei occhi man mano
che procedevo nell’analisi dei dati».
Come si è detto, la manifestazione di Bareggio è intestata
alla Solidarietà, alle Donazioni. Dal 1997 il Circolo di Bareggio-Cornaredo
si distingue per la sua generosità nel destinare in beneficenza,
a favore di chi ha bisogno, i proventi della grande festa sarda allestita
d'estate per undici giorni consecutivi nella struttura attrezzata presso
il centro sportivo "Sandro Pertini" di Cornaredo (quest'anno
dal 28 giugno all'8 luglio). Grazie al contributo volontario dei soci
del Circolo, ricevono un aiuto in denaro persone in difficoltà
o rappresentanti di famiglie colpite da terribili lutti o associazioni
che cercano di attenuare il disagio sociale o luoghi di cura (in passato,
tra i molti altri, anche l’Ospedale Microcitemico di Cagliari).
Quest’anno tra i beneficiari dell’aiuto economico figurava
anche un ente particolare. Riepiloghiamo. Il 25 giugno scorso due esponenti
del circolo "Amedeo Nazzari" (Franco Saddi e il vicepresidente
vicario Franco Sanna), insieme a rappresentanti dell'esecutivo nazionale
della FASI (il presidente onorario, Tonino Mulas, e un altro componente,
Giulio Cesare Pittalis, già presidente del Circolo sardo di Fiorano
Modenese e con una profonda conoscenza delle istituzioni del territorio
provinciale di Modena), insieme all’attuale presidente del Circolo
sardo di Fiorano Mario Ledda, visitarono le zone colpite dal terremoto
nel Modenese per un atto concreto di solidarietà, individuando
nel Comune di San Prospero l’Ente a favore del quale raccogliere
fondi per una donazione. Ebbene, quando il sindaco Mario Ferrari di San
Prospero (alla presenza anche dei citati Ledda e Pittalis, quest’ultimo
anche a rappresentare la presidente FASI Serafina Mascia) ha ricevuto
materialmente a Bareggio l’assegno preparato dalla locale Associazione
sarda, un commosso applauso ha sottolineato l’apprezzamento generale
per il gesto di solidarietà. Il sindaco Ferrari (che aveva avuto
anche modo – in apertura dell’incontro di Bareggio –
di riassumere i terribili danni causati dal terremoto e le notevoli opere
che segnano il percorso di ricostruzione della cittadina da lui guidata),
con poche nobili parole finali ha sottolineato che il valore già
di per sé significativo dell’assegno era aumentato dalla
nobiltà dei sentimenti che animano ogni anno i soci dell’
“Amedeo Nazzari” nel non sottrarsi ai sacrifici che sicuramente
sono necessari per poter assicurare al Circolo sostanziose doti a scopo
di beneficenza.
Con uno slogan, potremmo aggiungere che in fatto di solidarietà
il circolo di Bareggio primeggia. Un motivo di più perché
pensi, il prossimo anno, a risultati ancora più rilevanti. “Ad
maiora” è il nostro augurio.
(04-12-2012)
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