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Da un incontro presso
il Circolo culturale sardo di Cinisello Balsamo (Milano)
un progetto per evitare che il CUSM di Sesto San Giovanni diventi un “porto
sepolto”
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Domenica 15 aprile settanta
ex studenti (anni Sessanta e Settanta) del Collegio Universitario dell’Università
Statale di Milano (CUSM) di Via Milanese 300 a Sesto San Giovanni (in
quella struttura oggi hanno sede i reparti dell’Istituto di Ricovero
e Cura a Carattere Scientifico del Gruppo Multimedica) si sono mossi da
tutt’Italia per una rimpatriata non solo conviviale (per la cronaca
la nona della serie).
Questo nono incontro così come il primo (esattamente domenica 29
giugno 2008; ma allora ci ritrovammo solo in una trentina) è avvenuto
nei locali del Circolo culturale sardo di Cinisello Balsamo di Via Cornaggia,
cioè in una sede molto vicina al CUSM di una volta e in grado di
mettere a esclusiva disposizione dei numerosi convenuti, dalla mattina
al pomeriggio inoltrato, spazi adeguati e diversificati che non è
possibile certo reperire neanche nei ristoranti più attrezzati.
La presidente Carla Cividini Rocca e tutti i suoi collaboratori (Maria
Mura, Bruno Perlato, Pina Attivissimo, Dina Meloni, Giuseppe Cancedda,
Massimiliano e Roberto Casu, Fernando Celsi) si sono prodigati per rendere
gradevole il soggiorno degli ospiti e per offrire loro un pranzo tipicamente
sardo (ravioli, malloreddus, maialetto arrosto, formaggio pecorino), che
è risultato degno della tradizione.
I saluti “sardi” alla comitiva sono stati portati dalla presidente
Cividini (che ha voluto rivolgere anche un commosso pensiero a un compianto
amico tragicamente scomparso, il prof. di origine sarda Dettori, che ebbe
responsabilità di direzione al CUSM) e da Antonello Argiolas, coordinatore
dei venti Circoli sardi in Lombardia della Federazione delle Associazioni
Sarde in Italia (FASI).
Anche il sindaco di Cinisello Balsamo, Daniela Gasparini, ha voluto dare
il benvenuto al gruppo degli affermati professionisti (molti peraltro
già in pensione) e, rispondendo a una richiesta di chi scrive,
si è dimostrata interessata a verificare la possibilità
di dare un spazio fisico (diverso da quello virtuale del pur prezioso
blog http://ilcusmeil68.blogspot.it/
curato da Giuseppe Ripa) per una sede anche minuscola che però
possa essere il luogo di raccolta delle testimonianze (fotografie, documenti,
pubblicazioni a stampa prodotte dagli ex studenti nel corso della loro
successiva carriera scientifica e professionale) legate alla vita di un
Collegio universitario, che non esiste più come funzione d’uso
ma per il quale non deve essere considerato inevitabile un destino del
tipo “porto sepolto” (di ungarettiana memoria).
Paradossalmente quelle oltre trecento stanze per studenti della struttura
del CUSM di Sesto San Giovanni (il modello che ne aveva ispirato la creazione
era quello del “campus” della tradizione universitaria americana:
si tenga conto che era una struttura di servizio parecchio lontana dall’Università
Statale di Milano, posta in Via Festa del Perdono, cioè al centro
della città) sarebbero state molto utili data la vicinanza, dal
1998, dei Dipartimenti delle Facoltà dell’Università
Statale di Milano decentrati nell’area della ex Pirelli-Bicocca.
Seguendo un disegno attento alle nuove esigenze della popolazione studentesca
proprio di questa sede universitaria, il sindaco Gasparini ha annunciato
che il Comune di Cinisello si appresta a mettere a disposizione in città
appartamenti per studenti adeguati alle loro esigenze, ovviamente innanzitutto
economiche.
Ad alcuni di costoro, io credo, potrà non risultare sgradito un
percorso della memoria storica che possa soffermarsi sull’esperienza
di studio universitario vissuta al CUSM negli anni Sessanta e Settanta
del Novecento documentata in uno spazio fisico, parvus sed aptus nobis,
cioè piccolo ma adatto al nostro scopo. Adatto, cioè,
a noi nostalgici studenti “residenti” di cinquanta-quaranta
anni fa che considereremmo quello spazio fisico non solo un deposito di
carte ma anche un ripostiglio dei ricordi della nostra giovinezza, tutta
“passione e ideologia” (direbbe Pasolini).
Senza offesa per l’ideologia (che lasciamo alla libera coscienza
individuale), oggi nel collettivo del gruppo di ex CUSM c’è
bisogno di passione, magari per fondare una apposita associazione; per
trovare fondi per una borsa di studio (per esempio, per finanziare un
ricerca sulla storia dell’edificio e della vita studentesca del
CUSM); per organizzare un convegno “storico” sugli anni caldi
del CUSM, pubblicandone naturalmente gli atti; per ricordare alcune importanti
figure di ex studenti scomparsi.
Quando eravamo a Sesto San Giovanni, non era raro che, a piedi, raggiungessimo
la pizzeria “La cambusa” (territorio di Cinisello Balsamo)
per il rito della pizza notturna fino alle ore piccole.
Quel nome vogliamo considerarlo profetico. Sia dunque a Cinisello Balsamo
“la cambusa” (la dispensa) dei nostri documenti “storici”,
la riserva materiale quindi che alimenterà le “ricordanze”
della nostra generazione di ex passeggeri della nave CUSM!
(18-04-2012) |