LA
PISPOLA
(dalla raccolta: Mortorio)
Era appena levata
la brezza, tesa e gradevole, obliqua al procedere del gozzo traverso
il golfo: c’era chi reputava si trattasse del maestrale, anziché
del vento di ponente. La goffa barca teneva la sua modesta andatura
senza difficoltà e ogni tanto poggiava vigorosamente sul bordo,
ma subito pigramente si riprendeva sul fianco opposto per cui, sulla
panca che accompagnava la robusta fiancata, si rimaneva a dondolare
con soddisfazione.
Nemmeno una nuvola sull'isola di Mortorio, nemmeno un cirro nel panorama
di intensa, totale azzurrità: il mare era così colorato
quale s’immagina tra gli atolli tropicali, il più bello
del mondo come assicurano in Sardegna. Mario s'era installato sulla
prua, assorto sotto la visiera del suo berrettino e guardava lontano,
proprio come aveva sempre fatto con tranquillità quando era
guardiano di pecore a Orgosolo, mentre Giampiero, bagnino e istruttore
sulle barche a vela, staccava le esche dagli ami e le buttava con
larghezza ai pesci.
Vedemmo improvvisamente un uccellino che dirigeva con stretta virata
sulla barca e squittiva affannato: dapprima continuò a spostarsi
impaurito tra gli occupanti, sempre trafelato e stridente, poi, fermandosi
un attimo soltanto sul cassone che copriva il motore, fu possibile
osservarlo per pochi attimi, esile e spaurito, dagli strani riflessi
verdastri sul piumaggio, il collo eretto e vigile, prima che schizzasse
in volo nel suo folle e spasimato affanno. S’inerpica di scatto
nel vento, piega improvviso di lato, s’impenna, ritorna, s’abbassa
e s’impenna. Fu allora che Mario ci indicò un falchetto
che evidentemente piombava sulla preda, certamente meno agile della
pispola, ma velocissimo, nero sul fondo del cielo, determinato e proteso.
Ancora più sopra, un grosso gabbiano remigava con ostentazione,
partecipe distaccato e importuno.
Il gozzo teneva la sua rotta impassibile, ammorbidito nel rollio che
l’infrangersi dell'onda sulla fiancata procurava con ripetuta
frequenza. Tutti gli occupanti partecipavano istintivamente alla caccia
sfrenata che avveniva poco sopra, ma certamente dalla parte della
preda. Si udì persino un “Torna qui subito!” e
il fuggitivo parve accorgersene, perché ripiombò stremato
sul gozzo ma non se ne venne a posare: passò atterrito più
volte ancora tra gli occupanti, stridulo e scomposto, poi volteggiò
nei pressi della barca, consapevole quasi che in quelle vicinanze
il falchetto non si sarebbe avventurato, ma incapace di ammettere
che quella poteva essere la sua sicurezza.
Mario commentò che probabilmente si trattava di una pispola,
o forse un’allodola, un uccello di terra sospinto in mare dal
cacciatore spietato, con il collo e il capo sottili, dalle sfumature
verdastre e inconsuete. La caccia riprese e tanto elegante e preciso
appariva il falchetto quanto isterica era la fuga della piccola preda.
L’epilogo si venne a succedere abbastanza lontano e tanto repentino
che non fu colto distintamente, bensì intuito in quanto il
falchetto riprese un volo più regolare, ripetutamente avvicinandosi
a pelo d'acqua non potendovisi appoggiare come fanno gli uccelli di
mare, senza riuscire neppure a ghermire la piccola pispola che aveva
senz'altro appena ucciso. Né s’attardò più
oltre, ché rivelandosi inutili i tentativi, prese a volare
con vigore verso la costa fontana. Come dedusse Giampiero, il falchetto
era riuscito ad abbattere la pispola ma non a trattenerla, né
gli sarebbe stato più possibile riprenderla appena fosse caduta
in mare. Si attendeva che fosse il gabbiano a calare sull'acqua, ma
quello rimase senza sussulti a volare alla stessa altezza, spettatore
più che profittatore di un episodio che non l’aveva del
tutto interessato.
Il lungo silenzio che ne seguì, il prolungato pulsare del motore,
la costanza delle oscillazioni del gozzo barcollante e poderoso consentì
ad ognuno di rimanere assorto a valutare la freschezza del vento e
la distanza dagli scogli ormai lontani dalla selvaggia Mortorio, essa
stessa un cadavere inutile, isola caduta nel mare bellissimo.
Giorgio Pisanello
Omaggio a Maria
Giovanna Cherchi - giorpisa@libero.it - Giorgio Pisanello - Treviso
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