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Il Circolo dei sardi
“Su Nuraghe” di Parabiago in gita culturale nell’Oltrepò
pavese (da Stradella a Zavattarello)
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Domenica 23 settembre,
50 soci del Circolo dei sardi “Su Nuraghe” di Parabiago (Milano)
hanno effettuato una gita in Oltrepò pavese guidati dalla presidente
Maria Francesca Pitzalis e dal coordinatore culturale Piero Ledda, e accompagnati
da chi scrive, che in Oltrepò vive dal 1974.
La prima tappa è stata Stradella, per una visita al Civico Museo
della Fisarmonica intitolato a Mariano Dallapè, realizzatore nel
1871 del prototipo di fisarmonica moderna.
La comitiva è stata accolta dal direttore Carlo Aguzzi, autore
del progetto sulla base del quale nel 1999 sono state allestite le tre
sezioni del Museo (costituito attraverso acquisizioni, donazioni e depositi
da parte di privati). Nella prima area, fotografico-documentaristica,
sono illustrate le vicende del pioniere Dallapè ed il contesto
storico in cui ebbe inizio la produzione della fisarmonica stradellina.
La seconda sezione è dedicata alla tecnica (con una selezione di
antichi arnesi da lavoro). Il terzo settore espone gli strumenti musicali,
in ordine cronologico e suddivisi per fabbrica.
La foto che qui si pubblica vuole documentare un bell’esempio di
attività interculturale: Giuseppe Deidda di Isili (Cagliari), socio
del Circolo sardo, esperto suonatore di armonica e di scacciapensieri,
ha chiesto di poter suonare una delle fisarmoniche esposte, risalente
agli anni Cinquanta del Novecento, e ha dato una concreta prova della
propria competenza musicale, gradita da tutti i presenti (compreso il
direttore Aguzzi). Lasciata Stradella dopo una foto di gruppo col sindaco
Pierangelo Lombardi, presente nella piazza in cui la comitiva attendeva
il pullman, la successiva destinazione – percorrendo una strada
piena di curve ma che ha permesso di ammirare l’avvolgente monocultura
viticola delle colline oltrepadane che dà lustro e reddito ai produttori
– è stata Zavattarello, centro di poco più di mille
abitanti, situato nell’alta Val Tidone, che fa parte del circuito
dei borghi più belli d'Italia e che è dominato dalla mole
del Castello Dal Verme.
Prima del pranzo visita alla raccolta museale “Il Magazzino dei
Ricordi”, gestito da un’associazione culturale impegnata nello
studio e nella salvaguardia della cultura contadina e artigianale dell’Oltrepò.
Il responsabile Virgilio Bruni con familiari e amici nei decenni ha raccolto
migliaia di reperti in grado di documentare lo svolgersi della vita quotidiana
nell’arco del Novecento. Si può rivivere la sofferta storia
del lavoro e della fatica dell’uomo attraverso la visione delle
centinaia di oggetti meticolosamente ordinati in ambienti emblematici:
la cucina del contadino, la stanza del sarto, il negozio del barbiere,
la scuola; laboratori artigiani del passato: del calzolaio, del fabbro,
del maniscalco. Alla fine della visita, commenti entusiastici per l’eccezionale
ricchezza della raccolta misti a non nascosti sentimenti di nostalgia
per i tempi che furono.
Nel pomeriggio, una tonificante camminata in salita per raggiungere l’eccezionale
fortezza rappresentata dal Castello Dal Verme. Ecco come lo descrivono
le guide: «Completamente costruita in pietra, con uno spessore murario
medio di circa 4 metri, la rocca è un edificio titanico che, con
il ricetto fortificato, le scuderie, gli spalti, la cappella, le sue oltre
40 stanze, costituisce un formidabile complesso architettonico che è
oggetto di studio degli architetti militari. Dalla terrazza e dalla torre
si gode un panorama mozzafiato del territorio circostante: le verdi campagne,
i freschi boschi, le colline con gli altri castelli della zona: Montalto
Pavese, Valverde, Torre degli Alberi, Pietragavina. Una miglior visuale
era assicurata, a scopo difensivo, da altre torri d'avvistamento, purtroppo
oggi perdute. L'imponente rocca sovrasta il borgo antico abbarbicato sulla
collina, che una volta era completamente priva di vegetazione per consentire
ai difensori del maniero di avvistare ogni malintenzionato. Oggi invece
il verde che attornia il castello è un'area protetta, un Parco
Locale di Interesse Sovracomunale di circa 79 ettari, di grande rilevanza
paesaggistica, geografica, orografica, oltre che storica e ambientale.
Il ricetto fortificato era sede di una delle principali scuole di guerra
di tutta l'Europa, fondata da Jacopo Dal Verme in quello che poi sarebbe
divenuto il cardine dello Stato Vermesco».
Il Castello di Zavattarello è noto, oltre che per la sua storia,
anche per le apparizioni del fantasma di Pietro Dal Verme. Che, però,
domenica 23 settembre non si è fatto vedere. Pare che i sardi di
Parabiago, dopo tutte le cose belle viste durante le giornate, non si
siano lamentati per questo mancato incontro…
(25-09-2012)
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