La Notizia////////////
///////////di Paolo Pulina

 

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Il primo luglio del Circolo sardo di Bareggio-Cornaredo: a Sedriano rotatoria in onore di Donna Francesca Sanna Sulis; a Cornaredo convegno su “Il sardo e musica contemporanea” e concerto degli Istentales

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Foto di Francesco Sanna: da sinistra sindaco Alfredo Celeste, Sedriano; assessore Egidio Stellardi, Bareggio; Franco Saddi; Lucio Spiga.

Giornata campale quella di domenica 1° luglio per l’“esercito” di volontari dell’Associazione sarda “Amedeo Nazzari” di Bareggio-Cornaredo (Milano), che per il sedicesimo anno consecutivo, per 11 giorni (questa volta dal 28 giugno all’8 luglio), assicurano l’efficiente realizzazione (con menù tipico sardo che richiama migliaia di persone) della Festa dei sardi e degli amici della Sardegna presso il Centro sportivo “Sandro Pertini” di Cornaredo.
Franco Saddi (presidente infaticabile dell’Associazione) e i suoi attivissimi collaboratori, messo nel cassetto il successo (per numero di spettatori e per giudizio di apprezzamento) dell’esibizione, il sabato sera, di Giuliano Marongiu e del Gruppo di giovani musicisti Zenias, hanno organizzato, nella vicina Sedriano (10.000 abitanti; cittadina anch’essa in provincia di Milano), la prima parte della giornata domenicale. Nella chiesa parrocchiale di San Remigio don Luigi Brigatti ha celebrato la messa (con canti liturgici in lingua sarda, offertorio a cura dei componenti del Gruppo Folk “Amedeo Nazzari” di Bareggio-Cornaredo, le launeddas di Roberto Tangianu, l’ “Ave Maria” in sardo dalla voce di Manuela Bande) davanti a una folla di fedeli tra i quali spiccavano i rappresentanti del Comune di Sedriano (sindaco Alfredo Celeste, assessori Silvia Scolastico, consigliere Silvia Fagnani), il rappresentante del Comune di Bareggio (assessore Egidio Stellardi), Franco Saddi e il giornalista Lucio Spiga. Perché queste presenze? Perché, dopo la messa, a Sedriano, queste autorità del territorio, la presidente della FASI Serafina Mascia e Antonello Lai, delegato dell’assessore alla cultura della Regione Sardegna Sergio Milia, hanno inaugurato la rotatoria spartitraffico in memoria di Donna Francesca Sanna Sulis (imprenditrice e benefattrice sarda, Muravera 1716- Quartucciu 1810).
Il collegamento tra il Circolo sardo di Bareggio-Cornaredo e il Comune di Sedriano è cominciato nell’ottobre 2011 con l’allestimento, presso una sala messa a disposizione dalla municipalità, della mostra di vignette satiriche “Fratelli d’Italia. 150° anniversario dell’Unità d’Italia celebrato per immagini”, realizzata dalla FASI e proposta dall’associazione sarda. La collaborazione è continuata con l’organizzazione, presso un auditorium comunale, il 3 dicembre 2011 dello spettacolo di danza “Me” animato dalle ballerine Simona Atzori (nata senza braccia) e Eloisa Milletti, Mariacristina Paolini, Giusy Sprovieri, e della presentazione del libro della Atzori intitolato “Cosa ti manca per essere felice?”; e, il giorno dopo, con un convegno sul baco da seta (confronto storico fra la produzione serica in Sardegna e in Lombardia, prendendo spunto dalla filanda sedrianese e dalle testimonianze locali sull’allevamento del baco da seta) in onore di Francesca Sanna Sulis, eccezionale imprenditrice sarda del Settecento (1716-1810) attiva nel campo della produzione della seta, personalità quasi sconosciuta prima del volume che le ha consacrato nel 2004 Lucio Spiga.
Fu proprio a chiusura di questo convegno che il sindaco di Sedriano, con un autentico colpo di scena, diede l’annuncio che una delle “rotatorie” di prossima inaugurazione avrebbe portato il nome di Francesca Sanna Sulis. Oggi quindi chi circola per Sedriano potrà imbattersi in un’insegna che glorifica, rendendo ben visibile il suo nome, una personalità femminile della Sardegna: come si dice in Lombardia, non c’ è dubbio che, in questo caso, “Sedriano ha bagnato il naso” a diversi Comuni e istituzioni della Sardegna…
