Nacqui
a Fiume da genitori sardi nel 1931. Lì trascorsi i miei primi
anni. In seguito andai ad abitare a Bosa Marina, ultima sede di
mio padre, militare in servizio presso la guardia di finanza.
Quando mio padre fu congedato, andammo a vivere a Samugheo, paese
natale dei miei genitori, e lì ritrovai le mie radici. Sono
stati soprattutto i miei nonni materni a trasmettermi la sardità
con la semplicità della loro cultura contadina, e mi hanno
insegnato ad amare la terra e l’essenzialità dei sentimenti
nel rapporto diretto con la natura. I racconti dei vecchi, nelle
notti d’estate e al tepore del camino d’inverno, accendevano
la mia fantasia e ben presto iniziai a scriverli.
Il mio primo desiderio era studiare per diventare un’isegnante
elementare. Purtroppo, dovetti rinunciare per mancanza di mezzi
finanziari. Intrapresi l’arte del cucito e diventai una sarta
provetta.
A ventidue anni sposai Manlio Sanna, l’ex studentello a cui
s’ispirano le mie prime poesie. Insieme aprimmo una sartoria
e poi un negozio di abbigliamento. Alcuni racconti nascevano, nei
pochi ritagli di tempo, tra i figli che arrivano e le apprendiste
che maturano l’arte del cucito.
Raccoglievo i miei pensieri come scampoli preziosi, inseguendo la
mia passione di scrittrice e poetessa.
Dopo la perdita di mio marito e poi di mia madre, mi trasferii a
Cagliari, per stare vicino alle mie figlie. Qui, grazie allo studio
della lingua sarda, affinai gli strumenti che alimentarono la fiamma
che diede origine al mio primo libro; Schindiddias de Atongiu (Scintille
d’autunno).
Oggi il computer è il mio giocatolo preferito. La passione
per lo scrivere, mi permette di allontanare la noia dalle mie giornate
e di sconfiggere la solitudine.
In questi anni ho ricevuto numerosi riconoscimenti anche a livello
nazionale.
Ringrazio Cagliari per avermi accolta e nutrita di nuove e stimolanti
esperienze.
Ringrazio inoltre i miei maestri per aver creduto in me, incoraggiandomi
a partecipare ai concorsi letterari.
(Maggio, 2011)