NIGOLA
PALA: LA POESIA DELLA VITA QUOTIDIANA DI NUGHEDU
Nughedu S. Nicolò, piccolo centro ad attività allevatoriale
ed agricola della regione storica Logudoro – Monte Acuto, si
contraddistingue tuttora per il profondo radicamento e diffuso coltivo
della lingua sarda logudorese. Nughedu ha dato i natali a Francesco
“Cicitu” Masala, grande autore sia in limba sarda che
in lingua italiana, e ai due rinomati poeti Forico Sechi e Salvatore
Corveddu “Grolle”; loro contemporaneo è stato anche
Nicolò Antonio Pala (24 settembre 1902 – 17 dicembre
1985), formatosi certamente alla scuola poetica del villaggio, che
nel suo poetare ha sempre conservato la consuetudine della poesia
tradizionale, nonostante le spinte al rinnovamento e allo svecchiamento
portate avanti dal premio Ozieri.
Nigola Pala, così conosciuto localmente, è uno dei tanti
poeti “folgorati” dal verso rimato e che gli ha permesso
di affermare: Sas poesias cheren metricadas si no non sun pius poesias.
Grazie al manoscritto originale custodito dal figlio Nicolò
Antonio sono pervenute oltre duecento composizioni, scritte rigorosamente
in rima nell'arco di 62 anni di riservata carriera poetica. Ampia
selezione di liriche del poeta-contadino furono pubblicate da Il Torchietto
di Ozieri nel 2005, a cura della Dottoressa Mariuccia Sechi e del
figlio Giuseppe Damiano. L'opera, titolata Intessiduras ‘e ammentos,
rivelò così un poeta di naturale e spontanea vena d'ispirazione,
stimato particolarmente da Forico Sechi che tra i locali lo considerava
“Su Prinzipe”, e certamente meritevole di una maggiore
diffusa conoscenza e fortuna per i suoi versi piacevoli e dal ritmo
armonioso. Nella presentazione della silloge del Pala, Mariuccia Sechi
sottolinea ampiamente il ruolo comunitario-sociale dei poeti e scrive:
“Nel paese di un tempo il poeta, al di sopra di tutti, aveva
il compito, anzi, il dovere di dire ciò che pensava, quasi
a regolare le norme della vita sociale, a salvaguardare le regole
del comportamento” e “attraverso esempi di vita pratica,
di risvegliare la coscienza morale della gente”; dunque, una
vera e propria missione del poeta “era quella di denunciare
tutto ciò che non era in sintonia con la morale tradizionale”
e “le ancestrali leggi di vita”.
È certo, che anche in tempi smart di internet e social, le
nostre comunità avrebbero necessità di nuovi poeti “limbudos
e de atza”.(C.P.)
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