Sosta per il pranzo e nel pomeriggio, a Cornaredo, in un salone nei pressi del Centro sportivo in cui si svolge la Festa, convegno su “Il sardo e la musica contemporanea”. Dopo i saluti di Saddi, dopo gli interventi dell’assessore alla cultura del comune di Cornaredo, Sonia Cagnoni (ha parlato dei gemellaggi con il Comune e la Pro Loco di Sarroch; “dai sardi riceviamo tanto”) e di Serafina Mascia (ha ricordato le iniziative della FASI per far riscoprire ai sardi emigrati l’identità attraverso sa limba, con videoregistrazione di centinaia di interviste in limba; il progetto dei giovani Brinc@, ora “Su Sonu de sa Sardigna”, per inserire la musica nella celebrazione de “Sa Die” e “esportarla fuori dell’isola”), Antonello Lai ha esposto il punto di vista dell’Assessore Sergio Milia, a capo dell’Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport della Regione Sardegna: nell’isola dove c’è musica, c’è lingua; dove c’è una comunità con un ufficio postale, c’è un tenore… Non può esserci solo interesse alle regole grafiche per unificare le diverse varianti del sardo: occorre invece che la lingua sarda sia parlata. A questo proposito una lavagna interattiva multimediale messa a disposizione dall’Assessorato intende insegnare e far imparare il sardo attraverso il computer. In ben 175 convegni su “Sa Die de sa Sardigna” l’Assessorato ha introdotto la musica in sardo, che ha moltissimi cultori: proficui confronti tra produttori di forme tradizionali (su temi illimitati) come la poesia improvvisata e gli autori dei rap in limba (che trattano invece temi limitati).
Giuliano Marongiu, coordinatore del dibattito, dopo aver introdotto una combinata armonia tra le launeddas di Roberto Tangianu e l’organetto diatonico di Peppino Bande, ha espresso la sua valutazione che “la musica sarda, che ha le sue radici in un passato anche lontanissimo, viaggia oggi con una lingua giovane: ‘Non potho reposare’, degli anni Venti del Novecento: neanche gli autori del testo e della musica forse avrebbero potuto pensare che potesse essere eseguita con il suono delle launeddas.
Giacomo Serreli (che vanta una insuperabile specializzazione in materia certificata dai due volumi di un’opera monumentale – 870 pagine – come “Boghes e sonos: quarant’anni di musica extracolta in Sardegna: dal beat al pop, dal jazz all’etnorock 1960-2003”, presso edizioni Scuola Sarda, Cagliari, 2003), con tracce audio e audio-video che lo qualificano come “musicofilo maniacale” (così Luigi Manconi in “La musica è leggera. Mezzo secolo di canzoni”, Il Saggiatore 2012) ha citato le tappe più significative dell’itinerario attraverso il quale la lingua sarda è stata utilizzata nei testi della musica leggera a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso. Nomi dei protagonisti /interpreti: famiglia d’arte Medas: uso del sardo in testi parodistici; Pino d’Olbia (nome d’arte di Giuseppe Fadda) e le sue canzoni in gallurese (tra le quali “Aiò, aiò”); Benito Urgu; i Bertas e l’uso del sardo (brano più famoso:“Badde lontana”, 1974); Piero Marras con testi in sardo propri e di altri autori (Paolo Pillonca) per affermare pari dignità del sardo rispetto all’italiano; Tazenda (con testi esemplari in logudorese centrale di Luigi/Gino Marielli): i rapper (“Sa Razza” poi “Maloscantores”; “Menhir”; “Ratapignata”), “Randagiu sardu” (videoclip del pezzo “Pedronamì Terra” per parlare in sardo anche attraverso le immagini).
Per il linguista (Università di Sassari) Simone Pisano in Sardegna si è presa coscienza da parte degli artisti che il sardo non è solo la lingua del gioco/parodia. Tappe attraverso le quali si è arrivati a questa consapevolezza. Un poeta come Montanaru (Antioco Casula) abbandona il logudorese illustre, letterario, e dà l’esempio che ci si può rifare alla varietà linguistica del sardo che si parla nella propria zona o paese. Nel cinema, in “Banditi ad Orgosolo” (1961) Vittorio De Seta fa doppiare i sardi che parlano in limba; la recente “nouvelle vague” del cinema sardo predilige invece i parlati in limba (con necessità ovviamente di sottotitoli per i non sardofoni). Conferma in “Badde lontana” il punto di rottura, anche se nel 1974 si è lontani dal considerare la lingua sarda di pari dignità rispetto all’italiano. Aspetto negativo odierno: non c’è più trasmissione intergenerazionale del sardo: bisogna quindi che i giovani si dispongano anche ad impararlo fuori della famiglia e della comunità in cui sono nati e vivono.
Per Gigi Sanna, capo carismatico del gruppo degli Istentales, “sa limba cheret faveddada cada die”; “sa limba est de sa zente”! Anche Pierangelo Bertoli ha cantato con loro in sardo. Roberto Vecchioni farà con loro un tour in cui canterà in sardo (lingua che allo scopo sta studiando). Anche Eugenio Finardi collaborerà alle stesse condizioni.. Informazioni e soprattutto concetti che Gigi Sanna ha ripetuto a suon di musica (e anche con ben noti versi di Remundu Piras), nel concerto serale, presentato dal collaudato coordinatore degli spettacoli musicali della festa di Cornaredo, Giorgio Saddi.
(03-07-2012)

Foto di Francesco Sanna: da sinistra, Serafina Mascia,  Gigi Sanna, Antonello Lai,  Franco Saddi, Sonia Cagnoni, Simone Pisano, Giacomo Serreli.