Non era algherese Maria Chessa
Lai (1922-2012). Era nata in Gallura a Monti, nel confine orientale
tra Olbia e la catena montuosa del Limbara. Aveva seguito solidi
studi al Liceo Classico di Tempio e nel 1944 aveva studiato Leggi
nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di
Sassari. Il rapporto con il catalano nasce 1945 in occasione del
primo incarico come vincitrice di concorso alle scuole elementari
della città di Alghero dove si trasferisce, e realizza una
felice esperienza umana e professionale per oltre quarant'anni.
Ha composto versi fin dalla prima infanzia, ma l'idea di dare corpo
alla memoria attraverso una produzione poetica personale è
nata prima con il Premio Ozieri dove, nel 1983, si aggiudicò
il primo premio nella sezione algherese con El temps de la mare
(Il tempo della madre), e in seguito, nel 1984, con il Premio
Rafael Sari, con il componimento El Dia de Dèu (Il
giorno di Dio). Dall'inizio degli anni ottanta l'ambiente sociale
intorno ai premi letterari, i poeti catalani e sardi con le loro
varietà linguistiche diventano il suo habitat naturale. I
premi hanno guidato il suo percorso poetico e le hanno consentito
di diventare parte del progetto più ampio di rivalutazione
delle lingue della tradizione sarda e della loro ripresa.
La prima raccolta delle sue composizioni in un volume si realizza
negli anni Novanta, con un libretto di famiglia curato dai figli,
dal titolo Paraules (Parole), Ed. Roth, 1994. Raccolta
di raffinate liriche di ambiente, in cui si predilige un lessico
legato al mondo di affetti algherese del primo dopo guerra. Ha collaborato
con svariati racconti alla pubblicazione dei due volumi: Contes
i rondalles (Racconti e fiabe), a cura di G. Sari, Ed. del
Sol, 1997-1998; ha preso parte al volume Sulle orme dei versi
(Camí de versos), a cura di C. Calisai, Panoramika,
nel 2004. Il volume La mia mar (Il mio mare), edito nel
2005 nella collana “La Biblioteca di Babele” diretta
da Nicola Tanda per le Edizioni EDES, raccoglie i primi premi ricevuti
nel corso di vent’anni di attività poetiva. Nella silloge
è inclusa la poesia Port Nimpheu (Porto Ninfeo),
nostalgia per il mito classico, che riceve nel 2002 il primo premio
della 44° edizione dell’Ozieri. L’ultimo importante
riconoscimento lo riceve nel 2009, nella 50° edizione del medesimo
premio con la poesia Altre cant (Altro canto), riflessione
filosofica sullo scorrere ineluttabile del tempo.