Forico Sechi
Mastru Forico Sechi (Nughedu San Nicolò 1911 – 1980) è ricordato come artista di versi e di intaglio. Era uomo che nutriva l'anima, i pensieri e manualità artigiana con la bellezza che gli proveniva dal cuore. E con il cuore generava oggetti di apprezzata falegnameria e poesia da donare “a coro in manu”; proprio come il simbolico e significativo titolo dato alle sue raccolte liriche. Sas cantones di Forico Sechi, principalmente fedele alla tradizione della rima, hanno una bellezza che attrae e crea nel lettore una partecipata vicinanza verso questo autore dal linguaggio semplice e musicale; sempre capace, malgrado tutto, di interpretare la poesia con un senso di gioia per il vivere e per tutto l'infinito chiamato vita. Canta con vigore e caratterizzazione personale il quotidiano, realizzando nella varietà e ricchezza di temi, tutta la realtà che significa parole, storia e identità della propria comunità locale. Dunque, poeta brillante e dal verso accattivante che mette un nuovo respiro e palpito nelle parole: un respiro di fantasia e luce che offrono tensione, sentimento ed emozione musicale nel piccolo universo della “scuola poetica di Nughedu San Nicolò”. Proprio Dante sosteneva che la poesia è fatta con “parole per legame musico armonizzante”; ossia che le parole stesse sono custodi di una musica intrecciata dentro. E il nostro poeta l'ha trovata e impiegata per le sue composizioni e raccolte: A coro in manu (Sassari, Chiarella, 1977), curata dallo stesso poeta, e quella postuma A coro in manu 'In sa chijina de sas illusiones' (Ozieri, Il Torchietto, 1992). Tullio Masala, nella presentazione del volume pubblicato per Edizioni Il Torchietto, sottolinea l'aspetto e “l'espressione lirica dei fatti della vita quotidiana di un uomo che ha vissuto con infinita bontà d'animo e fede immensa le tribolazioni di una esistenza densa di vicissitudini esistenziali che agli occhi di un poeta non sono mai banali evenienze”. Presenza importante nel panorama poetico sardo, collaborò a riviste e giornali e si impose validamente già dalle prime manifestazioni dell' “Ozieri”. Alla terza edizione conquistò il primo premio con la composizione S'ammentu chi ligat, ispirata da sentimenti d'amore giovanile e alimentata dall'ambiente del paese natio e dal suo lavoro “tra zoccos de marteddos e frusciare de pianas”, per descrivere “un mondo fatto di religiosità, di umanità e lavoro”. Numerosi i primi premi ottenuti in concorsi poetici e nel 1968, con il dramma “Su traigorzu”, conseguì il premio speciale nella sezione Teatro del “Città Ozieri”. (C.P.) |
COSTANTINO LONGU FRANCESCHINO SATTA POESIE IN LINGUA ITALIANA
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