Era vissuto sempre solo.
Gli anni erano passati sereni, senza grandi drammi sino all’età
di settant’anni. Poi, inaspettatamente, la sua vita cambiò.
Un giorno d’estate, mentre andava a spasso per piazza S. Pietro
in Roma, si trovò di fronte una persona che mai avrebbe immaginato
di incontrare.
Quel giorno Francesco compiva proprio i settant’anni e sembrava
una strana coincidenza incontrare quella persona, quasi che il destino
avesse combinato quell’incontro.
- Ma tu sei Giovanna… ma non so… forse mi sbaglio -
disse Francesco senza mai togliere lo sguardo da quegli occhi sorridenti
e che forse avevano tanta voglia di raccontare.
- Sì sono io… Giovanna Alvisi e… tu se Francesco
Rinaldi o… forse sbaglio? – rispose la donna con accento
toscano e con modi fini ed educati. Giovanna non sbagliava.
Era proprio quel tale Francesco a cui aveva dato il primo bacio,
le sue prime attenzioni… da innamorata. Poi, dopo l’Università
si erano divisi. Ognuno aveva preso la propria strada; Giovanna
un medico abbastanza noto nella capitale mentre Francesco lo era
altrettanto nel campo legale.
Quel giorno il loro incontro fu veramente come un nuovo colpo di
fulmine. Come due innamorati si presero per mano e quasi furtivamente
si dettero un bacio. Giovanna e Francesco non erano sposati. Il
lavoro aveva assorbito le loro giornate e non avevano mai pensato
di crearsi una famiglia. Erano anni che non si vedevano. Forse erano
passati quarant’anni. C’era stato sì un precedente
incontro ma nessuno dei due aveva voluto dare una particolare attenzione
all’altro. Quell’incontro in Piazza S. Pietro, diciamo,
aveva favorito una decisione importante. Passarono così,
nell’assoluta felicità tanti e tanti mesi. Il loro
frequentarsi era continuo che ad un certo punto Francesco prese
coraggio e le fece la proposta di matrimonio.
- Giovanna vuoi sposami? - disse Francesco tradendo un po' di emozione.
La sua "fidanzata" non credeva a ciò che sentiva.
Le sembrava impossibile che a quella età dovesse ricevere
una proposta di matrimonio. Ma l’amore non ha età.
Volevano mettere su famiglia. Crearsi un nido d’amore nonostante
gli anni. In fin dei conti non c’era nessun impedimento. Anzi,
l’amore avrebbe dato un aspetto decisamente diverso alla loro
unione e alla loro vita da " pensionati". La cerimonia
non fu sontuosa anzi tutto aveva il sapore della semplicità
e della genuinità, quella vera che è assai difficile
trovare. Amici da una parte e dall’altra e un pranzo intimo,
quindi, con poche persone. Avevano poi scelto di vivere nel centro
storico di Roma. Un decoroso appartamentino era il loro nido. Vissero
ancora insieme per tantissimi anni sempre d’amore e d’accordo.
Vissero molto intensamente che alla fine, per l’inevitabile
disegno della vita, uno dopo l’altro si lasciarono. Avevano
scritto un biglietto prima di "andarsene" forse per suggellare
a loro stessi, per un senso di amorevolezza reciproca, quel loro
volersi bene. Senz’altro si erano voluti veramente bene.
Gli amici trovarono i loro biglietti in un cassetto.
"Francesco, sei stato sempre un adorabile sposo.
La tua Giovanna".
"Giovanna, sei stata sempre la mia
gioiosa compagna.
Il tuo Francesco".