Salvatore Patatu
nasce a Chiaramonti (SS) il 3 maggio 1941. Quarto dei sei figli
di Giovanni, mugnaio-elettricista del paese, e di Francesca Pulina,
casalinga, trascorre l'infanzia nel borgo natio. Frequenta le scuole
elementari, ma dopo le lezioni aiuta il padre nel mulino e nella
distribuzione delle bollette dell'energia elettrica. Dopo un'interruzione
di circa tre anni, riprende gli studi nel 1957: sostiene l'esame
per l'ammissione alla scuola media e consegue la licenza nel 1960,
a Nulvi. Nello stesso anno ottiene la patente di operatore cinematografico,
che gli permette di lavorare e quindi di frequentare l'Istituto
Magistrale "Margherita di Castelvì" a Sassari.
Nel 1965 consegue il diploma. Grazie a una borsa di studio, s'iscrive
alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell'Università
degli Studi di Pisa, laureandosi col massimo dei voti nel 1971.
Docente di Materie Letterarie e Lingua e Letteratura Francese nelle
medie inferiori e superiori, è attualmente in pensione. Appassionato
d'arte e letteratura sarde, è in contratto come esperto di
Glottologia presso la cattedra di Linguistica Generale dell'Università
di Sassari. Ha pubblicato diversi lavori in limba, ha curato diverse
opere di altri autori, collabora come esperto nelle scuole, in giornali,
riviste, radio e televisioni private.
Tore Patatu, con la pubblicazione dei racconti Contos de s'antigu
casteddu (1980), può considerarsi il primo scrittore in prosa
sarda. Fino a quel momento, infatti, gli scrittori isolani avevano
preferito il genere poetico. Sin dall'infanzia rimane affascinato
da contos et dicios antigos in limba; ascolta con molto interesse
e attenzione, facendone geloso tesoro, ogni sorta di racconto che
i suoi compaesani si dilettano a esporre di volta in volta con particolari
coloriti. Ben presto, mettere per iscritto il proprio patrimonio
culturale orale diventa per lui il modo più efficace per
salvarlo e tramandarlo.
Prediligendo la prosa come genere letterario e il sardo come lingua,
comincia la stesura del suo primo racconto, trasponendovi ambienti
e personaggi tratti dalla realtà chiaramontese, colorandoli
e avvolgendoli in un'atmosfera di realismo magico, con tempi e spazi
reali anche se inseriti nell'ambiente fantastico del racconto.
Le opere successive saranno volte sempre al recupero del patrimonio
linguistico e culturale sardo e riscuoteranno il largo consenso
dei lettori e della critica letteraria, che gli riconoscerà
il merito di avere avuto la geniale intuizione d'intravedere per
primo le potenzialità della prosa sarda scritta.
Tra le più significative si ricordano Contos de s'antigu
casteddu (1980), raccolta di racconti con tre ristampe e oltre tremila
copie vendute; Buglia Bugliende...(1993), libro di racconti a lungo
fra i più venduti della Sardegna; i racconti Su trau de Funtana
Noa (1995); infine le gustose Fabulas imberritadas (2000) e il racconto
Pro no esser comunista mezus sorighe (2006).
Uccia Accorrà in "Chiaramonti, un paese in collina",
a cura di Carlo Patatu, ed. ***. Pro Loco Chiaramonti, 2006.
(www.patatu.it)