Remundu Piras
Remundu Piras (Villanova Monteleone 29 ottobre 1905 – 21 maggio 1978), poeta di grande dignità letteraria sia come cantadore a bolu che nella poesia scritta e meditata a taulinu, è giustamente considerato a tutt’oggi una preziosa eccellenza della poesia in limba; popolarmente stimato e vivo nella memoria per la costante creatività esercitata nello sviluppare “su donu naturale”, per il deciso carisma e ammaliante abilità di essere stato interprete del pubblico in piazza con la genialità poetica di “poder leare subra palas suas totu sos disizos de unu pòpulu”. I versi di tziu Remundu, delicati nella parola e nel suono della rima, erano e sono ricordati e cantati dai suoi estimatori perché suggestivamente gradevoli all’udito e alla mente. Ancora oggi la sua buona poesia, che conquista ed esalta per eleganza espressiva e armonia, è considerata notevole contributo per fortificare e far crescere il sardo “come lingua dei suoni”. Tziu Remundu aveva avuto il dono di una bella ed unica voce, ma già nel 1946 ebbe “sa dilgrascia de su primu signale de istrobbu a sa ‘oghe” che non gli permise una continuativa carriera; talvolta preferì mettersi in disparte dalle competizioni per lunghi periodi e due memorabili otadas, datate 1959 in una disputa manu-manu con Peppe Sozu, condensano il patimento dell’uomo e del poeta “pro sa ‘oghe malaida”. Si Gesu Cristu
calat a inoghe Deo fia vint’annos
semper re, Remundu
Piras, nonostante i problemi di voce e la proibizione delle gare tra
il 1932 e il 1937, in tante indimenticabili notti sarde ha consegnato
versi di qualità all’ammirazione degli ascoltatori; per
il piacere della mente e del cuore è stato poeta che ha segnato
di profonda magia, di mistero e bellezza la storia delle gare di poesia.
(C.P.) |
COSTANTINO LONGU FRANCESCHINO SATTA POESIE IN LINGUA ITALIANA
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