////////////////////////////
“Sa Die de sa Sardigna”
a Lecco: confronto fra Andrea Vitali e Gianni Marilotti su Deledda e Manzoni
e festa interculturale dei 20 circoli sardi in Lombardia
//////////////////////////////
L’edizione 2012
de “Sa Die de sa Sardigna” (la nona della serie) dei 20 Circoli
lombardi della Federazione delle Associazioni Sarde in Italia (FASI) si
è tenuta a Lecco e si è svolta in due giornate. Nel pomeriggio
del 28 aprile, presso la sala “Don Giovanni Ticozzi” della
Provincia di Lecco, è stato organizzato un confronto tra due figure
eccelse della letteratura italiana: il lombardo Alessandro Manzoni e la
sarda Grazia Deledda. L’incontro letterario ha consentito il dialogo
fra due scrittori, l’ “autore da oltre 2 milioni di copie”
Andrea Vitali (medico di base, nato nel 1956 a Bellano, in provincia di
Lecco, tra i cinque finalisti del Premio Strega nel 2009) e Gianni Marilotti
(docente di storia e filosofia nei licei, nato nel 1953 a Cagliari, vincitore
del Premio Calvino nel 2003 con il romanzo edito da Maestrale “La
quattordicesima commensale”) . Il primo ha letto e commentato da
par suo alcune pagine del romanzo “Cenere” (1904) della scrittrice
nuorese, premio Nobel per la letteratura nel 1926; Marilotti invece ha
proposto un ampio saggio storico-critico sull'autore de “I Promessi
Sposi” e sulla sua produzione letteraria. Il confronto è
stato coordinato da chi scrive.
Domenica 29 aprile, l’associazione culturale “Amsicora”
di Lecco (presieduta da Giuseppe Tiana), in collaborazione con gli altri
19 circoli sardi della Lombardia (della circoscrizione lombarda è
coordinatore Antonello Argiolas), è stata impegnata nell’organizzazione
di una serie di eventi aperti alla fruizione, secondo un progetto interculturale,
anche dei cittadini lecchesi oltre che, naturalmente, degli oltre trecento
sardi convenuti. In mattinata, presso la sala “Ticozzi”, dopo
i saluti di Tiana e di Argiolas, dopo quelli del sindaco Virginio Brivio
e dell’amministrazione comunale di Lecco portati dal vicesindaco
Vittorio Campione (era presente anche l’assessore Ivano Donato),
la ricorrenza de “Sa Die de sa Sardigna” è stata celebrata
con una ammirevole relazione dello storico Luciano Carta su “Il
canto della ‘sarda rivoluzione’ 1793 – 1796”.
Il magistrato Francesco Ignazio Mannu, nato a Ozieri nel 1758 e morto
a Cagliari nel 1839, protagonista delle vicende dello Stamento militare
nell’ambito del “triennio rivoluzionario sardo” 1793-1796,
è l’autore delle 47 ottave in limba del canto patriottico
antifeudale “Su patriota sardu a sos feudatarios” (conosciuto
come “la Marsigliese sarda”, stampato clandestinamente tra
la fine del 1795 e gli inizi del 1796), che comincia con i notissimi versi:
“Procurade ’e moderare / Barones sa tirania / Chi si no pro
vida mia / Torrades a pè in terra”.
Luciano Carta, curatore di un volume in cui ha stabilito l’edizione
critica del testo attraverso una minuziosa analisi filologica e una raffinata
comparazione linguistica di tutte le differenti trascrizioni a stampa,
con un’ appassionata lezione, ha permesso ai presenti (ai quali
era stata distribuita una copia dell’edizione critica dell’inno
corredata da una chiarificatrice traduzione di ciascuno dei 376 versi)
di comprendere in profondità le argomentazioni, di carattere illuministico,
attraverso le quali Mannu ha inteso rivendicare per la Sardegna i diritti
alla libertà dal giogo del feudalesimo e
allo sviluppo di una propria autonomia e identità nazionale.
Dopo l’applauditissima relazione di Carta, Tonino Mulas, presidente
onorario della FASI, ha esposto le considerazioni finali: sul significato
della festa “nazionale” per i sardi emigrati; sul grande valore
del volontariato sociale espresso dai Circoli FASI; sugli impegni dell’organizzazione
in tema di continuità territoriale a favore di tutti i sardi e
per il ringiovanimento dei quadri dirigenti dei Circoli.
È quindi seguita, presso la Basilica di San Nicolò, la messa
officiata dal prevosto monsignor Franco Cecchin, il quale nell’omelia
ha invitato i presenti, sardi e lecchesi, a valorizzare i “doni”
di carattere positivo che contraddistinguono l’indole di ciascuno
dei due gruppi di popolazione (i sardi sono tenaci, veraci e ospitali;
i lecchesi sono tenaci ma riservati). La messa è stata accompagnata
dai canti religiosi in lingua sarda proposti dal Coro “Gavino Gabriel”
di Tempio Pausania, presieduto da Giuseppe Sotgiu.
Lo stesso Coro, nel pomeriggio, sempre presso la sala “Ticozzi”,
si è esibito nei canti profani (serenate, canti d’amore)
del proprio repertorio. È spettato quindi al Coro Alpino Lecchese
difendere i “colori” della tradizione musicale della provincia
di Lecco. Gran finale con i balli sardi del gruppo folk del Circolo sardo
di Bareggio-Cornaredo (Milano) presieduto da Franco Saddi.
Tutte le iniziative hanno fruito del patrocinio dell’Assessorato
del Lavoro della Regione Autonoma della Sardegna, del Comune e della Provincia
di Lecco.
(30-04-2012)
|