Ottone Bacaredda (Cagliari,
20 dicembre 1848 – Cagliari, 26 dicembre 1921) è stato
il “mitico” sindaco e personaggio da “leggenda”
che, a cavallo tra due secoli, ha governato più a lungo la
Città di Cagliari.
E proprio con il sostegno dell’amministrazione comunale, oltre
un ventennio fa, sono state raccolte e pubblicate, in diversi volumi,
le sue complessive produzioni letterarie: romanzi, commedie, poesie
e gli articoli della sua lunga attività giornalistica. Oltre
l’omaggio, hanno significato e rappresentato principalmente
un modo per fare conoscere la grande e geniale personalità.
Ottone Bacaredda, nato nel quartiere storico di Stampace, come letterato
era figlio d’arte; il padre Efisio era noto come autore di
Cagliari ai miei tempi, opera in cui raccontava la Castedhu dell’Ottocento.
Delle poesie in limba del sindaco verseggiatore, ci sono pervenute
solo poche composizioni. Si propongono alla lettura i versi della
lirica A Lugori, una bella e classica poesia d’amore, e Sa
rivoluzzioni, componimento satirico in cui si ridicolizza il “modo
precipitoso e irrazionale” e senza risultati concreti e ideali
di una sommossa del popolo cagliaritano; si tratta della rivolta,
sanguinosa e violenta, motivata dal carovita, e non più sopportabile
dal ceto popolare arroxius de suffriri, in cui, il “reazionario”
amministratore, mette alla berlina “unu buddiri de genti sfainara”.
Al sindaco, nei giorni della sommossa del carovita, fu attribuito
il seguente apoftegma: Candu non poteis pappai petza, pappai pisci.
La sommossa del 1906, ricordata come i moti contro il carovita del
“Maggio cagliaritano”, contagiò gran parte della
Sardegna e rappresentò il drammatico esordio di ribellione
del primo Novecento sardo. Bacaredda, già in ambito universitario
evidenziò le sue capacità letterarie che, dando vita
e dirigendo il primo giornale goliardico cagliaritano, gli permise
la sua prima attività professionale con corrispondenze di
eventi letterari e teatrali. Presso l’ateneo cittadino si
laureò in Leggi nel 1871 e vi insegnò diritto penale
e diritto commerciale; all’attività accademica affiancò,
con successo, quella forense. Raggiunse grande notorietà
da romanziere con le opere “Casa Corniola” e “L’ottantanove
cagliaritano”. Fu indiscussa figura di primo piano nella vita
di Cagliari. Eletto sindaco nelle elezioni del 1889, caratterizzò
il suo lungo periodo amministrativo avviando e realizzando una serie
di importanti opere pubbliche che, ancora oggi, connotano significativamente
l’aspetto della Città. Al suo periodo da sindaco si
collega la realizzazione di molte strutture scolastiche, del nuovo
Palazzo Municipale in via Roma, la monumentalizzazione di antichi
bastioni e un generale sviluppo urbano e di servizi (burocratici
e sanitari). Fu anche eletto alla camera nella XXI legislatura (1900-1904),
ma dopo tre anni si dimise per tornare all’insegnamento universitario
e riprendere l’attività amministrativa per la sua Cagliari,
di cui rimane nella memoria per le opere, per la longevità
e idealmente il sindaco per antonomasia. Morì nella sua abitazione
di via San Giovanni e venne sepolto nel monumentale cimitero di
Bonaria. (C.P.)