Federico “Fideli”
Lai, nato a Capoterra il 4 settembre 1916 e scomparso il 16 giugno
del 2009, è stato per oltre sessant’anni un attivo
poeta improvvisatore a sa moda campidanesa; assai apprezzato e conosciuto
nelle zone del Campidano e del Sulcis, tanto da essere un nome rinomato
nell’Olimpo de is cantadoris campidanesus e ricordato popolarmente
come i noti e grandi estemporanei Farci, Loni, Marras e Maxia.
Federico Lai, nell’orizzonte illimitato del suo essere poeta,
ha sempre presente la consapevolezza dell’esperienza umana
e biografica che, con alto senso di arte e creatività, riesce
a fondere e nutrire di vitale sentimento. Alle gare pubbliche in
piazza – debutta a soli 21 anni in occasione della festa di
Santa Barbara a Capoterra, con Broi di Iglesias e i compaesani Piano
e Puddu – alterna una ricca produzione di versi a taulinu,
in cui è dominante la semplicità del quotidiano ma
anche l’impegnativa trattazione di argomenti politici, religiosi
e di storia. Poeta precoce e autodidatta si rivela cantante ricercatissimo
per tutte le cerimonie paesane, come matrimoni e battesimi; i primi
versi scritti risalgono al 1935 con la composizione A sa bellesa
de is bagadias de Cabuderra, canzone dedicata alle proprie coetanee.
Il debutto esterno da estemporaneo sarà invece in una gara
a Selargius , con i poeti Loddo di Cagliari, Moi di Quartu e Maxia
di Selargius, e segnerà l’inizio di una eccezionale
carriera poetica che lo porterà a confrontarsi con tutti
i maggiori poeti del Campidano e ad esibirsi con proprie composizioni,
nel 1950, al programma “Radio Sardegna”. Una ricca selezione
dei versi del Lai sono stati pubblicati, con il titolo A sa moda
campidanesa, nel gennaio del 2001 da Sud Ovest Edizioni; l’opera,
di oltre seicento pagine, è introdotta da uno scritto del
figlio Salvatore e da una presentazione in limba del Prof. Mario
Puddu che riconosce una poesia dalla “lìngua bona,
bia, forti chi tenit s’abbilesa de fuedhai de dogna cosa e
narri su chi tenit de narri”. (C.P.)