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Gli storici Paolo
Soddu e Sandro Ruju hanno delineato a Pavia i caratteri politico-istituzionali
ed economico-sociali della Sardegna nel secondo dopoguerra
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Il trittico di conferenze
programmate dal Circolo culturale sardo “Logudoro” di Pavia,
presieduto da Gesuino Piga, per indagare “Economia e società
della Sardegna nell’Ottocento e nel Novecento”, dopo la relazione
di Federico Francioni (22 settembre 2012), che ha illustrato la dialettica
fra centralismo e istanze federaliste nella Sardegna dell’Ottocento
(Giacomo Ganzu ne ha dato un sintetico resoconto in questo sito), è
stato completato da due conversazioni di altri due storici: Paolo Soddu
(6 ottobre, su “Caratteri politici e istituzionali della Sardegna
repubblicana”) e Sandro Ruju (13 ottobre, su “Aspetti economici
e sociali della Sardegna dal dopoguerra ad oggi”).
Soddu, nato nel 1956 a Scano Montiferro (ma con radici di Gonnosfanadiga),
ha conseguito la laurea e il dottorato di ricerca in storia nell’Università
di Torino. Dopo essere stato professore a contratto di storia contemporanea
alla Facoltà di Musicologia di Cremona (Università di Pavia),
attualmente è docente di Storia contemporanea nella Facoltà
di Lettere dell’Università di Torino. Si è occupato
in particolare della storia dell’Italia del Novecento: tra i suoi
lavori “L’Italia del dopoguerra 1945-1947. Una democrazia
precaria” (1998); “Le date della storia contemporanea. Il
XIX secolo” (2002, seconda ediz. 2009); “L’Italia repubblicana”
(2005); “Ugo La Malfa. Il riformista moderno” 2008 (quarta
ediz. 2009); con Serena Facci e Matteo Piloni, “Il Festival di Sanremo.
Parole e suoni raccontano la nazione” (2011). Tra i molti altri
impegni, coordina le attività culturali e di ricerca della Fondazione
Luigi Einaudi di Torino.
I temi toccati da Soddu: dopo il settembre 1943 (cioè dopo lo sbarco
degli Alleati nell’isola) la faticosa ricostruzione delle basi democratiche
nella Sardegna che non ha conosciuto l’opposizione militante (dei
partigiani) al fascismo; l’istituzione dell’Alto Commissariato
italiano per la Sardegna affidato, dal gennaio 1944 fino al 1949, al generale
dell’Aeronautica Pietro Pinna Parpaglia di Pozzomaggiore che verso
la fine del 1944 venne affiancato da una Consulta dell’Alto Commissario,
composta da esponenti delegati dai “nuovi” partiti politici;
la costituzione della società di navigazione “Sardamare”
e aerea “Airone” con l’obiettivo, raggiunto solo per
breve tempo, di dotare l’isola di proprie navi e di propri aerei;
2 giugno 1946: nel referendum istituzionale per la scelta tra monarchia
e repubblica la Sardegna assegnò la maggioranza dei voti (oltre
il 60 per cento) alla monarchia; per la Costituente la DC ottenne oltre
il 41 per cento; 31 gennaio 1948: l’Assemblea Costituente della
Repubblica Italiana approva lo Statuto speciale della Regione Autonoma
della Sardegna, che sarà promulgato il 26 febbraio come legge costituzionale
n. 3; nei giorni 8-9 maggio 1949 si tennero le prime elezioni regionali
della Sardegna. Ovviamente Soddu si è soffermato su temi politico
-economici come i Piani di Rinascita e l’emigrazione sarda agli
inizi degli anni Sessanta e come l’istituzione, alla fine dei Sessanta,
della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle cause del banditismo
(presieduta dal senatore Giuseppe Medici) ma questi argomenti sono stati
approfonditi nella sua conferenza da Sandro Ruju.
Ruju (Sassari, 1949) ha al suo attivo numerose pubblicazioni sulla storia
dell’industria e del mondo del lavoro nella Sardegna contemporanea.
Tra le sue molte opere ricordiamo: “L' Argentiera: storia e memorie
di una borgata mineraria in Sardegna, 1864-1963” (1996); “Via
delle conce. Storia e memorie dell'industria del cuoio a Sassari, 1850-1970”
(1998); “Il peso del sughero: storia e memorie dell'industria sugheriera
in Sardegna, 1830-2000” (2002); “La parabola della petrolchimica:
ascesa e caduta di Nino Rovelli: sedici testimonianze a confronto”
(2003).
A Pavia ha affrontato questioni come la campagna per la lotta (novembre
1946- dicembre 1950) contro la malaria, che ebbe in Sardegna il fondamentale
apporto dell’americana Fondazione Rockefeller, e che ottenne il
risultato di debellare definitivamente questo male endemico dell’isola;
l’istituzione dell’Ente di Trasformazione Fondiaria e Agraria
(ETFAS) della Sardegna (1950).
Ruju ha “rivisitato” le vicende, nella prima metà degli
anni Sessanta, dell’installazione delle fabbriche in aree di pregio
vicino al mare; ha rimarcato in questa prima fase dell’industrializzazione
della Sardegna l’accrescimento del numero degli emigrati verso i
poli industriali del Nord Italia; ha analizzato la legge 588/1962, relativa
al primo Piano di Rinascita, che avrebbe dovuto finanziare con fondi straordinari
(aggiuntivi rispetto a quelli ordinari) dello Stato – ma che invece
poi lo Stato considerò sostitutivi dei fondi ordinari – il
“decollo” economico-industriale della Sardegna; a quegli stessi
“formidabili anni” risale il lancio nel mercato turistico
del marchio “Costa Smeralda”
Altri argomenti: il secondo Piano di Rinascita (legge 268/1974); la presa
d’atto, a metà dei Settanta, del fallimento della politica
dei grandi poli industriali, in particolare a seguito dell’entrata
in crisi delle fabbriche petrolchimiche.
Sia Soddu che Ruju non hanno mancato di accennare alle vertenze attivate
dalla Regione nei confronti dello Stato per l’ottenimento di maggiori
entrate derivanti dai gettiti fiscali e le vicende della programmazione
regionale fino alla adozione, a metà dei Novanta, dei Piani Integrati
d’Area per favorire lo sviluppo locale utilizzando i finanziamenti
dell’Unione Europea.
Alla fine di ciascuna delle due conferenze numerose sono state le domande
relative ai problemi di più stretta attualità, che configurano
per la Sardegna un quadro politico - istituzionale instabile e un quadro
economico-sociale disastroso per ciò che riguarda situazione e
prospettive dell’occupazione.
(19-10-2012)
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